Maggio Musicale Fiorentino. Il Farnace, esemplare melodramma barocco

Articolo di: 
Piero Barbareschi
Farnace

La catalogazione dei melodrammi barocchi è ancora oggi per gli studiosi e per gli esecutori terreno sterminato ed in parte inesplorato. Spesso si conoscono esattamente i titoli di melodrammi di importanti autori, le trame, gli artisti ed i loro ruoli, i luoghi dove furono rappresentati, anche con successo, ma è altrettanto frequente che di queste opere si sia persa la componente fondamentale: la partitura, e sia quindi impossibile l'esecuzione ed il godimento di opere significative ed importanti nel panorama della musica barocca europea.

Con questa premessa appare ovvio che ogni occasione di ascolto di opere recuperate e nuovamente eseguite in età moderna rappresenti un evento al quale è un privilegio essere presenti. È questa l'opportunità che la Stagione del Maggio Musicale Fiorentino ha offerto agli studiosi, ma anche al pubblico che segue con interesse tutte le interessanti proposte della stagione fiorentina, con la prima mondiale del Farnace di Antonio Vivaldi, nell'ultima versione del 1739, mai rappresentata, predisposta per una rappresentazione a Ferrara, e  riproposta con la lettura e direzione del massimo esperto internazionale per questo autore, Federico Maria Sardelli, che alla guida dell'orchestra del Maggio Musicale ha offerto una splendida occasione per apprezzare un'opera senza dubbio interessante.

Opera della maturità, molto amata dall'autore e più volte rielaborata, simbolo concreto dell'emarginazione artistica vissuta negli ultimi anni di vita da Vivaldi, che si vide annullare la prevista rappresentazione dopo un fiasco, probabilmente pilotato, di un'altra sua opera, oggi perduta, anch'essa commissionata per la città di Ferrara.

Come previsto, e conoscendo il personaggio, con un condottiero entusiasta e preparato come Sardelli una simile operazione non poteva essere banale o passare inosservata. Tutto l'apparato teatrale e scenico, con la regia di Marco Gandini e le scene di Italo Grassi, si è rivelato complementare, in maniera non invasiva e fuorviante, all'esaltazione della bellezza della scrittura musicale, esaltandone anzi la drammaticità ed in certi casi la cupezza, in un contesto visivo onirico e quasi metafisico.

Grazie a quest'impostazione il pubblico ha potuto apprezzare completamente la bellezza e la raffinatezza della scrittura vivaldiana, come sempre realizzata dal Sardelli in maniera inconfondibile, esaltandone ogni particolare espressivo della scrittura e procedendo, con una sorta di pennellate di colore, per blocchi dinamicamente contrastanti.

La struttura dell'opera è ovviamente quella tradizionale, che si riassume in una serie di arie separate da recitativi, ora secchi, ora accompagnati. Non è raro, anche in opere di autori blasonati, che la qualità e la piacevolezza delle varie sezioni in certi casi abbiano dei cali. In questo caso Vivaldi ha invece mantenuto un livello costante di bellezza e raffinatezza di raro ascolto.

Paradossalmente andrebbero citate tutte le arie, per la diversità e peculiarità di ognuna, e ovviamente lodati tutti gli interpreti,. Già nella prima, la drammatica “Ricordati che sei regina”, Mary Ellen Nesi (Farnace) dimostrava subito la sua abilita nelle agilità presenti nella scrittura, così come l'ottima Sonia Prima (Tamiri) nell'affascinante “Or di Roma forti eroi”. Bellissima all'inizio del secondo atto l'interpretazione di “Lascia sospirar” da parte di Loriana Castellano (Selinda) ed anche l'austera aria “Alle minacce di fiera belva” con il tipico inserimento barocco dei corni per sottolineare l'argomento eseguita da Magnus Staveland (Aquilio). Momenti di malinconica poesia nell'aria “Al tribunal d'amore” con Delphine Glaou (Berenice). Trionfo della vocalità barocca con le raffinate ed efficaci agilità per imitare il canto dell'usignolo nell'aria “Quell'usignolo innamorato” con Roberta Mameli (Gilade) ed ancora applausi convinti al termine di “Perdona o figlio amato” e “Gemo in un punto e fremo” di Farnace e per “Roma invitta ma clemente”, eseguita da Emanuele D'Aguanno (Pompeo). 

Una doverosa e positiva considerazione dell'ensemble strumentale, formato, escludendo l'inserimento nel continuo di Simone Vallerotonda alla tiorba e chitarra barocca e Giulia Nuti al Cembalo, da elementi dell'orchestra del Maggio Musicale, che sotto l'entusiastica e travolgente guida di Sardelli hanno dimostrato di poter senza problemi affrontare un repertorio con un approccio esecutivo oggettivamente poco frequentato ed utilizzato nella programmazione della stagione, qualità riconosciuta ed apprezzata dal pubblico al termine della rappresentazione e sottolineata con calorosi applausi dedicati anche all'orchestra oltre che al direttore ed agli interpreti.

Il terzo atto dell'opera è andato perduto e Sardelli, come da lui stesso precisato nell'interessante commento a stampa presente nel libretto, non ha voluto, come già fatto da altri, ricostruire arbitrariamente la sezione mancante, lasciando quindi l'opera nella sua autentica e soprattutto originale struttura superstite. Unico vezzo, aggiungerei, in coda, l’aria “Gelido in ogni vena”, presente nella versione del 1727 del Farnace (quindi nulla di artefatto o “à la manière de” ma musica autenticamente vivaldiana), che si apre sul tema dell’”Inverno” delle Quattro Stagioni. Aria di straordinaria bellezza e drammaticità che, come commentato dal Sardelli, non consente di concludere con il classico lieto fine, “perché la musica è perduta e perché anche la vita di Vivaldi non lo conobbe”.

Pubblicato in: 
GN31 Anno V 11 giugno 2013
Scheda
Titolo completo: 

Festival del Maggio Musicale Fiorentino
Firenze -Teatro Comunale
Venerdì 31 maggio 2013 – ore 20.30

Il Farnace

Antonio Vivaldi

Dramma per musica RV 711-G
Testi di Antonio Maria Lucchini
Musica di Antonio Vivaldi
Edizione critica a cura di Bernardo Ticci (marzo 2013)
BTE Bernardo Ticci Edizioni 2013

Direttore Federico Maria Sardelli

Regia Marco Gandini
Scene Italo Grassi
Costumi Italo Grassi e Simona Morresi
Luci Valerio Tiberi
Video Virginio Levrio

Direttore degli allestimenti Italo Grassi

Farnace Mary-Ellen Nesi
Berenice Delphine Galou
Tamiri Sonia Prina
Selinda Loriana Castellano
Pompeo Emanuele D'Aguanno
Gilade Roberta Mameli
Aquilio Magnus Staveland
Coro Dario Shikhmiri

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Prima rappresentazione assoluta dell’ultima versione di Ferrara (1739)
Nuova produzione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Con sopratitoli a cura di Prescott Studio, Firenze