La materia oscura. Opere grafiche di Franco Fanelli

Articolo di: 
Giulio de Martino
Franco Fanelli

Dal 27 maggio al 3 luglio 2016 sono esposte all’Istituto Centrale per la Grafica di Palazzo Poli (Fontana di Trevi)  50 opere grafiche di Franco Fanelli (Rivoli, Torino, 1959). Si tratta di una mostra antologica di questo grande disegnatore e creatore di immagini incise. Sono datate dalla metà degli anni Ottanta fino a oggi e suddivise in cinque sezioni tematiche che illustrano in profondità i contenuti della sua ricerca iconologica. Oggi Fanelli è apprezzato docente di Tecniche dell’Incisione presso l’Accademia Albertina di Belle Arti ed ha al suo attivo decine di mostre in tutto il mondo.

I cinque “temi” della mostra di Franco Fanelli costituiscono altrettanti capitoli di un libro di immagini che sonda territori posti sul confine esterno dell’esperienza e della conoscenza. Fanelli va dal solco al segno, dall’immagine incisa alla parola e mai all’inverso, poiché è l’immagine che si spinge per prima verso l’oltre. E da lì fa segni al linguaggio perché la descriva. 

Le “Geografie” costituiscono un atlante di luoghi immaginari, ispirati da quella letteratura tra ‘800 e ‘900 che - con Tzvetan Todorov (1970) - definiamo “fantastica”: una letteratura che scaturisce dallo spiazzamento del soggetto e dal suo perdere il dominio sul linguaggio. La sezione Sibyllae - sei incisioni di grande formato – documenta il ritorno della parola umana all’ascolto delle voci di profetesse vaticinanti. Donne indovine poste agli angoli del Mediterraneo che, come ha scritto Giorgio Colli (1975), oltrepassano con i loro enigmi i limiti del nostro potere e del nostro sapere.

Le immagini di Fanelli in mostra sono il rovescio a stampa di lastre di zinco, sapientemente solcate e incise con stratificazioni di tecniche antiche. Sono immagini potenti, che rinviano, oltre che ad un sublime disegnare sulla lastra, a una sapiente scelta di reagenti e di pigmenti scuri. La sezione Nigredo illustra il cambiamento antropologico in atto nel mondo con ritratti di pugili, di lottatori e di rapper afroamericani. Emergono oscuri dall’oscurità come demoni marini: sono i geni mutanti inventati da Herman Melville (1819 – 1891) e da H.P. Lovecraft (1890 -1937). In queste immagini l’incisione riesce a staccare l’immagine dal fondo, a rendere la grafica un bassorilievo. 

Altre immagini sono raccolte sotto il nome di Archeozoologia: una sorta di ibridazione fra le forme animali e i reperti archeologici di civiltà scomparse (brocche, colonne, archi). Vi trionfa la scimmia cinocefala, simbolo di una natura che muta attraverso specie miste e che gli uomini imprigionano su terrecotte e vasi. L’ultima sezione: Voyage Pittoresque è ispirata a The Narrative of Arthur Gordon Pym of Nantucket romanzo d’avventure ai confini della realtà scritto nel 1838 da Edgar Allan Poe.

Certamente l’immaginario mitologico e iconico di Franco Fanelli è di origine letteraria, ma la sua materia grafica proviene dal pensiero visionario di disegnatori e incisori sei-settecenteschi (pensiamo a Giovan Battista Piranesi). Non credo, inoltre, che alla inquietudine e al nomadismo del suo segno e della sua fantasia sia estranea la grande avventura intellettuale degli anni ’60 del Novecento. Guardando le sue opere – accompagnati da una sottile e solenne colonna sonora che invita all’ascolto e allo sguardo - mi sono tornati in mente il disegnatore e illustratore Sergio Toppi (1922 -2012) e il grafico e pittore Fabrizio Clerici (1913 -1983). Aggiungerei - per evocare quello Zeitgeist - l’archeologia fantastica di Peter Kolosimo (1922 – 1984). Fanelli si è spinto certamente più lontano di loro, ha interiorizzato il nomadismo categoriale di Jorge Luis Borges, ma il varco verso l’ignoto, la materia oscura del cosmo, sono emersi proprio a quel tempo. Da quella apertura provengono le grafiche di Fanelli: confluenza di una metodica antica con un immaginario senza tempo.

Affascinante è il  catalogo della mostra, realizzato a cura della Fondazione Sardi per l’Arte di Torino, con testi di Maria Antonella Fusco, Dirigente dell’Istituto centrale per la grafica, Fabio Fiorani, curatore della mostra, e di Renzo Mangili, storico dell'arte, con un'ampia antologia critica.

Pubblicato in: 
GN30 Anno VIII 16 giugno 2016
Scheda
Titolo completo: 

FRANCO FANELLI. L'OPERA INCISA. Dal 27 maggio al 3 luglio

Istituto centrale per la grafica, Palazzo Poli, via Poli 54 (Fontana di Trevi)

Orari: martedì - domenica ore 10.00 – 19.00.
Ingresso libero