Matisse. La danza dei colori alle Scuderie del Quirinale

Articolo di: 
Livia Bidoli
Matisse Le Paravent mauresque

La danza dei colori di Matisse approda volteggiando alle Scuderie del Quirinale con la curatela di Ester Coen, una firma di sicura efficacia per assemblare un tratto, quello “arabesque”, che Henri Matisse condivise con altri artisti del primo Novecento, non solo pittori, pensiamo al nostro Depero, ma anche con poeti come Aragon, di cui verrà presentata la vicinanza nella prima conversazione ad approfondimento della mostra che dal 5 marzo proseguirà fino al 21 giugno.

Il primo quadro che mi viene in mente di Matisse, su un meraviglioso fondo blu-azzurro, è proprio “La danza", conservata al Museum of Modern Art di New York, quei tratti flessuosi che si ritrovano immersi nell'immersione picassiana di Ritratto di Yvonne Landsberg (1914, Philadelphia Museum of Art), che ci presenta una signorina in bianco e nero-grigio dal viso molto ovale e dagli occhi “mandorlati” come quelli della seguente L'Italiana (1916, Guggenheim di New York), spiritata dai colori gialli e aranciati. Ecco però che dal Mediterraneo ci si sposta all'odierno Iran con La ragazza con copricapo persiano (1915-16, Israeli Museum di Gerusalemme), che si ravviva dei rossi carichi come il fondo di Zorah in piedi (1912, Hermitage di San Pietroburgo).

Il rosso e l'arancione sono dominanti anche nella Marocchina in giallo (1912, collezione privata), ma ecco che spunta il blu Matisse (un po' come il blu Klein è piuttosto riconoscibile), tanto caldo che forma un tappeto unico ad accogliere Zorah sulla terrazza (1012-13, Museo Pushkin di Mosca) o La piccola mulatta (1912, Museo di Grenoble): pochi anni prima,  meno “squadrata”, la Spagnola col tamburello (1909, Museo Pushkin di Mosca).

E' però qualche anno più tardi, nel 1920-21 che si vedranno finalmente i tratti “arabeschi” popolare i dipinti di interni e donne borghesi: la meraviglia aranciata e azzurrata del Paravento moresco (1921, Philadelphia Museum of Art), con una donna seduta ed una in piedi su un tappeto persiano ed un “paravento arabo” appunto, con un vaso di fiori rosa che trovano la loro posizione su un tavolo come parte di una “natura viva”. Le tre sorelle (1915-16, Musée de l'Orangerie, Paris) hanno solo qualche tratto orientale, come la carnagione ed i capelli scuri, mentre L'odalisca blu (o La schiava bianca-1921-23, Musée de l'Orangerie, Paris) è una donna in piedi nuda e con dei pantaloni all'odalisca tra il bianco e la trasparenza. Mentre le nature morte, i vasi di fiori, indossano i colori arabeggianti che vediamo riflessi nelle mattonelle blu a stella oppure nelle riproduzioni occidentali arabescate. I pesciolini rossi (1911, Mosca, Museo Pushkin) sono la vitalità del tratto nel colore: qui il rosso-aranciato dei pesciolini si coniuga ad un'acquamarina che li mantiene in vita e li riflette a pelo d'acqua, un'immersione di energia natatoria che fa il paio con la musica dell'Interno con fonografo (1934, Torino, Pinacoteca Agnelli) e le straordinarie scene e costumi per Le chant du rossignol di Strawinskij su coreografia dei Ballets Russes di Diaghilev, di cui sono in mostra i bozzetti originali del 1920, provenienti dalla Bibliothèque National de France a Paris, tanto vicini ai meravigliosi abiti cinesi del XIX secolo intessuti di blu e fili d'argento (Roma, Museo Pigorini).

Pubblicato in: 
GN18 Anno VII 19 marzo 2015
Scheda
Titolo completo: 

MATISSE. ARABESQUE
a cura di Ester Coen
5 marzo - 21 giugno 2015

Orario
dalla domenica al giovedì dalle 10.00 alle  20.00
venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30
L'ingresso è consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura

Biglietti
Intero € 12,00
Ridotto € 9,50
Ridotto 7-18 anni € 6,00
Ingresso gratuito fino ai 6 anni

E' possibile prenotare per i singoli e i gruppi il turno d'ingresso alla mostra e accedere alla mostra dall'ingresso senza file. - See more at: http://www.scuderiequirinale.it/categorie/biglietti-e-visite-guidate#sth...

Scuderie del Quirinale
Via XXIV Maggio 16, Roma