Milano Teatro alla Scala. Turandot con il finale di Berio

Articolo di: 
Grazia Di Stefano
Turandot La Scala

Ha inaugurato l’Expo 2015 e segnato l’esordio di Riccardo Chailly come Direttore Principale del Teatro La Scala: la Turandot, per l’occasione trasmessa in diretta da Rai5 e Radio3 Rai, primo appuntamento del nuovo ciclo dedicato alle opere di Puccini, dopo venti giorni di repliche registra ancora sold out e applausi a scena aperta.

Il finale adottato per il terzo atto incompiuto è quello di Luciano Berio che ha studiato e lavorato scrupolosamente sugli appunti lasciati da Puccini, tanto da creare una conclusione d’opera più leggera di quella di Alfano e che persuade anche Chailly.  La sua direzione sottolinea non solo gli aspetti melodici e i “prestiti” da Debussy ma anche le dissonanze, i cromatismi e gli accenni alla atonalità. Chiare le entrate delle percussioni, il gong e lo xilofono contribuiscono a ricordare l’atmosfera orientale ma anche lugubre dell’opera, immersa nei colori tetri e scuri della tragedia.

Il rosso e il nero sono i colori di un mondo dove predomina la paura e la morte che si apre alla luce quando Turandot, alla fine, abbandona il suo costume (piuttosto ingombrante) per avviarsi più leggera verso l’amore. Così la regia di Lehnhoff si ritrova a suo agio nella grandiosa scenografia di Raimund Bauer, eccessivamente simmetrica e immobile, quasi a voler ricordare il teatro antico dove la scena fissa rappresenta il luogo ideale in cui tutte le tragedie possono svolgersi. Un luogo della mente, fuori dallo spazio e dal tempo, tale da identificarsi con i luoghi e i tempi di ogni azione drammatica.

In scena ci sono solo balconi, botole, piattaforme che potrebbero essere molto funzionali ai movimenti delle masse del popolo ma che invece sono ridotti al minimo. Anche  i costumi sono moderni ed essenziali: cappelli a cilindro con mani tronche e luminose per i funzionari o piume nere per l’abito di Turandot. Più divertenti le tute con bretelle di Ping, Pang e Pong (che bevono birra e si consolano col poster di una pin up)  e decisamente più elegante l’abito bianco della principessa di fronte a un Principe di Persia indifeso e completamente nudo.

Su tutti aleggia la presenza di un popolo spettrale, reso uguale da maschere e lunghi abiti neri, che si contrappone all’umanità di Liù, eroina d’amore che sublima la sua persona nell’atto estremo del sacrificio. La sua morte, secondo Lehnhoff, deve restare davanti agli occhi di tutti, sulla scena, fino alla fine dell’opera, assistendo all’unione tra Calaf e Turandot, quasi a voler ricordare qual è il prezzo del loro amore. Ed è proprio per lei, la Liù di Maria Agresta, che ci sono gli applausi più calorosi per la tecnica e la sensibilità musicale. Il giovane soprano italiano, infatti, dalle mezzevoci agli acuti dimostra di sapersi muovere con naturalezza, curando fraseggio ed emissione sempre chiara, che invece, talvolta, sono mancati alla pur sempre grande voce di Nina Stemme. Avvolta in un voluminoso costume nero, il soprano svedese non è parso convincente sin dall’inizio, per instabilità e durezza nel canto, mentre coinvolge il pubblico la voce più appassionata di Stefano La Colla che porta sul palco un principe Calaf di bella presenza anche se non sempre perfettamente intonato. Accanto all’orchestra, ottima anche la prova del coro guidato da Bruno Casoni.

Pubblicato in: 
GN27 Anno VII 28 maggio 2015
Scheda
Titolo completo: 

Teatro alla Scala di Milano
TURANDOT
Musica di Giacomo Puccini
(Finale Luciano Berio)

Opera in tre atti e cinque quadri

Libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni
Prima rappresentazione venerdi 1 maggio, ore 20
Repliche fino a sabato 23 maggio
 
Direttore  Riccardo Chailly
Regia Nikolaus Lehnhoff
Scene Raimund Bauer
Costumi Andrea Schnidt-Futterer
Luci Duane Schuler
Coreografia Denni Savers

ORCHESTRA, CORO DEL TEATRO ALLA SCALA DI MILANO

con videolibretti in italiano e inglese

Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Teatro alla Scala
Produzione dell’Opera Nazionale Olandese, Amsterdam

Interpreti
Turandot Nina Stemme
Altoum Carlo Bosi
Timur Alexander Tsymbalyuk
Calaf Aleksandrs Antenenko 1, 5, 8, 20 / Stefano La Colla 12, 15, 17, 23
Liù Maria Agresta
PingAngelo Veccia
Pang Roberto Covatta
Pong Blagoi Nacoski
Mandarino Gianluca Breda 1, 5, 8, 12 / Ernesto Panariello 15, 17, 20, 23
Principe di Persia Azer Rza-Zade
Prima Ancella Barbara Rita Layarian
Seconda Ancella Kiersti Odegaard