Musei Capitolini. In mostra la bellezza ritrovata

Articolo di: 
Nica Fiori
Leoni stilofori, di Nicola da Monteforte, Benevento

È stato detto più volte che l’Italia è il paese dell’arte per eccellenza, ma i nostri beni culturali sono purtroppo soggetti a eventi catastrofici naturali, all’incuria e alla barbarie umana e, se non adeguatamente salvaguardati, possono essere perduti per sempre. Qualche volta, per fortuna, oggetti che si ritenevano scomparsi o distrutti sono stati recuperati, restaurati e restituiti alla comunità, come viene evidenziato nella mostra La bellezza ritrovata. Arte negata e riconquistata in mostra, ospitata negli ambienti al pianterreno del Palazzo dei Conservatori nei Musei Capitolini, un tempo sede delle Corporazioni artigiane.

Un grande cratere a volute lucano, attribuito al Pittore di Dolone (V-IV secolo a.C.) e raffigurante la Contesa tra Eracle e Apollo per il tripode di Delfi, accoglie i visitatori, accanto ad un’hydria etrusca a figure nere, attribuita al Pittore di Micali (VI a.C.), che riporta l’episodio mitico di Pirati etruschi trasformati in delfini da Dioniso. Sono due emblematici esempi di reperti archeologici ritornati in patria grazie al quotidiano impegno del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), che ha permesso di individuare all’estero e recuperare migliaia di importantissimi beni sottratti illecitamente.

La mostra, in effetti, intende evidenziare l’impegno delle istituzioni a favore dell’arte con una selezione di testimonianze artistiche suddivise in tre sezioni, la prima delle quali riguarda le opere recuperate a seguito di furti. Sono esposti alcuni dipinti del Museo Nazionale San Matteo di Pisa, ritrovati dai Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze nel 2014, a conclusione di una complessa attività d’indagine iniziata nel gennaio dello stesso anno in Olanda. Le opere, che erano state affidate nel 2002 a un restauratore toscano per un intervento conservativo, invece di ritornare risanate al museo proprietario, erano state illecitamente vendute dallo stesso restauratore a commercianti del settore e successivamente rivendute a società di brokeraggio internazionali. Sono di un pittore vasariano le due tavole raffiguranti La moltiplicazione dei pani e dei pesci e Melchisedech che offre il pane e il vino ad Abramo. Altri tre dipinti sono di artisti toscani cinquecenteschi: uno raffigura San Torpè (o Torpeto), un soldato romano che subì il martirio sotto Nerone. Venerato in particolare a Pisa, il santo avrebbe dato origine al toponimo di Saint-Tropez sulla Costa Azzurra.

È invece di ambito fiammingo la Mater dolorosa attribuita a Quentin Metsys: una tavola a fondo oro che ci colpisce per gli occhi lacrimosi e la raffinatezza del manto azzurro, ricamato in oro sui bordi. Quest’opera, dopo essere transitata a Lucca, è arrivata alla mostra mercato di Maastricht tramite una società svizzera che l’ha proposta per tre milioni di euro. Acquistata da un collezionista straniero, è stata localizzata finalmente in Grecia presso un deposito di stoccaggio di opere d’arte.

Alcune opere salvate dalle zone terremotate dell’Italia Centrale, in particolare nelle Marche, sono protagoniste della seconda sezione. Si tratta di capolavori della rete museale dei Musei Sistini del Piceno e di un dipinto della Chiesa di Sant’Angelo Magno di Ascoli custodito nel deposito del Forte Malatesta di Ascoli, provenienti da alcune sedi danneggiate e chiuse a causa del sisma. Sono esposti, in particolare, due dipinti secenteschi di Giuseppe Ghezzi (San Liborio, Sacra Famiglia) e un interessante Cristo tunicato in legno, opera di uno scultore marchigiano dell’XI-XII secolo.

Oltre ai sismi, indubbiamente catastrofici ma naturali, anche le guerre possono provocare la perdita di opere d’arte e, anche se qualcuno potrà obiettare che sono ben più gravi le perdite umane, forte è il rimpianto per la distruzione di capolavori irripetibili. Per affrontare questo tema (di grande attualità se pensiamo alle recenti distruzioni operate in Medio Oriente), nella terza sezione espositiva è stato scelto l’esempio di quanto accaduto alla cattedrale di Benevento, colpita dalle bombe degli alleati nel settembre del 1943. Niente si potè fare per la chiesa, che venne in seguito ricostruita, mentre il patrimonio scultoreo superstite fu messo in salvo subito dopo i bombardamenti, ma gran parte di esso fu accatastato e dimenticato in un magazzino, fino al ritrovamento nel 1980.

Fino ad allora si riteneva che dei due amboni (o pergami) del duomo, gli unici elementi superstiti fossero quelli conservati ed esposti presso il Museo del Sannio e il Museo Diocesano a Benevento, ma fortunatamente i lavori di scavo archeologico hanno portato alla luce i marmi depositati in un locale adiacente alla cripta. Sono stati ritrovati i leoni e i grifi che facevano parte dei due pergami, i frammenti delle colonne che li sormontavano, alcuni capitelli ed elementi di sculture e di lastre marmoree che ne costituivano le fiancate nonché la base con figure di mostruose cariatidi del cero pasquale e il fuso spiraliforme della colonna che su essa si impostava.

La sequenza degli animali stilofori che troviamo in mostra, assieme ad altri elementi datati e firmati (1311, Nicola da Monteforte) conservati nel Museo del Sannio, ci danno un’idea, grazie anche a delle fotografie d’epoca, della ricchezza artistica della cattedrale di Benevento. Un’idea più che confermata dai preziosi arredi liturgici e paramenti sacri provenienti dal Museo Diocesano, che erano parte del cosiddetto Tesoro del Cardinale Vincenzo Maria Orsini, arcivescovo di Benevento per ben 38 anni (a partire dal 1686) e poi papa col nome di Benedetto XIII.

La mostra, a cura di Vega de Martini, è stata promossa dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, diretta da Claudio Parisi Presicce, e ideata e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura, presieduto da Giuseppe Lepore, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura.

Pubblicato in: 
GN32 Anno IX 9 giugno 2017
Scheda
Autore: 
Nica Fiori
Titolo completo: 

Musei Capitolini, Palazzo dei Conservatori, Piazza del Campidoglio - Roma
2 Giugno - 26 Novembre 2017
Orario: Tutti i giorni 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)

LA BELLEZZA RITROVATA
Arte negata e riconquistata in mostra

Biglietti
per i non residenti a Roma € 15,00 biglietto integrato Mostra + Museo (€ 13,00 ridotto);
per i residenti a Roma € 13,00 biglietto integrato Mostra + Museo (€ 11,00 ridotto);
Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente

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