Opera di Roma. Lyniv debutta a Roma prima di Bayreuth

Articolo di: 
Livia Bidoli
Oksana Lyniv

Oksana Lyniv debutta a Roma prima di planare al Festival dedicato e voluto da Richard Wagner ed inaugurato nel 1876: la direttrice ucraina di punta al momento dirige un concerto all'Opera di Roma insieme all'orchestra del Costanzi. Il programma inizia con l'Idillio di Sigfrido e poi guarda alla Russia di Čajkovskij, con la sua prima Sinfonia, la n.1, sottotitolata Sogni d'Inverno.

Il concerto si è però aperto con l’Idillio di Sigfrido di Richard Wagner, una pagina musicale che fu regalo di compleanno, il 25 dicembre 1870, per l’amata moglie Cosima Liszt a un anno dalla nascita del terzo figlio Sigfrido, primo maschio della stirpe. Soprannominata da Cosima, allegramente, Treppen-Musik (Musica delle Scale) in quanto l'orchestra chiamata a suonarla dal vivo per ridestare dal sonno la consorte la eseguì sulle scale d'entrata alla chambre de lit di lei, è caratterizzata da quella che Wagner stesso chiama "l'arte della transizione" (Übergang in tedesco), evocata da continui passaggi senza interruzione da un tema all'altro e da un trasporto idilliaco fiabesco, che ci riconduce anche al terzo atto del Siegfried dramma musicale, a tesserne una vivida connivenza sentimentale. Oksana Lyniv, ha cercato di evocare con estrema cattedraticità quella sostanza antica, immemore ed allo stesso tempo nostalgica, costruita su richiami segreti che l'Orchestra di Santa Cecilia haaltrettanto provato a  condividere pienamente, sebbene il gesto della conduttrice fosse molto impostato.

Oksana Lyniv, nata a Brody, Ucraina (allora Unione Sovietica), è figlia e nipote di musicisti ed il nonno era maestro del coro, ha quindi il corredo genetico per dirigere: dal 2017-18 dirige l'Opera di Graz (Austria) e la sua orchestra Filarmonica; prima, aveva diretto l'Orchestra dell'Opera di Lviv e quella da camera di Leopoli in Ucraina; ha studiato molto in Germania, fra cui la Dresden Musikhockschule; ha diretto come assistente l'Orchestra dell'Opera di Odessa dal 2013-14 e assistente a Monaco di Baviera di Kirill Petrenko. Alla Staatsoper di Monaco di Baviera ha diretto molte opere, tra cui la nuova produzione di Boris Blachers "The Flood", La clemenza di Tito, Le Comte Ory“, La Traviata, Die Fledermaus, Albert Herring, Lucia di Lammermoor. Per la prima volta ha diretto Wagner Der fliegende Holländer al Gran Teatre du Liceo a Barcellona nel 2017, e dal 25 luglio lo dirigerà a Bayreuth.

Pëtr Il'ič Čajkovskij (1840-1893) ha scritto la sua prima sinfonia a 25 anni, tra 1866 e 1867, la Sinfonia n. 1 in sol min. op. 13 sottotitolata “Sogni d’inverno”, e fu una delle sue angustie principali il vederla ostacolata nella sua realizzazione e non apprezzata dai suoi maestri di composizione, Anton Rubinstein e Nikolaj Zaremba. La diresse nella sua prima esecuzione a Mosca nel 1868 Nikolaj Rubinstein e fu rielaborata dal compositore nel 1874.

La scrittura è magnifica e la fiabesca soavità del primo movimento, l’Allegro tranquillo, intitolato "Visioni di un un viaggio invernale", è brillante e perfetta nella sua armonia fra le parti: vivacemente colorata, dai timbri risonanti nell’intera strumentazione, in cui un tema lirico viene ricondotto dai violini in superiore ricercatezza.

L’Adagio cantabile ma non tanto, ovvero la “Terra desolata, terra di brume”, si tempra di una maggiore stabilità ed una sorta di riappacificazione languida, assomigliando in fondo ad un quartetto d’archi, e con il tema elargito dall’oboe con il supporto di flauto e fagotto. La maggiore circospezione con cui si muove il suono ordina una tessitura in fortissimo dei corni, che ricade sul vibrato di tutti gli archi per poi riallacciarsi all’iniziale quartetto. Vicino alle notturne melanconicità del Lago dei cigni e di altri notorii balletti, è brano eseguito anche a sestante e rimembra sinesteticamente i paesaggi invernali d Isaac Il'ič Levitan (1860-1900) che piacquero tanto al compositore e dove ravvisò lui stesso un’intima connessione alle oniriche variazioni della sua prima sinfonia.

Lo Scherzo – Allegro scherzando giocoso prende il materiale dalla Sonata in do diesis minore per pianoforte del 1865 (op.80). Dopo una serie di rimpasti tra archi e legni entra raffinatamente il valzer, la danza preferita da Čajkovskij: la scrittura ed il suono sono cristallini e di estrema coerenza oltreché contraddistinti da un fervore alare. Affiora un tempo di mazurka tramite i timpani che evidenzia ancora di più la scrittura adamantina.

Il quarto movimento Andante lugubre – Allegro maestoso procede da un’iniziale atmosfera grave e ridondante, ricca di esplosioni, fino a rimandi continui tra le diverse parti dell’orchestra interrotti solo dalla canzone tipica russa “I giardini fioriti” che fa rassomigliare il clima ad una festa popolare. Gli arditi passaggi ed una roboante coda che riprende il tema in modo munifico danno esito ad un grandioso finale, che la direzione di Lyniv ha sottolineato con una certa verve. Applausi e con un abbraccio accogliamo la direzione senza mascherina della direttrice, che se l'è tolta quando ha iniziato a dirigere, come succede nei teatri tedeschi ed austriaci che presto raggiungerà per i festival estivi.

Tra le registrazioni migliori ci sono quelle di Bernard Haitink nel 1994 con la Royal Concertgebouw di Amsterdam e Mariss Jansons nel 2000 con la Oslo Philarmonic Orchestra, oltre ad Abbado, Karajan, Mehta e Markevitch. Una direzione ancora più recente è quella di Valery Gergiev con l’Orchestra del Teatro Mariinsky alla Salle Pleyel di Parigi nel 2010 (che al link aggiunto è ascoltabile nella sua interezza).

Pubblicato in: 
GN29 Anno XIII 26 maggio 2021
Scheda
Titolo completo: 

Opera di Roma

22 maggio 2021

Concerto sinfonico
direttrice Oksana Lyniv

Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma

Richard Wagner
Idillio di Sigfrido

Pëtr Il’ič Čajkovskij
Sinfonia n. 1 in sol minore, op. 13 “Sogni d’inverno”