Opera di Roma. Smells like Sollima

Articolo di: 
Livia Bidoli
Giovanni Sollima

Ascoltare e vedere un concerto di Giovanni Sollima è sempre un'esperienza a sorpresa, con chiunque lui suoni e ovunque lui esegua un concerto: in questo caso, nell'ambito della kermesse Specchi del Tempo all'Opera di Roma, il 12 marzo, il celebre violoncellista italiano  ha creato un pot-pourri a cominciare da Marenzio, in cui si è esibito il Coro del Teatro dell'Opera di Roma guidato dal Maestro Roberto Gabbiani; poi una sua improvvisazione seguendo poi un filo narrativo-musicale da Haydn a Čajkovskij per approdare al Novecento con Bowie e Terra con variazioni a firma di Sollima stesso, colonna sonora dell'Expo di Milano. Il tutto è stato introdotto dal Professor Stefano Catucci, docente di Estetica all'Università La Sapienza di Roma ed esperto musicologo.

Quel che caratterizza però questo concerto di Giovanni Sollima come tutti i suoi altri è che si tratta di un evento unico non solo per gli appassionati di musica classica ma per tutti gli amanti di ogni tipo di musica, e lo rileviamo da subito per la composizione variegata del pubblico e l'alto tenore di ascolto partecipato, ed è proprio per questo motivo che insolitamente partiremo dal primo bis di Sollima e da un ricordo. Un anno fa, appena qualche ora dopo aver messo piede a San Pietroburgo, sulla vastissima piazza davanti all'Ermitage, ho assistito ad un miniconcerto improvvisato con uno dei brani più celebri degli ultimi trent'anni: Smells like teen spirit dei Nirvana: suonavano, e pure piuttosto bene, tre giovani sotto l'obelisco: violino, chitarra e bonghi. Sono convinta che Sollima, se fosse stato lì, si sarebbe fermato anche lui ad ascoltarli. Il Nostro ha infatti concluso il concerto proprio con la sua versione dell'inno planetario dei Nirvana tutta in acustica al suo violoncello e con l'Orchestra al completo. C'è un altro motivo per cominciare da qui: i Nirvana di Kurt Cobain hanno eseguito loro stessi come Sollima– e come ci ha anche informato nella sua colta introduzione Stefano Catucci -  una versione unplugged nel 1993 della title track di David Bowie dell'album pubblicato il 4 novembre 1970: The Man Who Sold the World.

Con il suo strumento firmato da Francesco Ruggeri (Cremona 1679) e come interprete e direttore dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, Giovanni Sollima è passato quindi tra due capisaldi per violoncello solista, presentandoli con il suo mirabile intermezzo improvvisato in cui non si può che notare la sua profonda affinità primitiva nei gesti – lo “abbranca” letteralmente il violoncello come a farlo suo, un appendice alla sua stessa natura – quanto raffinata nell'interpretazione.
In un continuum che non vede cesure, inizia il trascinante Concerto n. 2 in re maggiore per violoncello ed orchestra, op. 101 di Franz Joseph Haydn, ritrovato in quel di Praga solo nel 1961, attraverso una copia appartenuta a Joseph Weigl, violoncellista dell'orchestra degli Esterhazy dal 1761 al 1769, per i quali Haydn fu in servizio per la maggior parte della sua vita.
L'altra composizione classica chiamata ad intervallare i due classici è la meravigliosa trascrizione di Sollima da Bowie The Man Who Sold the World citata sopra, di cui mette in evidenza l'ostinato di concerto al lirismo raffinato e sussurrato dal pianissimo dello strumento solista.

Il Čajkovskij delle Variazioni su un tema rococò, op. 33, - esposte nella versione dell'eccellente violoncellista Wilhelm Fitzenhagen del 1889, il quale dal 1870 era "Konzertmeister" della Società musicale imperiale russa e stimato professore nel Conservatorio di Mosca -, si compongono di una verve ricca sia a livello di frase espressiva ed allo stesso tempo sensualmente delicata ed ammiccante. Il violoncello protagonista ha una parte melodica che si avvale di spunti via via più ritmici esponendo edulcorati accenti virtuosistici soprattutto nella seconda parte e nel finale eclatante e veloce.
La Terra con Variazioniper violoncello ed orchestra a firma di Sollima (1962) si esprime in un inizio riflessivo  che si stempera in un connubio di variazioni orientaleggianti ed ostinati: quasi un evento folclorico che da un inizio suadente muta in danza e influssi rockeggianti, con la coda di “non-strumento” costruito da lui, con la forma tra tamburo e chitarra.

Grandissime ovazioni con tamburellamenti di piedi sul pavimento ad imitazione dei musicsti in escalation da un pezzo all'altro - e special modo su Smells like teen spirit - danno un senso del fortissimo gradimento da parte di un pubblico festante e di tutte le età e compagini ed un merito al Maestro Battistelli, direttore artistico della sezione musica ed alla Fondazione Teatro dell'Opera di Roma per creare dei punti di accesso validi per tutti, per tutti i livelli di fruzione, continuando a mantenere uno standard di eccellenza.

Pubblicato in: 
GN20 Anno IX 17 marzo 2017
Scheda
Titolo completo: 

Teatro dell'Opera di Roma
Stagione 2016/2017
12 marzo 2017
Haydn, Čajkovskij, Bowie, Sollima

Direttore e violoncello solista  Giovanni Sollima

Giovanni Sollima  Breve improvvisazione al violoncello solo
Joseph Haydn Concerto n. 2 in re maggiore, op. 101
David Bowie  The Man Who Sold the World
Pëtr Il’ič  Čajkovskij  Variazioni su un tema rococò, op. 33
Giovanni Sollima  Terra con variazioni

Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma

Introduzione di Stefano Catucci