Opera di Roma. La vedova allegra tra lustrini e banche venete

Articolo di: 
Livia Bidoli
La vedova allegra

Al Teatro dell'Opera di Roma una Vedova allegra per la prima volta in tedesco: La vedova allegra ovvero Die lustige Wittwe di Franz Lehàr è stata presentata dal 14 al 20 aprile in stile “anni Cinquanta” firmata dal regista veneto Damiano Michieletto e sul podio il tedesco Constantin Trinks al debutto sul podio romano. La “prima” dell'operetta domenica 14 aprile è stata trasmessa in diretta da Rai Radio3.

E' la piu' celebre delle operette, Die lustige Witwe è stata scritta su libretto di Victor Léon e Leo Stein, tratto dalla commedia L’attaché d’ambassade di Henri Meilhac, e debuttò al Theater an der Wien di Vienna il 30 dicembre 1905 e poi in Italia il 27 aprile 1907 al Teatro Dal Verme di Milano. Nel 2007 è stata diretta da Daniel Oren con regia di Vincenzo Salemme - molto contestata - ed è tornata ora al Costanzi in una coproduzione con il Teatro La Fenice di Venezia.

La storia è presto detta. In un ricevimento del Pontevedro, piccolo ed immaginario stato balcanico ridotto alla bancarotta, si aspetta con ansia l’arrivo della ancor giovane Hanna Glavari, vedova del defunto e ricchissimo banchiere Glavari. Il denaro della vedova deve servire a risollevare le sorti del piccolo stato. Quindi si imposta una strategia per far sì che il giovane segretario dell’Ambasciata, il conte Danilo Danilovič, corteggi positivamente la bella vedova, tanto da sposarla. Ma le cose si complicano per vecchi rancori fra i due giovani, inframmezzati dalla corte del diplomatico francese Camille de Rossillon a Valencienne, la giovane moglie dell’attempato ambasciatore pontevedrino Mirko Zeta. Bellissima e struggente la romanza “Come di rose un cespo”. Il finale, lietissimo e scontato, vede il ballo tra Hanna e Danilo, suggellato dall’altrettanto famosa aria “Tace il labbro…”.

In questa versione a cura di Damiano Michieletto lo stato del Pontevedro è stato traslato - insieme alla sua ambasciata in una banca di provincia in crisi finanziaria durante gli anni '50.con una serie di brillanti coreografie di balli vari, dal can can delle ballerine mentre il protagonista è in uan sorta di sogno, ma è il twist che la fa da padrone e rende appieno la vivacità e la freschezza dell'operetta con un Hanna Glavari interpretata , tra balli e canti da un eccezionale soprano teutonico, Nadja Mchantaf, (di probabili origine afghane od in ogni caso orientali) in perfetto accordo vocale col partner che diventerà suo marito - happy ending d'obbligo per un'operetta di tal fatta - ovvero l'avvenente baritono brasiliano Paulo Szot. Lei ha una voce dalla modulazione  incredibile e balla splendidamente; lui è profondo e pieno nel canto e romanticamente dotato nell'intonazione avvolgente della voce. La voce di Valencienne, amante di Camille e moglie del direttore della banca in questo caso, è interpretata da Adriana Ferfecka, accattivanete e nel ruolo al completo col partner Peter Sonn, ben impostato anche lui nell'innamorato impaurito e guidato, nonché sottomesso dagli intrighi di lei. Nota di merito poi per il tenopre romano Marcello Nardis, dalla bella voce curata e sempre ben chiara e squillante, uno dei tanti seduttori di Hanna che risponde al nome di Raoul de Saint-Brioche.

Assolutamente nuova la parte addotta a Karl-Heinez Macek nei panni di Njegus, che si aggira come uan specie di mago con un ventaglio dal quale spolvera lustrini di fortuna sui suoi protetti: la coppia Danilo-Hanna ma anche Valencienne -Camille, e che per proteggerli farà passare il cosiddetto "brutto quarto d'ora" alla coppia principale.

Vogliamo sottolineare, per i balli che hanno intessuto allegramente nonché romanticamente l'operetta, che sono stati a cura di Chiara Vecchi per i movimenti coreografici. Originali e ben allestite le scene di Paolo Fantin, Carla Teti per i costumi, e Alessandro Carletti per le luci,suggestive soprattutto nella parte del "sogno" di Danilo.

Constantin Trinks al debutto, ha diretto Die lustige Wittwe in maniera eccezionale, facendo distillare all'Orchestra capitolina una della sue prove piu' ardite in piena armonia con l'operetta: lustro e brillantezza nei toni, affabilità nei valzer quanto raffinatezza nell'accompagnamento delle arie, in pieno accordo con i cantanti e con il Coro, splendidamente diretto da Roberto Gabbiani.

Uno spettacolo divertente, vario, applauditissimo e che ha colto perfettamente lo spirito in cui è stato scritto e voluto da Franz Lehàr.

Pubblicato in: 
GN21 Anno XI 15 - 22 aprile 2019
Scheda
Titolo completo: 

Teatro dell'Opera di Roma
Stagione 2018/2019
La vedova allegra
Die lustige Witwe
Musica Franz Lehár

Operetta in tre atti
Testo di Victor Léon e Leo Stein

Prima rappresentazione

Vienna, Theater an der Wien, 30 dicembre 1905
Teatro dell'Opera di Roma
Stagione 2018 - 2019
Durata: 2 ore e 15 minuti circa: 40' - 25' (intervallo) - 1h e 10'
Direttore Constantin Trinks
Regia Damiano Michieletto

REGISTA COLLABORATORE Eleonora Gravagnola
MAESTRO DEL CORO Roberto Gabbiani
SCENE Paolo Fantin
COSTUMI Carla Teti                                            
LUCI Alessandro Carletti
MOVIMENTI COREOGRAFICI Chiara Vecchi

PRINCIPALI INTERPRETI
BARON MIRKO ZETA Anthony Michaels-Moore
VALENCIENNE Adriana Ferfecka
HANNA GLAWARI Nadja Mchantaf
CONTE DANILO DANILOWITSCH Paulo Szot
CAMILLE DE ROSILLON Peter Sonn
RAOUL DE SAINT-BRIOCHE Marcello Nardis
VICOMTE DE CASCADA Simon Schnorr
BOGDANOWITSCH  Timofei Baranov *
SYLVIANE Rafaela Albuquerque *
KROMOW Roberto Maietta
OLGA Irida Dragoti *
PRITSCHITSCH Andrii Ganchuk *
PRASKOWIA Sara Rocchi *
NJEGUS Karl-Heinz Macek

* dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma

Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma

Nuovo allestimento in coproduzione con Teatro La Fenice di Venezia

In lingua originale con sovratitoli in italiano e inglese

La Lezione di Opera del Maestro Giovanni Bietti su La vedova allegra si terrà lunedì 15 aprile, alle ore 20.00, al Teatro Costanzi.
Per informazioni: www.operaroma.it