Palazzo Barberini. La Roma preziosa di Antoniazzo Romano

Articolo di: 
Livia Bidoli
Antoniazzo Romano

L'anello di congiunzione tra tardo gotico e Rinascimento: Antoniazzo Romano è Pictor Urbis a Roma, nella mostra che descrive ampiamente l'itinerario romano, ma non solo, di Antonio Aquili, dal 1° novembre fino al 2 febbraio 2014 nella sede di Palazzo Barberini a Roma. La mostra è organizzata dalla Soprintendenza e curata da Anna Cavallaro e Stefano Petrocchi che ne hanno illustrato le qualità peculiari accompagnando nella visita e nella scelta accurata dei quadri in esposizione, esplicitandone motivi e scelte.

Il pittore rinascimentale Antoniazzo Romano (Antonio Aquili detto Antoniazzo Romano, Roma 1435/40 – 1508) ha operato con influenze piuttosto evidenti da Beato Angelico, Benozzo Gozzoli e soprattutto da Piero della Francesca e da Melozzo da Forlì, si offre in un ditirambo di sale che opportunamente accolgono la produzione più rilevante del pittore che operò soprattutto dagli anni '60 del '400 a Roma.

La storia si descrive nelle sale come un circolo virtuoso, partendo infatti da quadri tardogotici come la Santa Liberata su tempera di un pittore romano rimasto anonimo della metà del XV secolo; al Redentore benedicente in trono di Simone da Roma, della stessa epoca, fino all'altro Redentore benedicente risalente a XI-XII secolo, di pittore romano anonimo, prettamente gotico, e che si trova custodito nella Cattedrale di Santa Maria Assunta di Sutri, ed esposto nella terza sala del percorso. Accanto troviamo il primo degli affreschi staccati di Antoniazzo Romano che, posti a seguito dei dipinti tardogotici, ben mettono in rilievo le comunanze pittoriche: a partire dai colori spenti ed ai grigi che rimandano a Piero della Francesca, purtroppo impossibile da ospitare, e con i quali è connivente una continuità, soprattutto evidente nelle prospettive dissimulate, o poco tracciate, e nei volti, di un'impassibile forza religiosa.

La compassione, non solo come dogma cristiano di Pietas, è rilevante in Antoniazzo nelle figure amorevoli delle Madonne, sebbene, anche tra di esse, sono rilevabili opportune differenze, come nelle tre messe a confronto nella seconda sala, di cui l'ultima, la Madonna col bambino del Pontificio Collegio Scozzese in Roma, è di una grazia irraggiungibile, dipinta negli occhi volti ardentemente verso il figlio per il quale è in atto di preghiera.

Un altro quadro di Antoniazzo di rilevanza encomiabile sia per l'esposizione, l'installazione è perfettamente equilibrata nelle luci, e che evidenzia l'atto di concessione della dote da parte della Vergine verso le tre fanciulle o zite (zitelle, orfane per cui veniva predisposta la dote da parte del convento) è appunto quello dell'Annunciazione con il Cardinal Torquemada (parente del Grande Inquisitore), proveniente dalla Chiesa di santa Maria sopra Minerva a Roma, che conserva gli iridescenti fondi oro che connettono Antoniazzo con una delle migliori caratteristiche del periodo tardo gotico: i colori puri. Questi ultimi possono essere ammirati anche nell'Arcangelo Gabriele e nella Vergine Annunciata, che si trovano di fronte, il primo su fondo azzurro, l'altra su oro.

Grande primato nella committenza sacrale romana ebbe Antoniazzo Romano, e nella mostra molte delle sue opere (in tutto quindici sue ma in totale sono cinquanta nel percorso museale), sono in prestito – oltre a quelle provenienti dalla Pinacoteca di Palazzo Barberini come il San Filippo Benizi del Perugino – dalle chiese romane, per cui sarebbe possibile ricostruire un ricco itinerario, con un'estensione del circuito fino a Rieti col figlio Maracantonio Aquili, di cui è in mostra la Resurrezione, ricca di dettagli e con la predella dedicata alla Passione.

Pubblicato in: 
GN1 Anno VI 5 novembre 2013
Scheda
Titolo completo: 

Antoniazzo Romano “Pictor Urbis”
1 novembre 2013 – 2 febbraio 2014
Roma, Palazzo Barberini
Via delle Quattro Fontane, 13

Orario: dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 19.00 (la biglietteria chiude alle ore 18.00)
Chiusura: il lunedì, il 25 dicembre e il 1 gennaio