Palazzo Braschi. Piranesi ed il fascino dell’utopia

Articolo di: 
Daniela Puggioni
La tomba di Cecilia Metella

Si è aperta a Palazzo Braschi, sede del Museo di Roma, un'affascinante mostra dedicata a Giovan Battista Piranesi (1720-1778), una sede quanto mai appropriata per la la sua architettura neoclassica che offre una a suggestiva cornice alle opere del grande veneziano, incisore e architetto che si dedicò anche alla riscoperta dell’archeologia.

L'esposizione è stata promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, con l’organizzazione dell’Associazione MetaMorfosi e Zètema Progetto Cultura; Luigi Ficacci e Simonetta Tozzi ne sono i curatori. Saranno in mostra fino al 15 ottobre 2017 oltre 200 opere grafiche, provenienti in ugual misura dalla Fondazione Giorgio Cini e dalle collezioni del Museo di Roma di Palazzo Braschi, che rappresentano un’ampia selezione delle opere più significative di Piranesi, straordinario incisore all’acquaforte e figura di spicco per la cultura figurativa del Settecento europeo.

Luigi Ficacci nel presentare la mostra ha voluto spiegare quale fosse  stato il suo obiettivo come curatore: mettere in luce la complessa e poliedrica attività artistica di Piranesi, oscurata dalla sua indubbia e meritata fama incisore all’acquaforte per la straordinaria  varietà tonale delle morsure e gli effetti dell’inchiostrazione, per partire dalla definizione che egli stesso si dava: "architetto". La sua formazione veneziana si era svolta studiando l'opera fondamentale di Vitruvio, De architectura, e i disegni di Andrea Palladio (1508-1580) , che quella tradizione aveva reinterpretato in chiave rinascimentale, ma poi aveva trovato fonte di ispirazione per la sua espressione creativa e immaginifica dal disegno scenografico derivato dalla conoscenza di Ferdinando Bibiena (1657 – 1743).

Del resto arrivato a Roma nel 1740 la prima bottega in cui lavorò Piranesi fu, pare per brevissimo tempo, quella dei fratelli Domenico e Giuseppe Valeriani, celebri disegnatori di scene teatrali, oltre che pittori di rovine. I Valeriani furono anche incaricati dall'architetto messinese Filippo Juvarra (1678 1736),  di eseguire le  quadrature a Stupinigi , tra il  1731 e il 1733. Lo studio dei resti dello antico suscitò poi un interesse per l'archeologia che allora nasceva come scienza; in questo la frequentazione e la protezione di Giovanni Gaetano Bottari (1689-1775) fu determinante per la consapevolezza dell'importanza del rigore filologico.

Giovanni Gaetano Bottari noto nell’ambito dell’Accademia della Crusca, soprattutto nella linguistica e nello studio della letteratura fiorentina, diventò segretario, consigliere e bibliotecario del cardinale Neri Corsini e si trasferì a Roma in seguito all'elevazione al soglio pontificio di  Lorenzo Corsini col nome di papa Clemente XII. A Roma i suoi interessi linguistici si erano allargati all' antiquaria e alle arti aveva perfino svolto indagini di ingegneria fluviale, connesse alla navigabilità del Tevere e di altri fiumi degli Stati Pontifici, grazie ai suoi studi di matematica e fisica. Questa dìgressione ci è parsa opportuna non solo per illustrare il punto di vista di Luigi Ficacci e Simonetta Tozzi, ma anche come premessa alla visita delle 16 sale in cui è articolata la mostra.

La prima sala è dedicata a l'Architettura di progetto e di veduta con opere di Piranesi provenienti da diverse serie di stampe, sia dalla serie Prima Parte di Architetture e Prospettive, che fu la prima pubblicazione di Piranesi al termine del primo soggiorno a Roma (1740-1743). L'intento fu di presentare un’opera progettuale di “architetto di questi tempi”, che espone le proprie idee attraverso i disegni creando “in nuove forme” quanto testimoniato dalle “parlanti ruine”. Lo sprito immaginfico è testimoniato da le due acqueforti Parte di ampio magnifico Porto e Pianta di ampio magnifico Collegio, due stampe d’invenzione appartenenti nell’edizione Opere Varie di Architettura, Prospettive, Grotteschi, Antichità del 1750. Sono esemplari di come la scenografia e della planimetria furono strumenti preziosi per arricchire la sua creatività. La prima edizione della raccolta intitolata Alcune vedute di Archi Trionfali risale invece al 1748, quando fu pubblicata col titolo Antichità romane de' tempi della Repubblica e de' primi imperatori ed è spesso inclusa anche nelle Opere Varie di Architettura. In queste stampe si percepisce l'influsso delle Vedute all’acquaforte del Canaletto che erano state pubblicate a Venezia nel 1744 nella sensibilità della resa luministica

Il dedicatario della serie di Piranesi è Giovanni Gaetano Bottari (1689-1775) che determinò un approccio più consapevole e  sensibile nella resa delle delle antiche rovine. L'analisi filologica si può osservare nella riproduzione degli strumenti usati nella edificazione, nelle descrizione di come fu realizzata la via Appia nelle tavole della Descrizione e Disegno dell’Emissario del Lago Albano (1762) che riproducono, il lungo cunicolo scavato dai romani per far defluire le acque del lago di Albano verso il mare. Lo studio accurato del grandioso rudere del cosiddetto “castello” dell’Acqua Giulia, più noto come Trofei di Mario in piazza Vittorio sull’Esquilino in cui le solide basi  di ingegneria e architettura lo indirizzarono all’esatta deduzione secondo cui si tratta “mostra d’acqua” monumentale dell’acquedotto di età augustea costruito da M. Agrippa nel 35 a.C..

Le riproduzioni di antichi reperti sono importanti testimonianze archeologiche, e le invenzioni decorative ad essi ispirate di Piranesi influenzarono anche la moda nell'arrendamento europeo. Nel 2010 per la mostra Le arti di Piranesi. Architetto, incisore, antiquario, vedutista, designer organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini, l’Atelier Factum Arte di Madrid, diretto da Adam Lowe, tramite modellazione in 3D e procedimento stereolitografico, realizzò alcuni manufatti tridimensionali come le ornamentazioni di caminetti o come il celeberrimo tripode del Tempio di Iside a Pompei, che ora sono stati prestati per l'esposizione romana. Non potevano mancare le strepitose Carceri d’Invenzione, mirabili invenzioni visionarie che ispirarono gli artisti come le intricate prospettive di Escher ma anche la letteratura, Baudelaire, Victor Hugo, Marguerite Yourcenar, le utopie architettoniche di Gropius e del Bauhaus e il cinema Ejzenštein, nei film Metropolis o Matrix.

Il Laboratorio PERCRO dell'Istituto TECIP, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa diretto dal Prof. Massimo Bergamasco con Marcello Carrozzino, Chiara Evangelista, Pietro Salerno, Marina Tanaka ha realizzato una visualizzazione tridimensionale di alcune delle Carceri d’Invenzione accurata nelle geometrie e che si propone di immergere lo spettatore nell'ambiente, ma ci è parsa al contrario di ottenere l'effetto opposto, un gelido studio architetonico. Chiudono la mostra una sala dedicata alla ristrutturazione di Santa Maria del Priorato dei Cavalieri dell’Ordine di Malta ,unica realizzazione completata da Piranesi come architetto, una commissione avuta grazie al cardinale veneziano Giovambattista Rezzonico, nipote di papa Clemente XIII, che venne nominato Gran Priore dell’Ordine di Malta nel 1763 La ristrutturazione terminata nell’ottobre del 1766, riguardò non soltanto la chiesa ma anche  la creazione di un ingresso scenografico e monumentale al complesso, l’attuale piazza dei Cavalieri di Malta; nella sala sono anche esposte le suggestive interpretazioni fotografiche di Andrea Jemolo. L'ultima sala è dedicata all’antica Paestum che Piranesi visitò nel 1777, dopo aver eseguito i disegni destinati alle future incisioni all’acquaforte, che non poté realizzare causa del suo grave stato di salute sarà il figlio Francesco che, l’anno dopo la morte del padre,a soli 58 anni nel 1778, a darle alle stampe.

Pubblicato in: 
GN34 Anno IX 23 giugno 2017
Scheda
Titolo completo: 

Piranesi. La fabbrica dell’utopia
Museo di Roma  Palazzo Braschi
Piazza Navona, 2; Piazza San Pantaleo, 10

Apertura al pubblico
16 giugno -15 ottobre 2017
Dal martedì alla domenica dalle ore 10 – 19
(la biglietteria chiude alle 18) chiuso il lunedì

Enti promotori
Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini di Venezia

Organizzazione di Associazione Culturale MetaMorfosi e Zètema Progetto Cultura

A cura di Luigi Ficacci e Simonetta Tozzi
Catalogo De Luca Editori d’Arte
Visualizzazione Immersiva Laboratorio PERCRO, TECIP-Scuola Superiore Sant’Anna

SPONSOR SISTEMA MUSEI CIVICI
Con la collaborazione di    MasterCard Priceless Rome
Sponsor Tecnico Il Messaggero

SPONSOR MOSTRA
In collaborazione con Fondazione Giordano; Fondazione Hruby
Sponsor ufficiale Listone Giordano
Sponsor tecnici Montenovi; Rotas; Skyarte; Artemagazine

Biglietti
Biglietto “solo mostra”: intero € 9; ridotto € 7; Speciale Scuola € 4 ad alunno (ingresso gratuito ad un docente accompagnatore ogni 10 alunni);  Speciale Famiglia: € 22 (2 adulti più figli al di sotto dei 18 anni)
Biglietto integrato Museo di Roma + Mostra (per non residenti a Roma):  intero € 15;  ridotto: € 11
Biglietto integrato Museo di Roma + Mostra (per residenti a Roma):
intero € 14;  ridotto € 10

Info    Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
www.museodiroma.it; www.museiincomune.it