Perugia. Herreweghe dirige il drammatico Cristo di Haydn

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Philippe Herreweghe

La Basilica di San Pietro a Perugia è stata  la suggestiva cornice del tradizionale Concerto di Pasqua della stagione concertistica degli Amici della Musica. Per questa occasione, è stata eseguita la versione oratoriale di Die seben letzten Worte unseres Erlösers am Kreuze (Le Sette ultime parole del nostro Redentore sulla croce) di Franz Joseph Haydn (1732-1809), una scelta raffinata e preziosa del direttore artistico, Alberto Batisti, di cui sono state protagoniste due eccellenti formazioni, l'Orchestre des Champs-Elisée e il Collegium Vocale Gent, dirette dal loro fondatore, il maestro Philippe Herreweghe.

Il brano, che sporadicamente viene proposto in Italia, è una composizione di rara potenza drammatica che ha avuto una genesi lunga e singolare, e tre versioni diverse. Nel 1785  il marchese José Saluz de Santa-Maria, canonico della chiesa Santa Cueva di Cadice incaricò il musicista, allora ancora al servizio degli Esterházy come Kapellmeister, di comporre la musica, esclusivamente strumentale, per la liturgia delle Tres Horas. Questa liturgia che dura tre ore, da mezzogiorno alle tre, è una meditazione sulle parole di Cristo sulla croce prima di morire, riportate dai quattro vangeli. La composizione nella prima versione rispetta la liturgia che prevedeva una introduzione strumentale, poi enunciazione delle priime parole , una meditazione su queste, interludio musicale e così via fino alle ultime. Questa versione fu pubblicata da Artaria (1787),  poi nel 1787 Haydn ne fece una seconda versione per quartetto d'archi, anche questa pubblicata dalla stessa casa editrice (1787).

Circa dieci anni, dopo che una versione oratoriale di Joseph von Frieberth, della sua composizione era stata pubblicata nel 1794,  Haydn decise di creare la sua ( circa 1796). Pare che sia stato proprio l'ascolto casuale di questa versione a spingere il compositore a mettere mano alla sua composizione con l'aiuto di Gottfried van Swieten, autore anche dei testi dei due successivi e più famosi oratori: La Creazione e Le Stagioni.  La nuova edizione a stampa conteneva un preambolo esplicativo del musicista stesso di cui riportiamo una parte:” ... La mia composizione doveva intonarsi a questo rituale ( Tres Horas). Non era un compito dei più facili far seguire sette adagi, uno dopo l'altro e ciascuno della durata di dieci minuti, senza stancare gli ascoltatori. Mi resi conto ben presto che non potevo attenermi ai tempi prescritti. Originariamente la musica era senza parole e in tale forma essa è stata fatta stampare. Solo più tardi mi sono deciso a rielaborarla sulla trama delle parole in modo che l'oratorio Le sette ultime parole del nostro Redentore sulla croce esce ora per la prima volta presso la casa Breitkopf & Härtel (1801) in forma completa e, per quanto concerne la musica vocale, del tutto nuova. Il grande amore con cui esso viene accolto da intenditori mi fa sperare che non mancherà di incontrare il favore anche di un pubblico più vasto.”

Non era la prima volta che Haydn affrontava il genere dell'oratorio, il primo fu Il ritorno di Tobia (1774-1775), che era stato composto nello stile italiano. Durante il soggiorno a Londra poi il musicista aveva ascoltato alcuni oratori di Händel tra cui Il Messia che l'aveva notevolmente impressionato, e ne tenne conto nella elaborazione dei lavori successivi soprattutto per quello che concerne il ruolo del coro. La versione oratoriale de Le Sette ultime parole del nostro Redentore sulla croce ha come protagonisti l'orchestra e il coro, che riveste un ruolo determinante, gli interventi dei soli sono minimi, o nell'enunciazione dei versetti iniziali, o brevi incisi nella trama corale, ma non ci sono né arie né pezzi di insieme. Oltre alle parti vocali nuove c'è un altro brano strumentale tra la quarta e quinta enunciazione e il terremoto finale basato sul Vangelo di Matteo:” ..il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra tremò e le rocce si spaccarono.”; un brano di grande impatto drammatico affidato all'orchestra e al coro

La sentita ispirazione religiosa si manifesta in ogni aspetto della composizione che ha uno svolgimento sintetico e non conosce momenti di pausa, perché non è mai disgiunta dalla tensione drammatica per lo stretto legame tra la musica e il testo. Le diverse esperienza di Haydn nel repertorio religioso, le messe, e nel melodramma sono confluite in questa partitura e il risultato è un mirabile capolavoro. L'interpretazione del maestro Philippe Herreweghe è stata trascinante  e straordinariamente  attenta a questi aspetti, l'esito è stato entusiasmante grazie anche alla bravura dell'Orchestre des Champs-Elisée, del Collegium Vocale Gent e dei solisti, Sarah Wegener, Marie Henriette Reinhold, Robin Tritschler e David Soar. Gli applausi del pubblico che numeroso affollava la basilica sono scrosciati entusiasti e così è stato concesso il bis del brano finale.

Pubblicato in: 
GN20 Anno VIII 31 marzo 2016
Scheda
Titolo completo: 

Amici della Musica
Stagione 2015-2016
Concerto di Pasqua
sabato 19 marzo 2016 ore 20.30,
Perugia Basilica di San Pietro

Orchestre des Champs-Elisée
Collegium Vocale Gent |
Philippe Herreweghe
, direttore
Sarah Wegener soprano
Marie Henriette Reinhold mezzo soprano
Robin Tritschler tenore
David Soar basso

Franz Joseph Haydn (1732-1809)
Die seben letzten Worte unseres Erlösers ami Kreuze
(le Sette ultime parole del nostro Redentore sulla croce)