Perugia. Lo Junges Stuttgarter Bach Ensemble nel Trittico Pasquale di Bach

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Johann Sabastian Bach

La Basilica di San Pietro di Perugia e la sua impareggiabile acustica sono state la perfetta cornice della trascinante esecuzione del Ciclo Pasquale di Johann Sebastian Bach; ne sono stati protagonisti i giovani del Junges Stuttgarter Bach Ensemble e Solisti della Bachakademie Stuttgart diretti da Hans Christoph Rademann.

La Bachakademie Stuttgart, centro di eccellenza nella formazione dei musicisti e cantanti che vogliano affrontare il repertorio del Kantor, dal 2011, su iniziativa di Helmuth Rilling, che ne è un formidabile interprete, ha creato il Junges Stuttgarter Bach Ensemble, un nuovo strumento per ampliare la formazione dei giovani provenienti da diverse nazioni europee e del nord e latino America. Nella formazione, che abbiamo ascoltato, non ci sono italiani né in orchestra né nel coro, cosa che non ci è parsa un segnale incoraggiante.

La Cantata BWV 182 «Himmelskönig sei willkommen» (“Benvenuto, re dei cieli”), per la Domenica delle Palme è la prima composta da un  Bach, non ancora trentenne 1714, nel suo nuovo e prestigioso incarico di “Konzertmeister” alla corte di Weimar. Il testo in parte è attribuito a Salomo Frank, poeta di corte, ed è basato su tre fonti: il Salmo n° 40, l'entrata di Gesù a Gerusalemme dal  Vangelo secondo Matteo e una stanza dal corale "Jesu Leiden, Pein und Tod" di Paul Stockmann. La cantata si apre con la “Sonata” nella quale flauto dolce e violino concertanti dialogano con l’accompagnamento del pizzicato degli archi e del basso continuo.

Il coro esordisce con “Himmelskönig sei willkommen”uno scintillante brano polifonico costruito su un canone; nella Cantata c'è un unico recitativo, affidato al basso, che intona la prima della tre arie, le altre sono affidate al contralto e al tenore in tutte uno strumento obbligato dialoga con la voce: nella prima c'è il violino, nella seconda il flauto e nella terza il violoncello del basso continuo. Nel finale il coro è protagonista prima con  il Corale e poi, aperto da violino e flauto concertanti, con il festoso coro conclusivo con il da capo come quello iniziale, due esempi della mirabile arte polifonica del Kantor.

Con i due Oratori di Pasqua e dell'Ascensione si chiude il ciclo degli Oratori di Bach, aperto dall'Oratorio di Natale il 17 dicembre 2014, nella stessa Stagione degli Amici della Musica di Perugia, un altro prestigioso obiettivo messo a segno, con grande successo di pubblico, dal direttore artistico, Alberto Batisti, sempre accorto nelle raffinate scelte dei programmi della stagione. Tre sono le composizioni a cui il Kantor diede il nome di Oratorio, in occasione del Natale, della Pasqua e dell'Ascensione, sebbene siano più affini alle cantate sacre che agli oratori di quell'epoca, la presenza di un Evangelista in due di queste composizioni e il testo dei Vangeli, sono nella tradizione dell'Oratorio derivato della antica dell'Historia.

L’Oratorio di Pasqua fu il primo ad essere definito così, si tratta di una parodia, derivata da una complessa storia di altre, a partire dalla Cantata profana, composta nel 1725 in occasione del compleanno del duca Christian di Sassonia-Weißenfels, poco tempo dopo, su testi di Christian Friedrich Henrici, più conosciuto  con lo pseudonimo Picander, poeta e librettista tedesco fu trasformata nella Cantata per la Pasqua. Bach la revisionò successivamente, sulla data non c'è accordo, si pensa a circa la metà degli anni trenta, la composizione solo allora prese il nome di “Oratorium Festo Paschalis”.

A differenza degli altri due oratori quello di Pasqua ha una forma drammatica, non c'è un Evangelista, il testo è una parafrasi del Vangelo narrata da quattro personaggi: Maria di Cleofa (soprano), Maria Magdalena (contralto), Pietro (tenore) e Giovanni (basso) e, inoltre, ci sono cori ma non Corali, una assenza del tutto inconsueta nella produzione del Kantor. L'oratorio si apre con due pezzi strumentali, una Sinfonia, in forma tripartita “italiana”, luminosa e trionfante con trombe e timpani e un Adagio pensoso. Il primo intervento del coro è con il duetto del tenore e del basso, in cui la musica riprende le brillanti caratteristiche della Sinfonia.

Dopo un recitativo in forma dialogica dei quattro solisti, si alternano tre recitativi a tre arie, tutte caratterizzate da una parte virtuosistica per strumento obbligato. Nella prima dolente, per soprano, c'è il flauto traverso, la seconda,  per tenore, è pervasa da un'atmosfera di serena contemplazione, che ricorda il carattere pastorale della prima cantata da cui deriva l'oratorio, ed è accompagnata dai flauti dolci. La terza aria, per contralto, è accompagnata dall'oboe che rafforza il tono concitato dell'ansiosa invocazione, un ultimo recitativo del basso introduce la scintillante conclusione affidata al coro che festeggia la resurrezione di Cristo, una grandiosa e sfolgorante architettura polifonica.

Il secondo dei tre oratori composti da Bach è l’Oratorium Festo Ascensionis Christi “Lobet Gott in seinen Reichen” (“Lodate Dio nei suoi regni”) fu eseguito la prima volta nel 1735, anche in questo caso il Kantor rielaborò brani precedenti, tutti perduti. L'oratorio è più corto e come in quello di Natale c'è l'Evangelista, a cui sono affidati brani tratti da passi di diversi Evangelisti, e inizia con un coro di scintillanti lodi a Dio anche in questo caso l'orchestra è ricca, agli archi si aggiungono due flauti traversi, due oboi, tre trombe, timpani. Nell'Oratorio, la cui struttura ricorda le cantate, ci sono molti recitativi, quelli dell'Evangelista e alcuni, meditativi affidati agli altri solisti, solo due arie, con il corale in posizione centrale e il coro conclusivo. Le arie del contralto e del soprano sono anch'esse di carattere meditativo mentre il coro finale, in cui ritorna il carattere festoso iniziale, è un'altra fantasmagorica costruzione polifonica del Kantor.

Il concerto si è svolto senza intervallo, un'ottima soluzione; l'esecuzione delle tre composizioni di Bach offerta dall'orchestra e dal coro dello Junges Stuttgarter Bach Ensemble sotto l'attenta ed provetta guida di Hans Christoph Rademann, è stata coinvolgente ed emozionante. La qualità dei diversi musicisti  è alta come testimonia l'abilità mostrata nell'affrontare le parti virtuosistiche, per strumento obbligato che accompagnano le arie negli oratori. Il livello dei solisti, omogeneo e di buon livello ha contribuito alla riuscita di questo entusiasmante concerto lungamente applaudito dal folto pubblico presente.

Pubblicato in: 
GN19 Anno VII Numero doppio 26 marzo - 2 aprile 2015
Scheda
Titolo completo: 

Amici della Musica di Perugia
Stagione 2014 – 2015
Venerdì 27 marzo 2015, ore 20.30
Basilica di San Pietro

Junges Stuttgarter Bach Ensemble
Hans Christoph Rademann, direttore
Solisti della BachAkademie Stuttgart
Jasmin Maria Hörner
Anna Krawczuk
Timothy Reynolds
Fabia Langguth

J. S. Bach: Cantata BWV 182 «Himmelskönig sei willkommen», per la domenica delle palme
J. S. Bach: Oratorio di Pasqua BWV 249
J.S.  Bach: Oratorio  per l'Ascensione "Lobet Gott in seinen Reichen BWV 11