Perugia. L'estro romantico di Sol Gabetta

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Sol Gabetta

Domenica 12 febbraio scorso Sol Gabetta, al violoncello, e Bertrand Chamayou, al pianoforte, sono stati gli acclamati protagonisti del concerto della 71° Stagione dei Concerti degli Amici della Musica di Perugia, svoltosi nella suggestiva Sala dei Notari.

I Fünf Stücke im Volkston (Cinque pezzi in stile popolare) op. 102, primo brano in programma, fu composta da Robert Schumann nell'aprile 1849 a Dresda prima di rifugiarsi in campagna a Kreisha. La composizione era stata scritta per essere suonata in casa nelle riunioni di amici; la "Hausmusik" (musica casalinga), il "far musica insieme", è un aspetto importante e significativo nella vita culturale tedesca. I Fünf Stücke im Volkston è scritta con l'indicazione per violoncello o  violino“ad libitum” a seconda delle circostanze, ma  la dedica al violoncellista Grabau di Lipsia fa intendere la preferenza per il violoncello.

Schumann ebbe una predilezione per le "miniature" e la sua abilità nel riunirle in un ciclo compiuto è testimoniato anche da questa composizione. Lo schema tonale dei brani e il loro carattere lo indicano: la minore, veloce; fa maggiore, lento; la minore, lento; re maggiore, veloce; la minore, veloce. L'uso dichiarato nel titolo di melodie dal carattere popolare, fa del compositore un precursore nello scoprire e reinterpretare la cultura popolare, una inclinazione tipica della musica mitteleuropea della seconda metà del secolo. Al violoncello è affidato il canto denso di nostalgia dei brani, un compito pienamente adempiuto da Sol Gabetta che con il suo strumento, un Matteo Goffriller (Venezia 1730), ha esaltato il lirismo della composizione. Il  1° brano, "Vanitas vanitatum" è caratterizzato da una intensa melodia che evoca un'atmosfera slava, il  2° è una dolce “berceuse”, dall'inconsueto fraseggio di sette battute; il 3° è elegiaco, il 4° è in stile di ballata, mentre l'ultimo chiude il ciclo e si ricollega al primo per tonalità e ambientazione espressiva.

La Sonata in fa maggiore op. 5 n. 1 di Beethoven è stato il secondo brano, la composizione  delle due Sonate op. 5, avvenne a Berlino dove il giovane compositore si trovava nella primavera 1796, durante una tournée, soprattutto nelle vesti di pianista, e fu propiziata dall'incontro con uno straordinario virtuoso del violoncello, Jean-Louis Duport. Nelle due Sonate del'op.5, infatti, compaiono innovazioni tecniche riconducibili al grande violoncellista che poi avrebbe scritto un trattato sull'argomento. La novità dell'op.5  è nella ricerca di un l'equilibrio tra i due strumenti, in quanto fino ad allora solo uno dei due era il protagonista (violoncello o pianoforte) mentre l'altro si limitava ad "accompagnare".

Le due composizioni hanno una forma analoga, due movimenti di vaste proporzioni, un primo tempo in forma sonata, preceduto da un'introduzione lenta, ed un secondo tempo in forma di rondò, le due sonate, però, sono molto diverse l'una dall'altra. Venendo a quella ascoltata la sonata in fa maggiore n. 1, nei due movimenti Adagio sostenuto. Allegro- Rondò: Allegro vivace, è quella in cui la ricerca di un equilibrio tra i due strumenti è meno riuscita perché il pianoforte è il vero propulsore della sonata e la mancanza di un tempo lento, che non sia solo un introduzione o una pausa prima del finale, penalizza il canto del violoncello mentre prevale la parte virtuosistica e brillante del pianoforte.

Il catalogo di Chopin comprende pochissimi lavori che non siano per pianoforte solo, o per pianoforte accompagnato dall'orchestra. A parte le liriche per voce e pianoforte, la musica da camera di Chopin comprende solo cinque numeri d'opera, tre dei quali  sono per violoncello e pianoforte (Introduzione e Polonaise in do maggiore op.3 del 1830, Grand Duo in mi maggiore su temi da "Robert le Diable" di Meyerbeer del 1832 e la Sonata in sol minore op. 65) ma solo la Sonata op.65 appartiene alla “maturità” del compositore, una eccezione visto il rapporto privilegiato dell'autore con il pianoforte. All'origine della Sonata, come anche del Grand Duo, c'è il profondo rapporto di amicizia di Chopin con il violoncellista August-Joseph Franchomme. La  sonata fu composta nel 1845-46, con molti dubbi e ripensamenti, come testimoniano le cancellature dell'autografo; ebbe una esecuzione privata completa nell'aprile 1847, poi, sempre con Chopin e Franchomme, una  senza il tempo iniziale, nel corso dell'ultimo recital di Chopin a Parigi il 16 febbraio 1848, dopo sei anni di assenza.

Il primo movimento, l'Allegro moderato è il movimento più lungo e complesso, ha una grande ricchezza melodica e armonica ed è in forma sonata, ma gli schemi classici sono reinterpretati in modo personale. C'è la contrapposizione fra il tema malinconico iniziale e il secondo tema pensoso e luminoso, ma esposizione e sviluppo seguono più un percorso interiore, e, come nella Seconda Sonata per pianoforte, Chopin scelse una riesposizione abbreviata senza il primo tema per partire direttamente dal secondo. Dopo lo Scherzo, che nel Trio offre la splendida melodia del violoncello, il Largo è una pausa meditativa rispetto ai forti contrasti di tutta la composizione. Nel Finale Allegro l'atmosfera torna drammatica come nel tempo iniziale con la densità della scrittura e l'imprevedibilità del percorso, che ha un importante episodio contrappuntistico nella sezione dello sviluppo e nella coda una conclusione densa ed emozionante.

Sol Gabetta, che ancora non avevamo ascoltato nel repertorio romantico, ha mostrato la sua visione acuta e intensa con una grande sensibilità nell'evidenziare le differenti tavolozze cromatiche dei diversi autori, dalla cullante berceuse di Schumann all'intensa passione drammatica di Chopin. Sa trarre dal suo strumento una molteplicità di sfumature avvolgenti e seducenti e una qualità e densità di suono dal pianissimo al fortissimo non cumuni. Bertrand Chamayou, ci è sembrato presente sì, ma come non fosse sempre “a fuoco” sui pezzi che stava eseguendo. Il pubblico che gremiva numeroso la Sala dei Notari ha calorosamente applaudito alla fine di ogni brano e alla fine ha ottenuto due bis: da "Seite canciones populares" di  Manuel De Falla, "Nana" , una dolcissima ninna nanna e "Polo" una vivace melodia iberica, due brani che attingono alla tradizione popolare ricongiungendosi idealmente, pur nella diversità, alla composizione di Schumann che ha aperto il concerto.
 

Pubblicato in: 
GN16 Anno IX 17 febbraio 2017
Scheda
Titolo completo: 

Domenica 12 febbraio 2017
71° Stagione dei Concerti degli Amici della Musica di Perugia
Sala dei Notari ore 17.30
Sol Gabetta, violoncello
Bertrand Chamayou, pianoforte
Schumann: Fünf Stücke im Volkston op. 102
Beethoven: Sonata in fa maggiore op. 5 n. 1
Chopin: Sonata in sol minore op. 65