Il progetto di restauro della Galleria di Alessandro VII nel Palazzo del Quirinale

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Galleria Alessandro VII Quirinale

Il 5 aprile 2011 è stato presentato il progetto di restauro della Galleria di Alessandro VII nel Palazzo del Quirinale, condotto dalla Sovrintendenza Storico Artistica per il Polo Museale di Roma, in accordo con il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica e con l'aiuto finanziario della Fondazione Bracco.

La Galleria fu edificata nel 1588 da Domenico Fontana su commissione  di papa Sisto V. Fontana concepì una grandiosa e splendida struttura architettonica  lunga circa 75 metri illuminata da finestre su entrambi i lati, una galleria che anticipa la famosa Galleria degli specchi a Versailles.

Successivamente nel 1655 Papa Alessandro VII Chigi incaricò Pietro Berrettini da Cortona, grande architetto e pittore, di decorarla dal pavimento al soffitto. L'idea concepita dal grande artista ed eseguita con l'aiuto di un gruppo di pittori, esalta la struttura architettonica della Galleria in quanto incornicia le finestre con affreschi di colonne che danno slancio all'architettura. Le colonne sono dipinte su uno sfondo policromo di verzura che suggerisce l'idea di apertura sul giardino e sono alternate a telamoni monocromi.

Nella parte superiore fu dipinto un ciclo che, traendo ispirazione da alcuni episodi dal Vecchio testamento, comincia con Dio ammonisce Adamo ed Eva di Lazzaro Baldi e Gaspard Dughet, - nell'attuale Sala degli ambasciatori - percorre circolarmente l'intera galleria con ovali e riquadri e con i due grandi affreschi che ornano le pareti brevi, ad opera rispettivamente di Pier Francesco Mola - Giuseppe riconosciuto dai fratelli - e di Carlo Maratta che con  l'Adorazione dei pastori, chiude l'anello nella sala di inizio.

Successivamente durante l'occupazione francese nel 1811 Napoleone, intenzionato a trasformare la sede del potere temporale papale in sede imperiale, incaricò l'architetto Raffaele Stern di adattare il palazzo alle esigenze della corte imperiale. Stern individuò nella galleria il luogo adatto per gli appartamenti dell'imperatrice Maria Luigia. Le modifiche furono disastrose, la galleria fu divisa in tre sale: le attuali Sala Gialla, Sala di Augusto e Sala degli Ambasciatori e tutte le finestre che affacciano sul Cortile d'Onore furono murate con tramezzi.

Gli affreschi, che incorniciano le finestre furono coperti da parati di stoffa e decorazioni successive coprirono la parte apicale delle colone lasciando integre solo le storie bibliche. Napoleone non venne mai a Roma e dopo la sua caduta il Quirinale ritornò al Papa Pio VII per poi, dopo il 1870, divenire dimora dei re d'Italia e poi dei presidenti della Repubblica mantenendo  la sua funzione di sede del potere.

Decorazioni successive sostituirono le precedenti che incorniciavano i dipinti biblici e si pensava che quelle precedenti, testimoniate dal disegno attribuito a Pietro da Cortona alla Christ Church Library di Oxford quello del Kunstmuseum de Düsseldorf , fossero andate perdute.

Nel 200,1 in applicazione della legge 626 sulla messa a norma degli impianti elettrici,  furono distaccati i pesanti parati e casualmente si scoprì che le decorazioni erano ancora intatte e rispondevano perfettamente  ai disegni conservati. Sono iniziati i restauri, le decorazioni sono state riportate alla luce e le finestre riaperte rinvenendo così negli sguinci le dediche ad Alessandro VII e il cotto antico rimasto.

Sulle due pareti brevi sono anche stati anche trovati gli affreschi monocromi di Porta Santa Maria del popolo appositamente restaurata da Bernini per l' entrata della regina Cristina di Svezia a Roma – omaggio al papa Alessandro VII per cui la conversione della regina fu una grande vittoria - e la chiesa di Santa Maria della Pace proprio di Pietro da Cortona, ancora a quell'epoca in fase di realizzazione. Inoltre la raffinata fattura di alcuni telamoni ha fatto pensare alla mano diretta di Pietro da Cortona.

Tra le curiosità indicate da Louis Godart – Consigliere per la Conservazione del patrimonio aristico della Presidenza della Repubblica -il rinvenimento di un misterioso messaggio scritto a matita nell'interno della seconda finestra a oriente della Sala Gialla “Amato  nel gennaio..qui fu imprigionato”.

Rossella Vodret che ha illustrato con passione tutto il progetto del restauro della Galleria di Alessandro VII ha detto, in risposta alle sollecitazione dei giornalisti presenti, che l'abbattimento dei tramezzi edificati da Stern per restituire alla struttura tutta la sua magnificenza, è un progetto che di cui deve essere verificata la stabilità anche se attualmente non sono state rilevate criticità statiche.

Ci dichiariamo ottimiste in proposito in quanto, non essendo state compiute nei secoli né sopraelevazioni né aggravi di peso al piano superiore come ad esempio con una biblioteca, Domenico Fontana non fu solo un grande architetto  ma anche un formidabile ingegnere. A lui si deve l'erezione degli obelischi  tra cui, uno su tutti, il gigantesco obelisco di Tutmosi III  che fu trasportato dal Circo Massimo dove si trovava a San Giovanni in Laterano dove fu innalzato. Pensare che abbia sbagliato i calcoli nel costruire la Galleria ci sembra un evento alquanto improbabile. Speriamo quindi che in un futuro prossimo la splendida  Galleria di Alessandro VII  nella sua integrità ritrovata sia restituita allo sguardo dei visitatori. 

L'attuale progetto di completamento del restauro nella Sala degli Ambasciatori è stato reso possibile grazie al contributo della Fondazione Bracco  – primo soggetto privato a collaborare in un progetto di restauro con la Presidenza della Repubblica - di 500.000 euro su una spesa complessiva di 2 milioni e verrà terminato entro Agosto 2011 e potrà poi essere ammirato dai visitatori del Quirinale. 

Pubblicato in: 
GN48 AIII 18 aprile 2011
Scheda
Titolo completo: 

Presentazione del progetto di restauro della Galleria di Alessandro VII Chigi nel Palazzo del Quirinale

Obiettivo dei lavori è riscoprire le pitture di Pietro da Cortona e dei suoi discepoli obliterate dagli interventi francesi tra il 1812 e il 1814, con la convinzione di riportare alla luce una delle più grandiose pagine del barocco romano.

Il restauro, la cui conclusione è prevista entro agosto 2011, è condotto dalla Soprintendenza Storico Artistica per il Polo Museale di Roma, d’intesa con il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, e si avvale del supporto della Fondazione Bracco, in particolare per i lavori nella Sala degli Ambasciatori.

Interventi di

Donato Marra, Segretario Generale della Presidenza della Repubblica
Elio Berarducci, Direttore dell’Ufficio della Segreteria Generale
della Presidenza della Repubblica
Louis Godart, Consigliere per la Conservazione del Patrimonio artistico
del Presidente della Repubblica
Diana Bracco, Presidente della Fondazione Bracco
Rossella Vodret, Soprintendente Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma