Santa Cecilia. Gloria di Rossini in nove movimenti

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Rossini Messa di Gloria. Applausi finali

L’incisione per Warner Classics della Messa di Gloria di Gioachino Rossini (1792-1868) con Orchestra e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano è stata l’occasione per ascoltarla nella Stagione sinfonica con un cast di notevole rilievo: Eleonora Buratto, soprano, Teresa Iervolino, contralto, Lawrence Brownlee e Michael Spyres tenori e Carlo Lepore, basso. Questo articolo si riferisce al concerto di sabato 29 gennaio.

Nel 1820 anno della prima esecuzione Rossini si trovava a Napoli, per i teatri della città aveva già composto varie opere: Elisabetta, regina d’Inghilterra, Otello, Armida, Mosè in Egitto, Ermione e La donna del lago. La Messa di Gloria gli fu commissionata dalla Arciconfraternita di San Luigi in occasione della celebrazione della festa, Maria dei sette dolori, molto sentita e partecipata da tutta la popolazione. Per Messa di Gloria si intende una Messa di Kyrie, Gloria e Credo, Rossini compose solo il Kyrie e il Gloria. Quando fu eseguita il 24 marzo 1820, il venerdì prima della Settimana Santa come era tradizione, si apprende dalle testimonianze, in verità contraddittorie, che l’esecuzione fu preceduta da una sinfonia, poi la Messa rossiniana, il Credo, forse composto da Pietro Raimondi (1786 – 1853) e nella seconda parte lo Stabat mater di Giovanni Battista Pergolesi (1710-1746) con i fiati aggiunti da Giovanni Paisiello (1740-1816).

La prima riproposizione della Messa di Gloria avvenne a Pesaro nel 1992 proprio nel giorno della nascita del compositore, il 29 febbraio, in occasione della ricorrenza del 200° anniversario, l’esecuzione fu proprio con l'Orchestra e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretti da Salvatore Accardo con Anna Caterina Antonacci, soprano, Bernadette Manca di Nissa, contralto, Francisco Araiza e Robert Gambill, tenori, Pietro Spagnoli, basso, le due successive repliche furono all’Auditorio di via della Conciliazione nei due giorni successivi. Artefice della ricostruzione della composizione fu Philip Gossett che già vent' anni prima aveva partecipato a un tentativo curato da Herbert Handt ma poi con l’aiuto della Fondazione Rossini era riuscito a trovare altri documenti su questa Messa di cui non c’è la partitura autografa.

Nel Bollettino del Centro Rossiniano di Studi a cura della Fondazione Rossini di Pesaro del 1995 lo studio di Jesse Rosemberg si occupa delle testimonianze in base alle quali la doppia fuga “Cum sanctu spirito” che conclude il Gloria sarebbe stata composta Pietro Raimondi, noto all’epoca per la sua abilità contrappuntistica. In sintesi riporta una serie di testimonianze che non costituirebbero la prova certa ma circostanze che potrebbero essere prove indirette, come il sostegno di Rossini per l’assunzione di Raimondi al S.Carlo, la commissione sempre a Raimondi per l’anno successivo di fornire musica all’Arciconfraternita di San Luigi per la stessa occasione, le analogie tra il "Cum sancto spiritu" e il canone dell’Amen della Messa di Gloria composta dal musicista, la lettera di un editore napoletano Guillame Cottrau  a sua madre in cui scrive che ha acquistato finalmente una copia della partitura fino allora gelosamente custodita da Rossini e infine una lettera del musicista pesarese scritta nel 1861 al direttore Andrea Costa, suo carissimo amico, affinché trovi un editore per l’oratorio Putifar-Giuseppe- Giacobbe di Raimondi, morto nel 1853, allo scopo di aiutare la sua famiglia in gravi difficoltà economiche. 

La composizione è articolata in nove numeri si inizia con il Kyrie, articolato in Kyrie eleison per coro, il Christe eleison per due tenori, Kyrie eleison per coro, mentre il Gloria è diviso in otto numeri. In quell’occasione le parti per soprano e contralto furono sostenute dai castrati perché in chiesa le donne non potevano cantare.
La musica di grande fascino è nelle forme operistiche a cominciare dal duetto dei tenori del Christe eleison, che allora furono cantate da Giovanni Battista Rubini e Giuseppe Ciccimarra, i tenori hanno anche un’aria ciascuno, Gratias agimus, con il fascinoso intervento del corno inglese, ben suonato da Maria Irsara, e Qui tollis con l’intervento del coro. La prima aria è stata interpretata da Lawrence Brownlee che ha usato eccessivamente il vibrato che sporca il timbro della voce e ci è parso poco espressivo. Spyres ha una splendida voce tenorile luminosa e pastosa, sale con facilità nella zona acuta e con altrettanta scende in quella grave e ha esibito una grande disinvoltura nell’affrontare l’esecuzione delle agilità.

Eleonora Buratto è molto espressiva, ha grandi mezzi vocali e una voce limpida e vellutata che sa usare appropriatamente, come ha dimostrato nell’intensa aria Laudamus Te e nei pezzi di insieme. Carlo Lepore ha brillato con la sua voce bronzea di basso scuro disimpegnandosi elegantemente nelle insidie tecniche della magnifica aria con clarinetto obbligato e virtuosistico, affidato al bravo Alessandro Carbonare nel Quoniam,Tu Solus Sanctus. Teresa Iervolino ha dato ottima prova di sé nelle parti di insieme perché non c’è l’aria per contralto. Autorevole e coinvolgente la direzione di Antonio Pappano che ha esaltato la cantabilità delle melodie grazie all’ottima prova dell’Orchestra e del coro ben preparato da Piero Monti. Grandi appalusi e acclamazioni per tutti gli interpreti anche nella prima parte in cui sono state eseguite di Rossini la sinfonia dell’Armida, “Quali accenti…Bella imago degli dèi”dalla Semiramide e E a tanto giunger puote… Ah vieni, nel tuo sangue” dall'Otello.

Pubblicato in: 
GN14 Anno XIV 9 febbraio 2022
Scheda
Titolo completo: 

Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Stagione sinfonica 2021-2022
Giovedì 27 gennaio ore 19.30, venerdì 28 ore 20.30, sabato 29 ore 18.00
Auditorium Parco della Musica di Roma – Sala Santa Cecilia

Orchestra e Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Antonio Pappano direttore

Eleonora Buratto soprano
Teresa Iervolino contralto
Lawrence Brownlee tenore
Michael Spyres tenore
Carlo Lepore basso

Piero Monti maestro del coro

Rossini         Armida Sinfonia
Semiramide “Quali accenti…Bella imago degli dèi”
Otello “E a tanto giunger puote… Ah vieni, nel tuo sangue”
Messa di Gloria