Teatro dei Conciatori. La strepitosa vita di Tony Allotta

Articolo di: 
Stefano Coccia
Tony Allotta

Tra il 5 e il 10 marzo 2013 il bravissimo Tony Allotta ha fatto nuovamente conoscere al pubblico del Teatro dei Conciatori un testo che, pur in forma di monologo, è in grado di far pulsare di vita un intero quartiere, la Belleville multietnica della Parigi anni ‘80.

Il testo in questione, La vita davanti, affresca scene di vita vissuta con una nitidezza quasi cinematografica ed è frutto dell’intensa attività culturale di Roman Kacew alias Romain Gary alias Émile Ajar, pseudonimo questo con cui lo scrittore e diplomatico francese d'origine ebreo-russa, morto suicida, firmò tale lavoro. E le poche note biografiche che abbiamo introdotto, relativamente all’autore, lasciano intendere quanto un’ esistenza così tormentata e in qualche misura trans-nazionale abbia orientato la sua opera letteraria…

La vita davanti, già rappresentato con successo da Allotta ai primi di gennaio e rimesso poi in scena a marzo, è un testo che merita di essere proposto e riproposto per la profonda umanità che lo pervade, un’umanità dolente ma estremamente vitale che riempie di storie un caseggiato della periferia parigina abitato da famiglie ai margini della società. Il punto di vista da cui viene osservato questo microcosmo, nel quale ribollono le più disparate emozioni, è difatti quello di Momo, ragazzino mussulmano abbandonato dalla madre prostituta nell'appartamento-orfanatrofio di Madame Rosa; la quale è a sua volta un’anziana prostituta ebrea dai larghi e generosi fianchi, scampata ad Auschwitz e finita a occuparsi, nella Parigi del dopoguerra, dei figli delle colleghe che le madri stesse hanno affidato a lei o che hanno frettolosamente abbandonato al loro destino; ed è in quel piccolo appartamento al sesto piano, pieno di cacca, amici immaginari e mocciosi disposti a piccoli furti, anche per ottenere maggior attenzione, che il racconto prende forma.

Tony Allotta, forte di un accento francese pittoresco quanto basta, ma mai caricato, seduce con la voce e con piccoli esuberanti gesti, riuscendo così a materializzare una serie di ricordi e di aneddoti che prendono direttamente alle viscere. Il suo è un dialogo con il testo e con il pubblico per nulla banale, che quando si avvale di un’interazione diretta con gli spettatori lo fa in maniera genuina, esibendo tatto e sensibilità, mentre poche ma riuscite trovate sceniche riescono ad affrescare gli spazi e la miriade di personaggi con cui il giovanissimo protagonista si relaziona, sin dall’infanzia; compreso quel buffo ombrello trasformato, da vero artista di strada, in migliore amico e strumento di lavoro; con in più le luci e le penombre di una cantina divenuta l’epicentro della memoria, di scelte sofferte; e con lo sfondo di una banlieu pronta magicamente ad animarsi, ogni volta che le parole di Tony Allotta si fanno più accalorate e che le differenti sonorità di Serge Gainsbourg e di Trenet si diffondono intorno a lui e ai personaggi evocati dal racconto.

Pubblicato in: 
GN20 Anno V 26 marzo 2013
Scheda
Titolo completo: 

Teatro dei Conciatori
LA VITA DAVANTI
da Emile Ajar
di e con Tony Allotta