Teatro Tor di Nona. Il magma incandescente del '77

Articolo di: 
Stefano Coccia
'77 La rivoluzione è finita. Abbiamo vinto

Diapositive di un movimento destinato a perdere, a perdersi, ma non prima di aver fatto debuttare sul palcoscenico della Storia una generazione ancora in grado di lottare, di inseguire determinati ideali. E ad animare tali diapositive un gruppetto di attori incredibilmente affiatato, convincente e capace di emozionare. Citiamoli pure tutti: Ugo Benni, Elvira Berarducci, Bernardo Casertano, Michele di Vito, Sebastiano Gavasso, Irene Maiorino, Francesca P. Pastanella, Adriano Saleri, F. Valeriano Solfiti. I ragazzi di oggi chiamati a interpretare i ragazzi di ieri. Sono loro i giovani e validissimi attori che tra il 2 e il 4 aprile 2013, al Teatro Tor di Nona, hanno riportato in scena un bellissimo spettacolo di Francesca Pirani, ‘77. La rivoluzione è finita. Abbiamo vinto, che già l’anno prima aveva ottenuto riscontri notevoli.

Per entrare nel merito di quel periodo storico, il '77, particolarmente intenso e problematico per l’Italia, rievocato dalla Pirani con una sensibilità non comune, lasciamo subito la parola all’autrice: “Proporre oggi un testo sul '77 è una sfida sotto ogni punto di vista: il tema, lo sfondo storico, le ideologie… Ma forse proprio in un periodo di piattezza culturale e poco coraggio, bisognerebbe tentare una provocazione forte. Quali sono i temi di un testo teatrale sul '77? La giovinezza, i sogni, la fantasia, il desiderio, la ribellione, l'irrazionalità rivendicata contro le logiche razionali, la rivolta al passato, ai padri, ai pensieri deludenti, alla mediocrità.”
Ecco, trattandosi di mettere in scena gli aspetti più forti del movimento giovanile che nel ’77 seppe dare una scossa al grigiore e al conformismo, imperanti allora (quasi quanto oggi) in Italia, risulta evidente la maturità di Francesca Pirani nell’interpretarne sia le contraddizioni che gli impulsi più genuini, sia i limiti dell’impostazione ideologica che le aperture presenti in essa.

Emoziona. Illude. Fa riflettere. Spaventa. Empatizza. Ironizza. Rievoca senza congelare il ricordo. Attualizza e distanzia nel tempo senza forzature, senza ipocrisie. Questo fa uno spettacolo come ‘77. La rivoluzione è finita. Abbiamo vinto, in cui si mescolano sapientemente le speranze dell’epoca, la volontà di cambiamento e la frustrazione dovuta all’allontanarsi del cambiamento stesso, al progressivo dissolversi di quella estemporanea folata rivoluzionaria non sorretta, purtroppo, da un’adesione compatta delle masse. Ed è da qui che vediamo differenziarsi i percorsi, tra chi medita di rinunciare alla lotta, chi vorrebbe recuperarla in un’ottica culturale e sociale diversa, chi aspira ad anticipare bruscamente i tempi della lotta armata; senza beneficiare peraltro di quel sostegno popolare, che a tale scelta potrebbe assicurare una prospettiva differente. Il che fa pensare inevitabilmente ai rischi già denunciati a inizio Novecento da Lenin nel fondamentale L'estremismo, malattia infantile del comunismo, citato anche nel corso dello spettacolo.

Ma non sono soltanto la bravura degli interpreti e la consapevolezza, da parte dell’autrice, dei temi trattati, a rendere così avvincente lo spettacolo; uno spettacolo alla cui presa emotiva contribuisce senz’altro quella struttura dramaturgica fluida, dialettica, le cui tensioni interne vengono sapientemente valorizzate dalla scenografia sobria ma pulsante di vita, così come da un’attenta impostazione delle luci. Sul palco, tra riferimenti a Camus, a Dostoevskij (soprattutto I demoni) e ad altri, finiscono per sovrapporsi scene degli anni ’70 e brevi parabole di quasi un secolo prima, con le disperate imprese dei populisti russi poste quasi ad anticipare l’escalation terroristica alla quale alcuni giovani del movimento, nauseati e delusi dall’ormai imminente riflusso, avrebbero aderito in Italia. E senza produrre sull’argomento giudizi scontati, affrettati, piccolo-borghesi, ‘77. La rivoluzione è finita. Abbiamo vinto propone fino alla fine uno sguardo sincero, partecipe, in cui l’elemento ideologico e quello umano, privato, si fondono come a formare un magma incandescente.

Pubblicato in: 
GN22 Anno V 9 aprile 2013
Scheda
Titolo completo: 

Teatro Tor di Nona - Roma
Dal 2 al 4 aprile 2013 - ore 21,00

77 LA RIVOLUZIONE È FINITA. ABBIAMO VINTO
con Ugo Benini, Elvira Berarducci, Bernardo Casertano, Michele di Vito, Sebastiano Gavasso, Irene Maiorino, Francesca P.Pastanella, Adriano Saleri, F.Valeriano Solfiti
costumi Francesca Micheletti
scene Mirco Murgia
regia Francesca Pirani, Eugenia Scotti

Teatro Tordinona - Via degli Acquasparta 16, Roma (piazza Navona)