Teatro Vascello. Giuseppe Verdi tra Goldoni e Brecht

Articolo di: 
Giulio de Martino
Verdi a Napoli

Al Teatro Vascello di Roma – dal 23 al 26 febbraio 2017 – si è vista in prima rappresentazione nazionale la pièce Giuseppe Verdi a Napoli del drammaturgo Antonio Tarantino (nato nel 1938), con la regia di Sandra De Falco. In epoca di studi «post-coloniali» – dove si cerca di comprendere, nell'età della globalizzazione, l’orizzonte culturale dei popoli e delle culture che provengono da un passato di colonizzazione europea – si può interpretare il testo di Tarantino come un'esplorazione dell’interminato disagio di Napoli e del Meridione d’Italia – frettolosamente inseriti nello scenario italiano nel 1861 – rispetto alla vita nazionale. 

Il grande compositore Giuseppe Verdi (1813-1901) fu più volte a Napoli prima dell’unità d’Italia. Lo scrittore napoletano Salvatore Cammarano (1801-1852) fu suo librettista in più occasioni (Alzira, 1845; Luisa Miller, 1849; Il trovatore, 1853). Lo spettacolo si riferisce al periodo della stesura del libretto del melodramma La battaglia di Legnano (1849). Si immagina, infatti, che in quel periodo – fra il 1848 e il consolidarsi del regno di Ferdinando II a Napoli – sia avvenuto, proprio a Napoli, un dialogo fra Verdi e il suo librettista. Esiste ovviamente un carteggio tra il compositore parmense e il librettista napoletano che funge da immaginifico preambolo al testo di Tarantino, ma sulla scena ci si allontana da esso per inseguire suggestioni puramente teatrali.

Nel piacevole testo di Tarantino, oltre alle strategie commediali necessarie alla rappresentazione – che derivano dalla commedia settecentesca – vi sono spunti analitici di origine “teatro politico” (Brecht, Piscator) che danno prospettiva storica alla tenue vicenda e suggeriscono riflessioni al pubblico («è bene che i napoletani diventino un po’ piemontesi, ma sarebbe anche bene che i piemontesi diventassero un po’ napoletani»). 

Davanti al pubblico, Sandra De Falco dipana un linguaggio scenico di ascendenza goldoniana: palcoscenico pressoché vuoto (ad eccezione dei bei fondali), attori sempre in piedi, fitti i dialoghi – con musiche e canti –, personaggi avvicinabili a maschere per la brillantezza stereotipata del parlato e la gestualità commediale. Da una parte si assiste al contrasto fra i due personaggi maschili ora in gerarchia di ruoli e portafoglio, ora in complicità per convenienza reciproca. Dall’altra parte, a mediare tra i due, si trova la fantesca Caterina: donna del popolo arguta e dai modi spicci che svela agli occhi dell’augusto ospite l’intreccio di miseria e nobiltà in cui vive con il suo padrone.

Divertente è il bisticcio lessicale tra Verdi e Cammarano a proposito della definizione dei protagonisti de La battaglia di Legnano: «cospiratori» o «congiurati» per il letterato realista napoletano, «patrioti» o «eroici liberatori» per il musicista idealista lombardo.

La cifra dell’accurata e misurata regia di Sandra De Falco si evidenzia quando Caterina, nel finale della commedia, canta due brani in cui pare di ritrovare  – con l’intonazione che cade fra le note  – la musicalità di Kurt Weil; mentre certe dinamiche attoriali  – che svelano la farsa e ammiccano con qualche straniamento al pubblico  – vengono certamente da Goldoni ma evocano anche la lezione di Brecht. Il pubblico si è divertito e ha lungamente applaudito.

Pubblicato in: 
GN18 Anno IX 3 marzo 2017
Scheda
Titolo completo: 

Teatro Vascello – Roma

23-26 febbraio 2017

GIUSEPPE VERDI A NAPOLI, testo inedito di Antonio Tarantino
con Carlo di Maio, Paolo Giovannucci, Fabrizio Parenti, Giulia Valenti
Drammaturgia musicale: Azio Corghi
Coreografie: Valentina Carpitella
Scene e costumi: Roberto Crea
Direzione musicale: Enrico Arias
Sarto: Marco Gioacchini PER L'OPERA
Progetto visivo e locandina: Chiara Coccorese
Regia: Sandra De Falco

Produzione: La Fabbrica dell'Attore – Teatro Vascello Roma, Altre Conversazioni.