La Tosca di Puccini. Il verismo italiano ritorna a Pordenone

Articolo di: 
Roberto Begnini
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Tempo d'estate: il Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone apre le porte per tre serate di grande richiamo. Un abbinamento tra musica e cinema è la proposta del concerto sinfonico dedicato al compositore Premio Oscar Dario Marianelli. Il musicista italiano, pluripremiato per le sue colonne sonore, è stato presente per la prima volta a Pordenone insieme alla Roma Tre Orchestra. L'omaggio ai film d'autore prosegue con The Wind, capolavoro del 1928 riproposto con una nuova colonna sonora: Zerorchestra e Accademia d'Archi Arrigoni insieme per ricreare le magiche suggestioni del cinema muto il prossimo 24 luglio. Focalizziamo però l’attenzione sul secondo appuntamento del programma, ovvero il ritorno della lirica a Pordenone con Tosca, una delle opere più celebri di Puccini, amatissima dal pubblico di tutto il mondo.

Al suo debutto nel 1900 al Teatro Costanzi di Roma, una minaccia di bomba fece ritardare di qualche minuto la rappresentazione: cominciava così una leggenda… La storia che va oltre la scena per perdersi nelle strade della Città Eterna, è stata la protagonista di una calda serata pordenonese con una produzione del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, orchestra e coro del Teatro Lirico della Fondazione Lirica Teatro “G. Verdi” di Trieste, rispettivamente diretti dal Maestro Francesca Tosi e dal Maestro Fabrizio Maria Carminati.

Per qualunque regista, quest’opera è una delle grandi pietre miliari della storia della musica, la più  completa drammaticamente parlando. Non si può ammettere una Tosca mal eseguita con la completezza delle annotazioni che Puccini stesso ha trasmesso, proprio perché nessuno come lui sapeva quello che voleva.

Il compositore si è fatto carico personalmente che la Roma di Tosca fosse la più attinente possibile alla realtà (si pensi che persino il suono della campana della chiesa è in si bemolle, proprio come quello della Basilica di San Pietro), e l’argentino Hugo de Ana, che ne ha curato scene, costumi e luci, ben ha rispettato questi canoni rappresentando fedelmente scorci della chiesa di Sant'Andrea della Valle, di Palazzo Farnese e della terrazza di Castel Sant'Angelo. Avrebbe forse potuto evitare o quantomeno limitare, il De Ana, uno schermo velato onnipresente davanti alla scena che, sebbene contribuisca a rendere fosca l’atmosfera, in realtà si trasforma in elemento disturbante, quando viene utilizzato per proiezioni di particolari architettonici e pittorici, che alimentano sì la drammaticità, ma nascondono fastidiosamente l’azione.

Nonostante quello che comunemente la gente possa pensare dell'opera, Tosca riesce a smobilitare anche il cuore di un pubblico non melomane, tocca la nostra parte più sensibile perché nelle opere di Puccini tutto è umano: baci, carezze e abbracci. L’autore rappresenta quel verismo italiano che appartiene a un gruppo di compositori dalla fine del XIX secolo e che mantengono vivi gli ideali romantici nella vita quotidiana.

L'opera di Puccini è una dichiarazione di intenti, un manifesto eroico incarnato nel pittore stesso, che nasconde il suo amico prigioniero politico fuggito dalle prigioni di Castel Sant'Angelo. Hugo de Ana è il principale responsabile della trasmissione emotiva che già dalle prime note deve coinvolgere il pubblico, poiché l’ouverture è praticamente inesistente. Proiezioni caricate di cupole barocche ed elementi architettonici servono per ricreare gli eccessi di Roma. Lo scenografo è qui responsabile di quello che rimarrà principalmente nella memoria del pubblico, e sicuramente De Ana ha ben inteso l’assunto, regalandoci una Tosca filologicamente ineccepibile.

Pubblicato in: 
GN40 Anno IX 4 agosto 2017
Scheda
Titolo completo: 

Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone 

TEATRO "GIUSEPPE VERDI" DI TRIESTE

TOSCA
ORCHESTRA E CORO DELLA FONDAZIONE LIRICA TEATRO "GIUSEPPE VERDI" DI TRIESTE
Musica di Giacomo Puccini
Melodramma in tre atti su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica dall’omonimo dramma di Victorien Sardou
Ed. musicali E. F. Kalmus & Co. New York

Maestro Concertatore e Direttore: Fabrizio Maria Carminati
Regia, scene, costumi e luci: Hugo de Ana    
Maestro del Coro: Francesca Tosi

Interpreti
Floria Tosca: Francesca Tiburzi
Mario Cavaradossi: Luciano Ganci
Il barone Scarpia: Ruben Amoretti
Cesare Angelotti: Zoltán Nagy
Il sagrestano: Dario Giorgelè
Spoletta: Motoharu Takei
Sciarrone: Fumiyuki Kato
Un carceriere: Giovanni Palumbo
Un pastorello: Emma Orsini      

Produzione: Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Allestimento del Comune di Bassano del Grappa /Opera Festival e del Comune di Padova

Con la partecipazione de "I Piccoli Cantori della Città di Trieste" diretti dal M° Cristina Semeraro
In collaborazione con Sawakami Opera Foundation

Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste