Vittoriano. Le donne fugaci di Giovanni Boldini

Articolo di: 
Giulio de Martino
Giovanni Boldini

Quando una mostra è «bella» va scritto. Ve ne sono state altre, ma questa dedicata al pittore ferrarese e poi parigino Giovanni Boldini (1842-1931) è sicuramente bella e molto gradevole da visitare. La si può vedere fino al 16 luglio al Museo del Vittoriano, Ala Brasini, a Roma.

La selezione di dipinti è imponente: 160 opere che illustrano in modo più che soddisfacente con olii e pastelli - oltre a una piccola selezione di disegni su carta e incisioni - la grande creatività dell’artista.
Raccogliendo dipinti da sessanta diversi prestatori  - in quattro anni di ricerche  -  Tiziano Panconi e Sergio Gaddi espongono, oltre a Boldini, anche 30 opere di artisti a lui contemporanei come: Cristiano Banti, Vittorio Matteo Corcos, Giuseppe De Nittis, Antonio de La Gandara, Paul-César Helleu, Telemaco Signorini, James Tissot, Ettore Tito, Federigo Zandomeneghi.

Gli appassionati di Boldini potranno ammirare suoi dipinti di rara visibilità come: La tenda rossa (1904), Signora che legge (1875), Ritratto di signora in bianco con guanti e ventaglio (1889), Signora bruna in abito da sera (1892 ca.), Ritratto di Madame G. Blumenthal (1896) e altri provenienti da collezioni private e da musei quali il Musée d'Orsay di Parigi, lo Staatliche Museen zu Berlin - Nationalgalerie di Berlino, il Musée des Beaux-Arts di Marsiglia, gli Uffizi di Firenze e il Museo Giovanni Boldini di Ferrara.

La mostra al Vittoriano, pur presentando tutti i soggetti e i momenti della pittura di Boldini, pone in peculiare risalto la sua grande capacità di ritrarre le donne della buona società di fine ‘800  – le nobili e le borghesi – fornendo di loro una immagine vivace, estrosa e per nulla conformistica. Si pensi non tanto ai dipinti  di nudo e a quelli decisamente maliziosi, come Provocazione (1895) e La toiletta (1890), ma soprattutto ai ritratti in posa nei quali Boldini riesce a far emergere nelle donne energia comunicativa e forza seduttiva, senza cadere nel cliché della ripetizione stereotipata, ma escogitando una figurazione originale per ogni persona.

L’aneddotica ci descrive Boldini come un uomo di bassa statura, di cultura europea, amante del lusso, assiduo frequentatore di dame e di «cafè chantant»: uno dei pittori più richiesti dalla classe aristocratica francese e inglese. Nato a Ferrara, perfezionatosi a Firenze, si trasferì a Parigi – la metropoli del nuovo secolo - nel 1871, ma si recò spesso oltre la Manica per ritrarre le mogli dei personaggi più influenti della tempo. Sposatosi la prima volta nel 1904, si sposò di nuovo nel 1926, all’età di 84 anni, con la giovane giornalista Emilia Cardona. La storia dell’arte descrive Boldini come uno dei più importanti pittori italiani tra i due secoli, sicuramente competitivo con Toulouse Lautrec e con Mucha.

La mostra del Vittoriano esibisce un piacevole inquadramento storico-artistico e cronologico delle opere di Boldini. La partizione è: “La luce nuova della macchia (1864-1870)”; “La Maison Goupil fra chic e impressione (1871-1878)”; “La ricerca dell’attimo fuggente (1879-1891)” e “Il ritratto Belle Époque (1892-1924)”. Senza appesantimenti didascalici, si evidenzia il suo sforzo di continuo rinnovamento linguistico al fine di portare la pittura alla massima capacità espressiva e di introspezione psicologica. Più efficace con il disegno e la pittura del freddo occhio meccanico della fotografia, Boldini - oltre alle vesti sempre sontuose e colorate – si dedicava con la massima cura alla raffigurazione del viso e degli occhi delle donne per catturarne e esprimerne la personalità.

Se Umberto Eco bollava Boldini come un pittore kitsch, appare oggi più interessante analizzarne la maniera:  la fusione di un realismo impressionista nei volti e nei corpi con le pennellate vorticose e avanguardistiche degli abiti e dei fondali. Boldini, come costruttore dell’immagine femminile europea e moderna, appare oggi – in una stagione di riscoperta dell’«éternel féminin» (das EwigWeibliche di Goethe) – senz’altro attuale.
Nel bel catalogo edito da Skira, oltre all’analisi profonda della pittura di Boldini, viene pubblicato il suo Epistolario inedito con Telemaco Signorini e altri, a cura di Tiziano Panconi e Loredana Angiolino.

Pubblicato in: 
GN20 Anno IX 17 marzo 2017
Scheda
Titolo completo: 

Giovanni Boldini
Museo del Vittoriano, Ala Brasini
dal  04 03 2017 al 16 07 2017
Orari:
dal lunedì al giovedì  9.30 - 19.30
venerdì e sabato  9.30 - 22.00
domenica  9.30 - 20.30