West Side Story secondo Steven Spielberg

Articolo di: 
Elena Romanello
West Side Story

Disney + presenta, a pochi mesi dall'uscita al cinema, di breve durata come è ormai d'abitudine, l'ultima fatica di Steven Spielberg, West Side Story, nuova versione cinematografica del celebre musical di Leonard Bernstein, Stephen Sondheim e Arthur Laurents, dopo quella celeberrima del 1961.

Una storia già immortale con musiche altrettanto immortali, un Romeo e Giulietta ambientato nei bassifondi di New York su cui incombe la riqualificazione edilizia accompagnata dalla speculazione, è tornata quindi al cinema, diretta da uno dei registi più eclettici e amati degli ultimi cinquant'anni, capace di passare dai cult nerd come ET e la saga di Indiana Jones a toccanti vicende a sfondo storico del calibro di Schindler's List e Salvate il soldato Ryan.
La storia di West Side Story è ambientata negli anni Cinquanta, ma parla di argomenti attualissimi ancora oggi: la corruzione della polizia, il disagio giovanile, le difficoltà di integrazione per chi proviene da Paesi diversi, il ruolo delle donne, lo scontro tra culture, la violenza urbana, la gentrizzazione ai danni di chi è più povero, le vecchie e nuove forme di emarginazione sociale. Vedendo il film, non si può non riflettere su come certe questioni erano attuali sessant'anni fa e lo sono adesso, vedendo gli scontri tra le due bande urbane dei Jets, immigrati europei di seconda generazione, e gli Sharks, oriundi portoricani, simbolo degli intoppi del sogno americano e della mancanza di un vero ascensore sociale soprattutto per i giovani, annosa questione mai così attuale come adesso.

In questo, quindi, la nuova versione di West Side Story fa centro eccome, così come nel riproporre canzoni struggenti, ormai parte delle colonne sonore delle vite di più generazioni. Fa piacere inoltre riconoscere Rita Moreno, anche produttrice esecutiva, Anita nel film del 1961, qui nei panni di Valentina, la donna che cerca di aiutare Tony a rifarsi una vita dopo l'esperienza del carcere. Il ruolo di Anita, tra l'altro, portò fortuna a Rita Moreno nel 1961, facendole vincere l'Oscar come migliore attrice non protagonista, e ha riportato fortuna all'Anita di oggi, la bella e brava Ariana DeBose, di nuovo vincitrice quest'anno dell'Oscar e eroina morale della vicenda, in lotta contro il maschilismo di entrambe le bande urbane, fino alla tragedia.

Ma al di là dell'attualità della vicenda narrata e della bellezza delle musiche, il nuovo West Side Story non coinvolge come l'omonima pellicola del 1961, è perfetto dal punto di vista tecnico e artistico, ma non trasmette praticamente emozioni, sembra un compito realizzato per conto di terzi, ben fatto ma che non resta nel cuore, nemmeno in quelle che dovrebbero essere le scene più toccanti. Nulla di grave, se non fosse che a dirigere c'è un regista come Steven Spielberg, che ci aveva fatto piangere per un piccolo alieno perso sulla Terra e per un industriale cinico che seppe scegliere la strada giusta di fronte all'orrore nazista, ma che non riesce a convincere fino in fondo raccontando la tragica storia della dolce Maria e del suo Tony.

Pubblicato in: 
GN22 Anno XIV 6 aprile 2022
Scheda
Anno: 
2022