Accademia Filarmonica al Teatro Argentina. Il piano, la luna e il furore

Il piano, la luna e il furore, con questo originale titolo dato al suo recital, Giuseppe Albanese, «pianista con le dita magnetiche» come lo ha definito la critica, è per la prima volta ospite dell’Accademia Filarmonica Romana giovedì 16 febbraio 2012 alle ore 21.15 al Teatro Argentina.

Fra gli interpreti più in vista della giovane generazione – lo scorso dicembre era al Teatro Real di Madrid per il Concerto n. 2 di Rachmaninov e subito dopo a San Pietroburgo, invitato da Yuri Temirkanov all’International Winter Arts Square per un recital – il 32enne pianista vanta un curriculum di studi straordinario, vincitore di primi premi di importanti concorsi pianistici, con una avviata e brillante carriera internazionale che lo vede esibirsi nelle principali sale concertistiche di tutto il mondo.

Laureato in Filosofia con la tesi sull’estetica di Liszt nelle Années de Pèlerinage, all’attività artistica affianca quella accademica come Professore universitario a contratto di Metodologia della comunicazione musicale.

La scelta del titolo del concerto, che sarà registrato da Rai-Radio3 per successive trasmissioni, nasce dal particolare programma che Albanese proporrà al pubblico romano. Il recital si apre infatti con la famosa Sonata beethoveniana l’op. 27 n. 2 “Al chiaro di luna”, e alle atmosfere ‘lunari” rimanda anche la Suite bergamasque di Claude Debussy (recentemente registrata in CD da Albanese), e la visione che Franz Liszt ha della Norma di Bellini (Réminiscences de Norma).

Poi, il furore del pianoforte percussivo di Béla Bartók che nel 1926 compose la Suite “Szabadban” (All’aria aperta) e la nuova composizione scritta su commissione della Filarmonica Romana di Carlo Boccadoro Succede ai pianoforti di fiamme nere, un compositore che chiede al pianoforte e al pianista l’impossibile stupefacente; è lo stesso Boccadoro a parlarci del suo nuovo pezzo: “Succede ai pianoforti di fiamme nere è il titolo di un quadro di Enzo Cucchi, maestro della transavanguardia. È stato dipinto nel 1983 e raffigura un pianoforte in fiamme, che brucia dentro un vulcano, circondato da figure misteriose. Mi sono sempre chiesto che musica potrebbe suonare quel pianoforte, salito chissà come fino alla bocca di quel vulcano. Finalmente è arrivata l’occasione per immaginarlo, per farlo”.

E Albanese, che lo interpreta in prima assoluta, così ne parla: “La difficoltà esecutiva del brano è enorme, sono ventisei pagine di puro inferno! Nella scrittura le fiamme sono evidenti, sono ritratte attraverso i trilli nella regione grave della tastiera: è come un crepitio. È un pezzo pieno di contrasti e dinamiche estreme con un martellamento ossessivo. E’ come se Il pianoforte impazzisse, e comunque è tutto utile, funzionale, non c’è l’ornamento o l’abbellimento inutile.

Alle ore 20.45 prima del concerto, presso la Sala Squarzina dell’Argentina, il giovane pianista parteciperà all’incontro con il pubblico, coordinato da Sandro Cappelletto direttore artistico della Filarmonica.

Giovedìì 16 febbraio 2012, ore 21.15

Il piano, la luna e il furore
Giuseppe Albanese pianoforte

Beethoven, Sonata in do diesis minore op. 27 n. 2 «Al chiaro di luna»
Debussy, Suite bergamasque 
Boccadoro, Succede ai pianoforti di fiamme nere
(prima esecuzione assoluta, commissione dell’Accademia Filarmonica Romana)
Bartók. Szabadban (All’aria aperta) Sz 81
Bellini-Liszt, Réminiscences de Norma (grande fantasia di bravura sulla “Norma”)
Biglietti 20, 15, 10 € (più diritto di prevendita). Riduzioni per studenti (con la Log-In Music card), scuole e associazioni. Info: tel. 06-3201752, email promozione@filarmonicaromana.org