Biennale Danza. Abitare il mondo

Abitare il mondo è il titolo del progetto triennale del nuovo direttore artistico della Biennale Danza Virgilio Sieni. Un progetto che riguarda il senso della trasmissione e in cui la danza è al centro di un intenso dialogo con le questioni del mondo contemporaneo.

La prima fase, Biennale College - Danza 2013, risponde alla nuova linea strategica della Biennale di Venezia che interessa tutte le sue discipline, volta alla ricerca e alla formazione di giovani artisti, accompagnati nel percorso che dall’ideazione porta alla realizzazione di un progetto accanto a maestri di fama internazionale. Per la Danza, Biennale College ha selezionato più di 100 tra giovani coreografi e danzatori provenienti da Italia, Svizzera, Slovacchia, Grecia, Polonia, Turchia, Stati Uniti e Cina.

L’attività si svolge da maggio a giugno di quest’anno attraverso sette diverse pratiche, intese come momenti di formazione sul linguaggio della danza contemporanea che si concluderanno con un ciclo di eventi e spettacoli – tra incontri, performance e video - negli ultimi tre giorni di giugno (28, 29 e 30). Tre giornate consecutive che vedranno dalla mattina fino a sera, in due aree diverse di Venezia – San Marco e Arsenale - la presentazione al pubblico di 26 brevi coreografie, tutte inedite, frutto dei diversi percorsi di formazione e creazione che sono oggetto di Biennale College - Danza.

Michele Di Stefano, Alessandro Sciarroni, Arkadi Zaides, Thomas Lebrun, Frank Micheletti, Itamar Serussi Sahar, Ambra Senatore, Iris Erez, Nora Chipaumire, Eleanor Bauer, Simona Bertozzi, Cristina Rizzo, Renate Graziadei, David Hernandez sono i maestri che accompagneranno i giovani coreografi e danzatori fino alle creazioni di Biennale College – Danza.

Negli stessi giorni si svolgeranno tre conferenze pubbliche tenute da David Le Breton, noto per le sue pubblicazioni in campo sociologico, fra cui il fortunato Il mondo a piedi, Marco Aime, antropologo, autore di L’altro e l’altrove, che indaga antropologia geografia turismo, e infine Marco Martella, storico dei giardini, fondatore della rivista francese “Jardins”, dedicata alla filosofia e alla poetica del giardino.

Infine, due importanti documenti visivi conservati dall’ASAC (Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia) e restaurati per l’occasione saranno nuovamente disponibili in visione al Laboratorio delle Arti di Ca’ Giustinian, per testimoniare la storia e la forza, negli anni, della programmazione della Biennale di Venezia. Si tratta di una performance di Steve Paxton - tra i fondatori della contact improvisation - con la sua partner abituale Lisa Nelson (1979), e dell’Antigone del Living Theatre (1970): due espressioni della contro-cultura newyorkese degli anni ’60 e ’70, fatta di sperimentazione radicale, libertà dei corpi, allargamento e coinvolgimento del pubblico. Ai video restaurati si aggiunge poi una inedita intervista curata da Paola Nicita e Giovanbattista Tusa a Jean-Luc Nancy, sollecitato sulla centralità della danza nel dibattito filosofico del presente.

Camminare, la forma più semplice del movimento, osservare lo spazio e incontrare l’altro sono al centro di Abitare il mondo. Le nuove creazioni dei coreografi, i performer, i giovani danzatori invitati troveranno la loro ambientazione nella città stessa, si misureranno con lo spazio e la luce naturale di questi luoghi. Le aree di San Marco e dell’Arsenale - da Ca’ Giustinian, sede della Biennale, al Conservatorio Benedetto Marcello, il Teatro La Fenice, e i Campi S. Maurizio, Pisani, S. Stefano, S. Angelo, Campiello Novo; dal Teatro Piccolo Arsenale, al Teatro alle Tese, le Tese dei Soppalchi, le Gaggiandre, Viale Garibaldi, i Giardini - saranno attraversate dalle creazioni di Biennale College - Danza. Ogni area, con i suoi campi, cortili e chiostri, sale di palazzi, teatri e arsenali, diventerà un sistema articolato di luoghi, messo in relazione con il processo di creazione, ma anche percorso dal pubblico in un tragitto che dall’intimità degli spazi chiusi conduce alla coralità di quelli aperti e viceversa.

Le 7 pratiche da cui sortiranno le creazioni che animeranno gli ultimi tre giorni di giugno sono state ideate da Virgilio Sieni come capitoli di un cammino unitario e sono: Prima Danza, Invenzioni, Agorà, Trasmissioni, Vita Nova, Visitazioni, Atleta donna.

Prima danza si focalizza sulle origini e il processo di una coreografia e sviluppa 6 nuovi progetti coreografici scelti fra le proposte pervenute di giovani coreografi e interpreti anche con il proprio gruppo. Il percorso è già nella sua prima fase, che va dal 2 al 15 maggio, cui seguirà una seconda fase dal 17 al 30 giugno. I progetti coreografici selezionati sono quelli di Lorena Dozio, Stefania Rossetti, Sara Dal Corso, Caterina Basso, Elisa Romagnani e Tiziana Passoni.

Nella pratica intitolata Invenzioni i giovani danzatori selezionati – una trentina in tutto - hanno scelto ognuno di lavorare con un coreografo: Michele Di Stefano, Alessandro Sciarroni, entrambi esponenti della anti-coreografia europea, o Arkadi Zaides, già danzatore della Batsheva Dance Company. Il lavoro di danzatori e coreografo dovrà crescere a contatto con lo spazio appositamente ricercato per loro (Sala Loggione del Teatro La Fenice, Sala Prove del Conservatorio, Tese dei Soppalchi), spazi al chiuso che implicano intimità, segretezza, vicinanza col pubblico. Le tre brevi coreografie inedite nasceranno dal dialogo costante tra la creazione, l’antropologia del luogo, l’apertura ad altri ambiti artistici.

Ogni evento finale si completa con la presentazione da parte di ciascun coreografo di un proprio lavoro rimodulato però su Venezia, di nuovo interrogandosi sulla natura dei luoghi. Michele Di Stefano con Mk presenterà Impressions d’Afrique, dove l’Africa irreale prefigurata da Raymond Roussel nell’omonimo testo è in realtà un nuovo tassello della ricerca sul movimento, la dinamica e la postura dei corpi. Arkadi Zaides, attento al conflitto tra culture nel Medio Oriente, propone Inversions of response, un percorso di creazione fatto anche con i materiali visivi di Armed with Camera, un progetto  del Centro israeliano per i diritti umani nei Territori Occupati, che ha fatto conoscere a Israele e al mondo la quotidianità dolorosa dei cittadini palestinesi.  Firmato da Alessandro Sciarroni è invece Untitled_death in venice version, un primo studio site specific del suo lavoro sulla giocoleria, l’arte di manipolare con destrezza gli oggetti. “L’idea – dichiara Sciarroni - è spogliare quest’arte circense dagli stereotipi cui viene comunemente associata nell’immaginario collettivo ed esplorarla in quanto pratica”.

Anche per Agorà i 30 danzatori selezionati hanno scelto di lavorare con un coreografo: i francesi Thomas Lebrun, direttore del Centro coreografico nazionale di Tours, Frank Micheletti, a lungo collaboratore di Josef Nadj prima di fondare la compagnia Kubilai Khan Investigations, o Virgilio Sieni. Le quattro coreografie si svilupperanno, a differenza di Invenzioni, in relazione ai luoghi all’aperto, alla luce, i suoni, i colori di una dimensione naturale (Campo Pisani, Campiello Novo, Campo S. Maurizio).

In particolare, l’Agorà di Lebrun comprende musica vocale con la presenza del baritono Benjamin Alunni; quella di Micheletti progetta una mobilità tra campo e cortili con un lavoro anche sul suono circostante, mentre la doppia Agorà di Sieni – secondo una pratica a lui cara - sviluppa una complessa composizione su tre generazioni di interpreti: da una parte bambini, danzatori e anziani (Agorà Tutti), dall’altra, un percorso rivolto a coppie di madri e figli a partire dall’osservazione della gestualità semplice e quotidiana di questo legame primario (Agorà Madri e Figli).

Trasmissioni chiama 7 giovani coreografi e interpreti – Gaia Germanà, Ariadne Mikou, Francesca Beatrice Vista, Helen Cerina, Lara Russo, Elisa Mucchi e Simone Basani – a collaborare con Virgilio Sieni nei percorsi compositivi e coreografici delle due Agorà. Uno studio sul senso con cui si consegnano i gesti tra le generazioni, o sulla modalità con cui una relazione si converte in trasmissione.

Vita Nova è la sezione dedicata a danzatori dai 10 ai 15 anni. E’ un progetto pilota, volto a creare un repertorio di danza contemporanea per i più giovani su tutto il territorio nazionale, creando una rete di collaborazioni tra enti ed istituzioni impegnate nella danza a livello regionale. Quest’anno sono state coinvolte le regioni del Veneto, della Toscana e della Puglia. I giovani selezionati lavoreranno nel loro luogo di provenienza e a Venezia presenteranno tre creazioni, due curate dallo stesso Virgilio Sieni e una da Itamar Serussi Sahar, proveniente dalla Batsheva Dance Company e oggi residente in Olanda.

Visitazioni presenterà il risultato di due percorsi di creazione in due città del Mediterraneo, Taranto e Venezia, rispettivamente curati da Virgilio Sieni e Ambra Senatore, fra le nostre coreografe più attive tra Italia e Francia. Virgilio Sieni incontrerà un quartetto di donne residenti nell’area dell’Ilva di Taranto ed Ambra Senatore un quintetto di merlettaie di Burano, depositarie di un sapere antico. A partire dai loro mestieri, dai loro gesti sapienti, decantati attraverso i ritmi lenti della coreografia queste donne racconteranno, “col volto e la forma dell’adagio, cos’è la bellezza” (V. Sieni).

Atleta donna è una prova di resistenza nel tempo e una sfida dei propri limiti. Un cimento per cinque interpreti e coreografe che danzeranno sostando per ore all’interno di tre teche in plexiglass: bloccate nella loro danza e costrette in uno spazio trasparente provano a toccare il loro limite. Sono l’israeliana Iris Erez, l’africana Nora Chipaumire, originaria dello Zimbabwe ma residente a New York, la statunitense ma europea di formazione Eleanor Bauer, e le italiane Simona Bertozzi e Cristina Rizzo, figure di punta della danza contemporanea italiana.

Nell'arco di due mesi i giovani danzatori e coreografi selezionati per partecipare ai diversi percorsi formativi lavoreranno quotidianamente sulle tecniche di danza contemporanea al mattino e direttamente alle creazioni nel pomeriggio. Le tecniche di danza avranno come maestri l’austriaca Renate Graziadei, a lungo con la compagnia di Sasha Walz; l’americano David Hernandez, collaboratore di tanti progetti con Meg Stuart; l’israeliana Iris Erez; il francese Thomas Lebrun.
 

Gli incontri seminariali di apprendimento teorico e di verifica tematica coinvolgeranno Sergia Adamo, docente di letterature comparate, attenta alla rappresentazione della figura femminile nella scrittura; la poetessa e saggista Antonella Anedda; il filologo romanzo Corrado Bologna, interessato alla tradizione non solo letteraria; il geografo e cartografo dei tempi immateriali della rete Franco Farinelli; il giornalista e scrittore Alessandro Leogrande, lo studioso della composizione del movimento e del concetto di presenza Enrico Pitozzi. Gli incontri saranno coordinati da Stefano Tomassini, docente di storia della danza alla Università di Ca’ Foscari di Venezia e di drammaturgia all’USI di Lugano.