Istituzione Universitaria dei Concerti. Moni Ovadia in Noi/Altri

Martedì 11 giugno 2013 alle 20.30 nell'Aula Magna della Sapienza a conclusione della stagione della IUC-Istituzione Universitaria dei Concerti Moni Ovadia presenta in prima romana Noi/Altri. Il progetto di questo concerto-spettacolo è di Ovadia stesso per la scelta dei testi e l’impianto registico e di Mario Ancillotti e Paolo Rocca per la scelta delle musiche.

Alle 15.30 dello stesso giorno Moni Ovadia incontrerà gli studenti nell'aula 1 della Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza. L'incontro - organizzato dalla IUC in collaborazione con AGIS-Unione Regionale del Lazio e con Sapienza Università di Roma - sarà condotto dal Prof. Franco Piperno e vedrà inoltre la partecipazione di Mario Ancillotti e Paolo Rocca.  

Durante il concerto, musica rom e klezmer e danze e canti popolari ungheresi e romeni si alterneranno a composizioni di grandi musicisti "classici" che negli scorsi centocinquanta anni si sono ispirati - ognuno secondo la propria personalità e il proprio stile - alle melodie e ai ritmi di quelle tradizioni musicali: da Johannes Brahms, con le sue trascinanti e pittoresche Danze ungheresi, a Dmitri Shostakovich, con i suoi Canti ebraici, passando inevitabilmente per Bela BartoK, il primo a studiare con metodo scientifico ma anche con genuino amore le musiche dei popoli dell'area balcanica e a rispettarne il carattere autentico.

A eseguire il ricco programma musicale saranno la Moni Ovadia Stage Orchestra, specializzata nelle musiche tradizionali dell'area balcanica, e l'Ensemble Nuovo Contrappunto, un gruppo di matrice classica diretto da Mario Ancillotti. La narrazione di Moni Ovadia condurrà l'ascoltatore in questo affascinante percorso attraverso canti e danze della tradizione popolare ebraica, ungherese e rom, fuse e inglobate nella musica “colta” europea, come in un crogiolo in cui l’ingrediente principale e vivificante è lo stimolo verso la comprensione di popoli di diversa e lontana origine.

Noi/Altri non è infatti soltanto una ricerca musicale, ma attraverso musica, letture e testimonianze storiche vuole creare un ponte di amicizia e stringere una rete di condivisione artistica e di sensibilità comune che raggiunge risultati profondi e sorprendentemente diretti. Moni Ovadia - che di sé dice: "Io sono un pessimo soggetto, ma mi riconosco un pregio: contro il razzismo lotto fino allo stremo delle forze" - racconterà con passione l’impegno di tutta la sua vita artistica, dove la radice ebraica si trasforma in canto per la comprensione fra i popoli. In particolare i rom. Dopo le espulsioni di questi giorni dalla Francia e l’appello accorato a favore dell’accoglienza, questo spettacolo, che lo vede in scena con artisti nomadi, acquista un sapore di estrema attualità.

L’integrazione può passare anche per il teatro e da sempre i progetti teatrali di Ovadia sono incentrati sulla condizione dell’esule e dello straniero. "Nella civiltà occidentale - secondo Ovadia - nessuno è stato considerato “l’altro” e “lo straniero" più di rom, sinti ed ebrei. Però gli ebrei, dopo la grande catastrofe, sono entrati nel salotto dei vincitori, di coloro ai quali va riconosciuto tutto. I rom e i sinti no. Tutti conoscono parola “Shoah” nessuno Porrajmos”, il divoramento: il loro sterminio non ha ancora avuto un riconoscimento nell’Europa che lo ha prodotto".

Lo spirito di questo spettacolo è manifestato dalla passione con cui uno dei suoi ideatori, Mario Ancillotti, parla di questo mondo musicale ancora in gran parte da scoprire: "Zingari, rom e magiari, provenienti dall’Asia, e poi ebrei, dal medio oriente, portatori di tradizioni lontane e affascinanti, di scale musicali esotiche e misteriose, di danze dai ritmi compositi e “dispari”, di canti di lamento e di esilio, di lontananza, e di precarietà, hanno in maniera forte e vivificante influenzato tutte le culture dei paesi che attraversarono, a loro volta rimanendone influenzati. Il nostro intento è quello di evidenziare la forza e la vitalità di questi legami confrontando, accostando le musiche tradizionali a quelle “colte”, a volte anche inserendo le une nelle altre, a volte anche suonando assieme". E conclude così: "L’arte è un magnifico strumento di amicizia; nella esperienza di coloro che si occupano di arte non c’è mai spazio e motivo di razzismo. Forse questo è il segreto della reciproca comprensione?"

IUC-Istituzione Universitaria dei Concerti
Martedì 11 giugno 2013, ore 20.30
Aula Magna – Sapienza Università di Roma - Piazzale A. Moro 5
Moni Ovadia in
Noi/Altri. L’identità di rom e ebrei nella musica “colta” europea
Un progetto di e con Mario Ancillotti, Moni Ovadia e Paolo Rocca
Narrazione e mise en espace di Moni Ovadia

Musiche eseguite da
Ensemble Nuovo Contrappunto, diretto da  Mario Ancillotti e da Moni Ovadia Stage Orchestra Moni Ovadia Stage Orchestra

Le musiche in programma:
J. Brahms: Danza ungherese n. 5 in sol minore per violino e cymbalon
J. Brahms: Danza ungherese n. 5 in sol minore per pianoforte a 4 mani
J. Brahms: Rondò alla zingarese dal Quartetto n. 1 in sol minore op. 25 per pianoforte e archi
Tradizionale rumeno: Soro Lume (canto tradizionale)
B. Bartók: Danze Rumene
Tradizionale rumeno: Suite di danze popolari rumene
Tradizionale rumeno: Ciocarlia (melodia tradizionale)
G. Enescu: Ciocarlia, tema dalla Rapsodia rumena
G. Enescu: 1° movimento  dalla Sonata n. 3 in la minore op. 25 per violino e pianoforte
Tradizionale rumeno: Dragoste (canto popolare)
Tradizionale rumeno/Mihai: Espresso (danza tradizionale)
B. Bartók: Contrasti  per violino, clarinetto e pianoforte (n. 3 Sebes - Fast dance)
Tradizionale ebraico: El Mohle Rakhamin (canto tradizionale)
D. Shostakovich: Tre Canti ebraici
Tradizionale ebraico: Danza nuziale (danza tradizionale)
Tradizionale ebraico: Oy Rumenye, Rumennye! (canto tradizionale)

BIGLIETTI: Interi: da 15 euro a 25 euro (ridotti da 12 euro a 20 euro), Giovani (under 30): 12 euro, Bambini (under 14): 4 euro
INFO per il pubblico: tel.063610051-www.concertiiuc.it
botteghino@istituzioneuniversitariadeiconcerti.it