IUC. Ritorna il Quartetto Ebène

Gradito ritorno quest’anno per i francesi del Quartetto Ebène, impegnati con il celebre Ottavo Quartetto di Šostakovič insieme a pagine di Mozart e Brahms.

Opera inaugurale dei famosi sei quartetti che Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) dedicò al suo amico Joseph Haydn,  il quartetto K387 in Sol Maggiore -  ci racconta il M° Raphael Merlin - porta l'ascoltatore in un viaggio emozionante senza respiro. È comunque il risultato di un lavoro particolarmente lungo e difficile, che non corrisponde affatto alla consueta facilità di composizione di Mozart: questo fatto conferma, se ce ne fosse bisogno, che la scrittura per quartetto non tollera alcuna approssimazione, e che la purezza della forma obbliga il compositore a trovare l'idea (la "sostanza") più giusta possibile. In questo senso, è vero che Mozart nei suoi quartetti dedicati a Haydn raggiunse un livello di brillantezza ed eccellenza forse ancora più alto che nelle sue opere, sinfonie o lavori pianistici. Perfettamente classico nella struttura, questo capolavoro assoluto del 1782 è talvolta soprannominato "Primavera" per la sua grande vitalità; dispiega tesori di scrittura spesso molto cromatici, come nel minuetto (che viene dopo l'allegro iniziale) o nel brillante finale costruito su un fugato che non manca di annunciare il futuro finale della sinfonia "Jupiter". 

Dmitri Shostakovich (1904-1975) fu un compositore molto prolifico, il cui linguaggio - relativamente rudimentale se lo si confronta con le opere sviluppate dai suoi contemporanei della scuola di Darmstadt o anche dalla seconda scuola di Vienna - nasconde una prodigiosa efficienza. Questa grande economia di mezzi è forse il corollario del suo rapido successo mondiale, poiché raggiunge rapidamente il pubblico meno abituato alla cosiddetta musica contemporanea. Tutto il genio di Shostakovich sta in questa purezza di scrittura: la forza drammatica è ottimizzata, presentata in tutta la sua quintessenza. In questo senso, il Quartetto n. 8, scritto in soli tre giorni dopo una visita a Dresda, che nel 1960 era ancora in rovina, è l'apice della sua produzione. Shostakovich consegna un compendio contrappuntistico di espressione nera, funerea, ma anche ribelle (2° movimento), sarcastica (3°) o incantatoria (4°). 

Scritto nel 1875, il terzo e ultimo quartetto d'archi di Johannes Brahms (1833-1897) stabilisce il linguaggio del compositore in quella che sarà la sua ultima maniera: con una straordinaria pienezza e perfezione di equilibrio dei registri, la vena brahmsiana si presta qui all'illusione sinfonica, dando al quartetto d'archi un'inaspettata ampiezza di suono. Siamo in presenza di frasi straordinarie portate verso un futuro atteso senza impazienza e di un'intelligenza di suoni che sembrano sempre in espansione. In un certo senso, quest'opera è il cuore della produzione di Brahms, e sostiene l'idea che il post-romanticismo tedesco, forse come reazione all'arte totale delle opere di Wagner, potesse essere raggiunto attraverso la sola musica strumentale e in forme interamente classiche.

Grazie al loro modo carismatico di fare musica, all’approccio tutto nuovo alla tradizione e all’impegno senza vincoli nei confronti di nuove forme musicali, i musicisti del Quartetto sono riusciti ad aggiungere un ampio pubblico di giovani ascoltatori. Oltre al repertorio tradizionale, il Quartetto Ebène riesce ad essere straordinario anche in altri generi. L’improvvisazione su jazz e canzoni popolari, cominciata nel 1999 come una semplice distrazione dallo studio mentre i quattro musicisti erano ancora studenti universitari, è diventata in seguito un segno distintivo del Quartetto Ebène.

Dopo aver studiato con il Quartetto Ysaÿe a Parigi, con Gábor Takács, Eberhard Feltz e György Kurtág, il Quartetto Ebène è stato protagonista di un successo straordinario e senza precedenti al Concorso Musicale Internazionel ARD nel 2004. Questo ha segnato l’inizio della sua ascesa, culminata in numerosi premi e riconoscimenti.

IUC-Istituzione Universitaria dei Concerti

I CONCERTI DELL’AULA MAGNA
77a Stagione 2021-2022
Seconda parte

Martedì 1° marzo ore 20.30
Quartetto Ebène
Pierre Colombet
violino    Gabriel Le Magadure violino
Marie Chilemme viola    Raphael Merlin violoncello

Mozart     Quartetto n. 14 K 387
Šostakovič     Quartetto n. 8 op. 110
Brahms     Quartetto n. 3 op. 67

Biglietti
Interi € 18 – € 13 (+DP)
Under 30 € 7
Under 18 € 5

Per accedere ai concerti è necessario esibire il green pass rafforzato ed è richiesta la mascherina FFP2
In sala saranno osservate tutte le norme covid-19 vigenti al momento del concerto

Per informazioni
www.concertiiuc.it  -  Tel. 06.3610051-52
botteghino@istituzioneuniversitariadeiconcerti.it