Piano B pubblica il monumentale Propaganda di Jacques Ellul

Finora inedita in Italia, Propaganda è la monumentale opera in cui Jacques Ellul – filosofo, sociologo e teologo francese – inquadra il fenomeno centrale della nostra società. Per la prima volta nella storia del pensiero occidentale, si afferma la natura essenziale della propaganda come fenomeno fondante della modernità, una propaganda che per sua natura reca con sé anche il pericolo supremo: essa è intrinsecamente antidemocratica, poiché la sua azione, in definitiva, plasma un uomo isolato, intimorito, dogmatico – totalitario.

La propaganda è qualcosa di cui l’individuo moderno ha profondamente bisogno, e senza la quale il mondo che lo circonda perde di senso e di significato, lasciandolo senza riferimenti nella solitudine della massa. La propaganda è il mare dove quest’uomo nuota, è l’ossigeno che respira, è il cibo di cui si nutre – è il liquido amniotico nel quale egli viene informato, grazie al quale può sperare di essere integrato nella società.

"La propaganda è una delle condizioni indispensabili per lo sviluppo del progresso tecnico e per la costruzione di una civilizzazione tecnica."

"La propaganda annienta il punto di partenza della vita di una democrazia. Crea un uomo adattato a una società totalitaria, che è a suo agio solo quando è integrato in una massa, che rifiuta le critiche, la scelta, le differenziazioni, poiché ha delle chiare certezze: un uomo che è assimilato a gruppi e che vuole esserlo."

"I popoli democratici non sono esenti da quelle che, generalmente, si chiamano “psicosi”. Questa propaganda, se vuole essere minimamente efficace, predispone – o diffonde – tali psicosi."

Ellul compie una vera e propria tassonomia della propaganda – analizzando i suoi aspetti sociologici, la sua capacità di plasmare l’individuo, di condurlo ad agire nei modi desiderati, di farlo rispondere a determinati impulsi e gratificazioni.

La propaganda punta a raggiungere l’essere umano sul piano dei sentimenti e su quello delle idee, attraverso l’azione sulla volontà o sui bisogni, attraverso ciò che è cosciente e ciò che non lo è, e lo aggredisce nella sua vita privata e in quella pubblica.

La propaganda fornisce all’individuo un sistema globale di spiegazioni del mondo, e contemporaneamente dei motivi immediati di azione. Assistiamo in tal modo all’organizzazione del mito, attraverso il quale la propaganda impone un’immagine globale di una conoscenza intuitiva, suscettibile soltanto di un’interpretazione unica, unilaterale, che esclude ogni divergenza.
Provoca nell’individuo una posizione settaria. Dispone di una tale potenza motrice che, una volta accettato, questo mito controlla la totalità dell’individuo, che sfuggirà a ogni altra influenza secondaria. Questo spiega, in tutti i casi in cui la creazione di un mito abbia funzionato, l’atteggiamento totalitario assunto dall’individuo, corrispondente semplicemente all’azione totalitaria che la propaganda ha condotto su di lui.

"Assistiamo allora al costituirsi, sotto i nostri occhi, di un mondo fatto di celle mentali chiuse, nel quale ognuno parla a se stesso, rimastica senza sosta le proprie certezze, e il torto che gli fanno gli Altri, un mondo nel quale nessuno ascolta più l’altro; ognuno parla e nessuno ascolta."

"La persona che, sottoposta alla propaganda, vive in un regime democratico, è svuotata di ciò che costituisce la democrazia stessa: lo stile di vita democratico, la comprensione degli altri, il rispetto delle minoranze, il riesame delle proprie opinioni, l’assenza di dogmatismi. Il mezzo utilizzato per diffondere le idee democratiche fa del cittadino un individuo psicologicamente totalitario."

La propaganda non può accontentarsi di un mezzo risultato, in quanto non tollera le discussioni; nella sua stessa essenza essa esclude la contraddizione e ogni tipo di indipendenza, tutto deve essere ricondotto a quello schema unico di azione che trova in se stessa il suo fine, e che non si giustifica se non nel momento in cui la quasi totalità delle persone finisce per parteciparvi.

Jacques Ellul, nato a Bordeaux il 6 gennaio del 1912, è stato uno dei più apprezzati e influenti sociologi, filosofi e teologi del Ventesimo secolo. Il suo lavoro ha spaziato dalla religione all’ecologia, dalla politica all’analisi della società tecnologica. Durante il regime di Vichy aderì alla resistenza francese, e dopo la liberazione fu nominato professore di Diritto presso l’università di Bordeaux. Tra le sue opere: La tecnica. Rischio del secolo; L’uomo e il denaro; La sovversione del cristianesimo. Ellul muore a Pessac, in Francia, il 19 maggio del 1994.

Jacques Ellul
Propaganda
Traduzione e cura di Elisabetta Ribet
€ 21 euro, 440 p
Piano B

In uscita il 1 giugno in tutte le librerie