Stato del FUS al Teatro Vittoria

Giovedì 16 luglio 2009 un incontro al Teatro Vittoria di Roma, ore 11 per continuare la discussione sulo stato del FUS e preparare un'azione contro i tagli. Il seguente comunicato viene letto da dicembre, ogni sera, nei teatri d’Italia da molte compagnie. "A nome di tutta la compagnia e dei tecnici – prendiamo la parola con l’identità che spesso non ci viene riconosciuta: quella di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo. In Italia siamo 200.000: siamo precari, siamo intermittenti, e non tutelati in materia di diritti e di garanzie sociali.

Questo sistema già debole nella struttura rischia di essere ulteriormente danneggiato da un consistente taglio del 30% al Fus, Fondo Unico per lo Spettacolo, risorsa fondamentale del settore e di tutti quelli che ne fanno parte: artisti, tecnici e anche voi pubblico.

Questo significa in sintesi due cose:

1. Una riduzione immediata del mercato del lavoro. È come se il 30% della compagnia, non potesse più lavorare al nostro spettacolo.

2. Tagliare il Fus non significa automaticamente tagliare gli sprechi: tagliare senza un progetto significa mettere a rischio tutte le realtà produttive, e soprattutto le più piccole che spesso rappresentano l’eccellenza artistica italiana. Si vedranno quindi meno spettacoli, meno artisti, meno idee. Un paese che si rifiuta sistematicamente di investire nella cultura e nell’arte in realtà non risparmia ma è un paese che diventa spaventosamente più povero.

Chiediamo non solo il ripristino delle risorse destinate allo spettacolo, ma soprattutto una profonda riforma del sistema e delle regole che lo governano. Regole CONDIVISE in grado di ripensare una distribuzione più equa e trasparente dei finanziamenti secondo criteri di qualità. Che sostengano con coraggio realtà capaci di leggere il presente, forti del passato, progettando il futuro.

Chiediamo ai nostri colleghi di unirsi a noi in questa forma di protesta cercando di superare la rassegnazione e l’individualismo tipico della nostra professione - da soli siamo più fragili e ricattabili. Questo è il momento giusto per ritrovare una coscienza di categoria e di restituire dignità sociale alla nostra professione.

Una comunità che va a teatro, al cinema, che legge, è una comunità che acquisisce sempre più strumenti per scegliere, per partecipare, per immaginare.

E’ una comunità che si assume la responsabilità diretta della democrazia.
E quindi proprio a voi che vi trovate qui e che scegliete di andare a teatro, chiediamo di pensare a questa battaglia come se fosse anche una vostra battaglia."

Zeropuntotre
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