Vittoriano. Giuseppe Verdi. Musica, cultura e identità nazionale

In occasione delle Celebrazioni del Bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi come parte delle iniziative previste dall'omonimo Comitato dal 7 dicembre 2013 è in svolgimento nel Complesso del Vittoriano la mostra Giuseppe Verdi. Musica, cultura e identità, evento che si concluderà  il 19 gennaio 2014.

L’esposizione, è a cura di Marco Pizzo, Massimo Pistacchi e Gaia Maschi Verdi e si avvale di un Comitato d’Onore presieduto dal Maestro Riccardo Muti. Con Bruno Vespa (Vice Presidente), Paolo Gallarati, Paolo Isotta, Leo Nucci e Renata Scotto. Attraverso materiali documentari originali viene illustrata la vita del compositore di Busseto che è strettamente connessa alle vicende storiche e politiche italiane, per il ruolo che Giuseppe Verdi ebbe. La mostra è articolata in sei sezioni, in ognuna sono esposti  materiali documentari originali  facilitare la connessione visiva con gli avvenimenti sia italiani che esteri con  una selezione di opere - dipinti, disegni, incisioni, giornali satirici dell’Ottocento, cimeli – che in qualche modo illustrano anche i temi ispiratori del melodramma verdiano.

Il rapporto tra Verdi e la più vasta cultura del Romanticismo europeo è spiegato con rare edizioni d’epoca, che dovevano costituire le letture del compositore. Nella sezione introduttiva è posto il prezioso Album Verdi, conservato presso la Biblioteca Lucchesi Palli, il settore della Biblioteca Nazionale di Napoli dedicato alle arti dello spettacolo, in cui Ercole Alberghi nel 1913 raccolse circa ottanta autografi verdiani risalenti agli ultimi anni della vita del compositore e fortunosamente sottratti alla perdita grazie alla governante di Verdi.

Una selezione di ritratti, fra dipinti, incisioni, fotografie e sculture racconta i primi anni del compositore e la sua formazione iniziale. Numerosi son gli autografi verdiani esposti, provenienti dall’Archivio storico di Parma, dalla Sezione Musicale della Biblioteca Palatina di Parma e dagli archivi del Centro di Produzione TV di Torino della Rai. Sullo sfondo la proiezione del film muto del 1913 del regista Giuseppe De Liguoro Giuseppe Verdi nella vita e nella gloria, conservato presso la Cineteca Nazionale di Roma e recentemente restauro. Incisioni, locandine, programmi di sala, documenti mettono in relazione la cultura romantica dominante e le opere del compositore indiscusso protagonista in campo musicale, di quella stagione culturale.

All’inizio de l’ Ottocento il teatro d’opera era diffuso in tutta Italia in quanto era una forma d'arte popolare amata da tutti i ceti della società . Gli interpreti e i virtuosi del ‘belcanto’ erano conosciuti e contesi dai vari teatri. La produzione artistica di Giuseppe Verdi può essere considerato anche il importante drammaturgo italiano di quel secolo spazia dall'amore per Shakespeare di cui condivideva la spietata analisi del potere e della sua capacità di corrompere l'animo di chi lo possiede  in un percorso che va da  Nabucco (1842), a Macbeth (1847), a Don Carlos (1!867)o fino all'ultima versione di Simon Boccanegra (1881)che riflette la sua esperienza di parlamentare e la sua delusione politica dopo l'Unità d'Italia. Il romanticismo del melodramma verdiano ha come vertice  non a caso la trilogia popolare di Verdi, costituita da Rigoletto (1851), Il trovatore (1853) e La traviata (1853). Titoli che evidenziano l'attenzione del musicista al teatro contemporaneo non solo per gli autori ma anche per l'ambientazione, testimoniata anche dallo sfortunato esito del precedente Stiffelio (1850).

Una sezione è dedicata alla messa in scena e agli interpreti del melodramma verdiano in linea con le teorizzazione del teatro ottocentesco; se riguardo alla scenografia i canoni erano quelli consueti del naturalismo, è interessante conoscere la gestualità degli interpreti. I nuovi orientamenti teorici prendevano le mosse dalla gestualità della “pantomima” che cercava di rendere esplicite, attraverso una ampia gestualità, le  passioni e le tensioni sentimentali. Del 1852 il Prontuario delle pose sceniche di Alamanno Morelli, una sorta di dizionario alfabetico in cui ad ogni sentimento sono associati gesti che in grado di esprimerli. A questo probabilmente si  ispirarono  gli interpreti del melodramma verdiano per ottenere che la percezione del sentimento non fosse disgiunta dall’espressione musicale.In ambito teatrale occorre sottolineare che l'intervento registico di Verdi, basato anche sulla conoscenza allargata anche ai palcoscenici europei di Londra e Parigi, divenne nel tempo sempre più accurato in tutti i dettagli della messa in scena.

Una parte è anche dedicata alla grande ammirazione che Giuseppe Verdi ebbe per Alessandro Manzoni, testimoniata anche dalla composizione della famosa Messa da Requiem eseguita a Milano da Verdi ad un anno dalla morte di Manzoni. In mostra è anche presente il filmato storico dei funerali di Giuseppe Verdi, messo a disposizione dalla Fondazione Cineteca Italiana di Milano, e in parallelo.Di grande interesse è la sezione centrale della mostra in cui è  è predisposto un percorso sonoro, realizzato in collaborazione con l’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi. Dedicata alla riproduzione della musica di Verdi fuori dal teatro lirico nell’ascolto casalingo una rivoluzione del mondo musicale  provocato dall’invenzione della riproduzione sonora all'inizio del XX secolo. In successione cronologica, ed attraverso l’esposizione di macchine originali, supporti e materiale iconografico, si potrà ripercorrere, in tutti suoi aspetti l'evoluzione tecnica della riproduzione che consente l'ascolto della grande tradizione lirica verdiana attraverso le voci storiche fissate sui supporti a loro coevi: dai cilindri di cera ai dischi a 78 giri, dagli LP alla tecnica digitale.

La varietà e la creatività delle invenzioni nel campo della riproduzione guideranno il visitatore in un percorso che, dai 2 minuti di ascolto incerto di un’aria incisa su cilindro alla fine dell’Ottocento, ci porta fino all’irruzione del teatro lirico in casa attraverso l’immagine ed il suono digitale. Sono anche presenti postazioni di ascolto per visitatori. Anche il cinema ha trovato ispirazione nella vita e nelle opere di Verdi, locandine e manifesti originali, foto d’epoca, montaggio di documentari delle prime celebrazioni verdiane (Istituto Luce).

La mostra sarà resa interattiva grazie alle risorse digitali del progetto internazione CulturaItalia: non solo si potrà “vedere” la mostra sul web, ma si potrà anche interagire attraverso della didattica specifica realizzata con le risorse in rete. C'è anche una parte dedicata all’attività didattica con l’obiettivo di far conoscere alla nuove generazioni l’importanza che la figura di Verdi riveste nella storia della musica e nella definizione della identità culturale italiana in formazione nel corso del XIX secolo. Per meglio rappresentare tutto questo, il maestro Riccardo Muti, presidente del Comitato d’Onore della mostra, considerato oggi il più importante interprete delle opere di Verdi, ha offerto la propria preziosa collaborazione. Nel percorso della mostra verrà proiettato un filmato in cui il maestro Muti illustrerà la grandezza di Verdi, quei valori identitari che il compositore ha veicolato durante gli anni in cui la nazione stava nascendo e che sono arrivati intatti ai nostri giorni.

Giuseppe Verdi. Musica, cultura e identità nazionale
Roma – Complesso del Vittoriano
Salone Centrale
Via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali)
7 dicembre 2013 – 19 gennaio 2014
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana
Promossa dall’Istituto per la storia del Risorgimento italiano e dall’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi, con il patrocinio e la collaborazione dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani di Parma e ICCU (Istituto Centrale per il Catalogo Unico),
“Giuseppe Verdi. Musica, cultura e identità nazionale” è a cura di Marco Pizzo, Massimo Pistacchi e Gaia Maschi Verdi, con il coordinamento generale e la direzione di Alessandro Nicosia.
L’organizzazione è di Comunicare Organizzando.
Si ringraziano: Enel, Eni, Poste Italiane
Organizzazione e produzione: Comunicare Organizzando S.r.l.
Catalogo: Gangemi
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Orario: dal lunedì al giovedì 9.30 –19.30; venerdì, sabato e domenica 9.30 –  20.30
Ultimo ingresso 45 minuti prima dell’orario di chiusura
Per informazioni: tel. 06/6780664; www.comunicareorganizzando.it