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OperaInCanto e l'Orlando di Händel
Il 29 novembre 2009 OperaInCanto ha messo in scena ad Amelia, la seconda replica di l'Orlando di Georg Friedrich Händel, con il complesso barocco in Canto, concertatore e direttore al cembalo Gabriele Catalucci, riscuotendo un caloroso successo e superando brillantemente i due problemi che questa opera pone: le difficoltà legate al canto e all'allestimento scenico.
L'Orlando, dramma in tre atti, fu composto nel 1733, il libretto (1711) da cui è tratto, con alcune importanti modifiche, soppressione di una coppia di personaggi (Isabella e Zerbino) e introduzione di uno nuovo (il mago Zoroastro), è di Carlo Sigismondo Capeci, ed è tratto dall'Orlando furioso di Ludovico Ariosto.
L'opera appartiene al periodo del secondo contratto (1729-1734) legato alla Royal Academy of Music, periodo in cui Händel subì la disaffezione, per motivi politici, di una parte fondamentale del pubblico, la nobiltà, avversa al nuovo re della dinastia degli Hannover, che nel 1734 fondò il teatro, l' Opera of Nobility e gli fece direttamente concorrenza. L'altra parte del pubblico, la borghesia, preferiva nell'opera l'uso della lingua inglese di cui comprendeva la lingua, come testimonia il trionfo nel 1728 della Beggar's Opera di John Gay, e mise in ridicolo l'opera italiana, che dal 1710 dominava sui palcoscenici inglesi.
Nell'Orlando Händel usò temi come la magia e la natura, in modo che l'uso degli artifici del teatro barocco potesse affascinare il pubblico di allora, sensibile al meraviglioso, ma inrodusse anche la morale pedagogica per venire incontro al gusto inglese, celebre l'aria del mago Zoroastro lascia amor e segui Marte. Ricordiamo anche che a Londra il clero proibì l'uso di argomenti derivati dai testi biblici a teatro e quindi degli argomenti morali dovevano occuparsi altri personaggi.
Il gusto per il meraviglioso barocco è uno dei grandi problemi della messa in scena, che anche allora era, insieme al folle compenso per i cantanti, la parte più costosa dello spettacolo. OperaInCanto ha dimostrato che si può risolvere l'annoso problema anche con risorse limitate a disposizione scegliendo Opere New Media Lab-Bologna un collettivo di giovani composto da Carlo Fiorini, Samuele Polistina, Giuseppe Onorevoli, Antonio Della Marina, Alessandra Zucchi e Sabrina Mantovani per la messa in scena, i costumi e la regia.
La scelta è stata di scomporre il fondale e le quinte come fossero i pezzi di uno specchio infranto e su questi elementi proiettare le immagini per ricreare il meraviglioso barocco. Un'idea molto ingegnosa ed efficace, il meraviglioso attuale, ovvero le nuove tecnologie, che reinventa quello barocco, la scelta delle immagini, che mutavano costantemente e diversamente sui vari elementi durante lo svolgersi dell'azione, è stata esteticamente valida e coinvolgente. I costumi sono stati concepiti unendo con gran gusto elementi dell'epoca a quelli attuali e alludendo alle caratteristiche del personaggio.
L'altro problema legato ai cantanti è anche stato risolto puntando su giovani cantanti come Gloria Petrini, che ha debuttato sul palcoscenico proprio nel ruolo di Orlando. Una parte legata ad un grande musico il castrato Francesco Bernardi, detto il Senesino, contralto profondo ma esteso in alto, molto espressivo, eccellente nelle agilità come nel canto, disteso punto di forza delle sue interpretazioni. All'epoca dell'Orlando aveva passato i quarantanni e aveva perso le sue note più acute, Händel gli venne incontro agevolandolo negli abbellimenti, soprattutto nel registro acuto.
Gloria Petrini ha superato bene la prova sia nell'estensione sia nelle impegnative note gravi, ma anche negli abbellimenti e particolarmente nella scena della pazzia in cui ci sono frequenti cambi di ritmo e tonalità che musicalmente la sottolineano. La Petrini ha ancora una voce un po' piccola ma pensiamo che con il tempo avrà modo di svilupparla e irrobustirla. Elisabetta Pallucchi, il secondo contralto ha ben reso la parte molto lirica di Medoro, che anche a suo tempo fu interpretata da una donna, così Angelica è stata ben interpretata dal soprano Phiippa Boyle. Sara Cresta è stata una credibile pastorella Dorinda e Daniele Bonacci è risultato efficace nel ruolo di burattinaio a fin di bene del mago Zoroastro. Gabriele Catalucci ha interpretato con grande intelligenza ed efficacia la partitura, coinvolgendo il pubblico che ha lungamente applaudito e i tagli operati, concertati con la regia, non hanno inciso sull'ottima riuscita dell'Orlando. Paolo Donati, presidente di OperaInCanto è stato assistente alla regia.