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Wicked. La lunga strada verso Oz
Sul grande schermo è uscito da poco Wicked, intitolato come Wicked: Parte 1 (Wicked: Part 1), diretto da Jon M. Chu. Il sottotitolo fa da subito pernsare ad un continuum, e forse anche ad una serie, estrapolata da questo musical di Winnie Holzman e Stephen Schwartz, a sua volta ispirato al romanzo Strega - Cronache dal Regno di Oz in rivolta di Gregory Maguire, una rivisitazione del capostipite Il meraviglioso mago di Oz di L. Frank Baum.
Il film inizia subito con una falsa pista in flashback, che potrebbe condurre fuori strada: difatti il Regno di Oz è in festa dopo la morte di Elphaba, la Perfida Strega dell'Ovest sconfitta dalla piccola Dorothy. Glinda, la Buona Strega del Nord, conferma la notizia ai Mastichini e racconta loro della nascita di Elphaba, nata con la pelle di colore verde dopo che la madre aveva avuto una relazione extraconiugale in cui beveva una bevanda di colore verde, per l'appunto. Quando una Mastichina chiede a Glinda se è vero che lei ed Elphaba erano state amiche, la strega comincia a ricordare il loro primo incontro in università. E' così che scopriamo tutta la storia al contrario.
L'arrivo di Cynthia Erivo, ovvero Elphaba Thropp all'università di Shiz, sorta nel mezzo del mare, è quasi contemporanea a quella della pink lady Glinda Upland, una contrapposizione evidente tra un intellettuale vestita di nera e spigolosa, oltrechè verde di carnagione; in confronto alla rosea Glinda, per incarnato nonchè vestiario.
I modi ed i comportamenti delle due protagoniste del film sono altrettanto antitetici: la prima è sospettosa e irosa, abituata com'è fin da piccola ad essere bullizzatta per la sua carnagione del colore del diavolo - insieme al rosso, uno dei due colori con cui viene rappresentato nell'immaginario di tutti i tempi -; la seconda, che ha nel parlato la cantabilità, è tutta vezzosa, vanitosa e superficiale. Ben si accosta al Principe Fiyero Tigelaar (Jonathan Bailey), archetipo del Principe Azzurro vacuo e imbonitore, che attrae tutti al ballo a Ozdust, a cominciare dalla di già partner Glinda.
Chyntia Erivo è una straordinaria Elphaba, che ci ricorda a tratti Whoopi Goldberg; mentre la cantante Ariana Grande ha doti canore che le permettono di svettare in questo lungometraggio veramente divertente ed orecchiabile in ogni sua parte. Una nota a latere però è al ritmo: a volte viene eccessivamente velocizzato, chiaramente ed appositamente, e stona con la dimensione piacevole e divertente di un musical godibilissimo da tutte le fasce di età.
Altra caratteristica interessante è la parte rivestita dagli animali, che parlano ed insegnano, come la capretta professore, ovvero il dottor Dillamond, che insegna storia: cui capita di essere cacciato dalla sua cattedra con gli altri animali. Sembra la rivincita dei "Sapiens", a voler escludere da questo universo fiabesco, apparentemente pacifico, i nostri amici quasi domestici, come la capra.
Per non spoilerare troppo dirò che, Elphaba è chiaramente dotata di poteri magici, etici, e morali al di sopra di tutti, come a dire, chi riceve una "patente" di "maligno", spesso non lo è oppure lo diventa - ricordate la storia di Maleficent? -; altrettanto spesso chi detiene il potere lo ottiene con mezzi irregolari. Forse a questo servono queste eterne lotte tra bene e male, provenienti però da una cultura manichea come quella americana, che probabilmente non se ne libererà mai, strutturandola però in magnifiche ed immaginifiche ossessioni cinematografiche perfette per l'intrattenimento ed anche per imparare quale "lezione" da cattedre un tantino anarchiche, e grintosamente fantasiose.