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Les Étoiles a Santa Cecilia. Stelle russe nella dodicesima notte
La sera della prima del Gala internazionale di danza Les Étoiles a firma Daniele Cipriani, nella gigantica sala Santa Cecilia dell'Auditorium Parco della Musica - Ennio Morricone dello scorso 4 gennaio con replica il 5 gennaio (doppio spettacolo ore 16.30 e 21) 2025, si è trasformata in una fantastica Soirée a San Pietroburgo. Lo stesso titolo, "Gala della pace preventiva", ispirato a Cipriani dall'artista Michelangelo Pistoletto, a me rimanda l'immagine della grande sconfitta prima della fine della seconda guerra mondiale, in quella San Pietroburgo che allora si chiamava Leningrado.
La storia si ripete sempre e quel che ci porta a pensarlo è che questa "Dodicesima Notte", come animisticamente viene introdotta dalla colta Simonetta Allder nel programma, è una "Notte Santa" come nei principi di Rudolf Steiner, una notte che porta consiglio poichè abbiamo piantato il seme dell'anima nobile dell'arte che rappresenta la divinità attraverso la sua bellezza e le sue proporzioni.
E vi è anche un altro motivo suggerito dalle coppie che "fanno pace, ed uniscono gli emisferi e le nazioni in discordia": e come anche ripete Cipriani, nella sua interpretazione, "gli esseri umani sono tutit partner, hanno bisogno gli uni degli altri, per sostenersi e migliorare", così viene tracciata la linea dell'evoluzione e così, fra Les Étoiles, sono tornate a brillare le stelle russe della danza, che hanno acceso la serata. Fra di loro, l'étoile a sorpresa: la ventiduenne Elizaveta Kokoreva, la piu' giovane étoile nominata al Bolshoi di Mosca. Con lei, il partner con cui spesso balla al Bolshoi, ovvero il ventitrenne primo ballerino Dmitry Smilevsky. La coppia russa ha danzato il pas de deux dal secondo atto de La Sylphide, con la coreografia di August Bournonville ed il pas de deux dal secondo atto di Marco Spada, coreografia di Pierre Lacotte (sarà al Teatro dell'Opera di Roma ad ottobre prossimo). Bisogna dirlo: sembrava proprio di essere al teatro moscovita sulle poltroncine rosso scuro; oppure su quelle carta da zucchero del Marinskij di San Pietroburgo, quando Olga Smirnova (Het Nationale Ballet, Amsterdam), russa proveniente proprio da quel teatro insieme al bielorusso Ivan Urban (Hamburg Ballet) hanno danzato il pas de deux dalla rivisitazione dedicata a Marius Petipa dello Schiaccianoci, ovvero il pas de deux coreografato da John Neumaeier ed intitolato ai due astri della danza, la prima ballerina ed il suo maestro, ovvero Pavlova and Cecchetti (Anna Pavlova ed Enrico Cecchetti).
Eccezionali sono stati poi i due svizzeri d'adozione (compagnia fondata a Ginevra nel 2020)Sasha Riva e Simone Repele con la creazione speciale per Les Étoiles di "I'm on your side", un mix tra la musica di Packie Manus Byrne con il tradizionale John and the Farmer, con il famosissimo Bridge over troubled water di Paul Simon & Art Garfunkel. La coreografia stessa, narrava di questa coppia formata dal "gigantico" Sasha Riva e dal piu' piccolo Simone Repele, un anziano ed un giovane, sembravano, che si sostenevano a vicenda, con pose spesso "massoniche" (!) a squadra e compasso, su un cammino accidentato che è la vita.
Dal Royal Ballet di Londra la coppia di Marianela Núñez e William Bracewell ha danzato un eburneo e raffinatissimo pas de deux del cigno bianco dal secondo atto de Il Lago dei Cigni prima della coreografia a firma Sergio Bernal che l'ha danzata, intitolata Racheo.
Il finale con Le corsaire è stato un vero delirio: i due ballerini russi, Renata Shakirova e Kimin Kim, entrambi provenienti dal tempio della danza di San Pietroburgo, il Teatro Marinskij, hanno deliziato il pubblico con i pas de deux dall'atto secondo, ed abbiamo assistito, partecipi a delle vere e proprie ovazioni, continuate con battito di mani nel defilé finale. A conferma che, tra dodicesima e tredicesima notte, si è svolta una sorta di sincronizzazione junghiana, sulle ali della danza che ha invaso il palcoscenico ed il pubblico, noumenicamente, festoso.