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Marsilio. Una storia senza eroi raccontata da Piero Marrazzo
Recensendo sul Corriere della sera questo libro di cui è autore Piero Marrazzo, intitolato Storia senza eroi, edito dalla casa editrice Marsilio, Roberto Gressi ha notato che si tratta di un’opera letteraria che aiuta a riflettere sulla natura umana di ciascuno di noi. Nella prima parte del libro, una confessione autobiografica dell’autore, con immagini letterarie indimenticabili, Marrazzo ricorda i dialoghi che ebbe, dopo che era accaduto lo scandalo da cui in modo devastante era stato investito, con la psicanalista Manuela, con cui aveva avviato un percorso sofferto e doloroso di recupero della sua identità.
Era presidente della regione Lazio in quel periodo, impegnato a dare soluzione al problema, ereditato dal passato del deficit nella spesa sanitaria, un debito di dieci miliari di euro, e a trovare una soluzione per la gestione dei rifiuti della capitale, e la sua rielezione, nel 2009, in base ai sondaggi del tempo, era data per certa. In quei giorni, mentre si trovava in via Gradoli in compagnia di una donna transessuale, il cui nome è Natalie, irruppero nella casa alcuni signori in borghese, che si definirono carabinieri, ed iniziarono con un telefono cellulare, senza che Piero Marrazzo se ne rendesse conto, a registrare un video.
Marrazzo ricorda che dopo l’episodio, avvenuto nel mese di luglio del 2009, commettendo un errore di valutazione, non riferì l’accaduto ai suoi legali, tra cui il suo amico Michele, e ai suoi collaboratori, che lavoravano con lui, nell’ufficio di presidenza della regione Lazio. Manuela, la psicanalista, gli chiede come mai si sia rifugiato nel silenzio e non abbia avvertito il bisogno di confidarsi con le persone a cui voleva bene, in primo luogo con sua moglie Roberta. Purtroppo, nella famiglia di Marrazzo, fin da bambino, vi era l’abitudine di evitare discorsi riguardanti il tema dei sentimenti e del sesso. In quei momenti, quando la sua immagine pubblica era stata sfigurata e rovinata, Piero Marrazzo – confessa alla psicanalista Manuela – avrebbe voluto urlare ai suoi colleghi che, in quella vicenda lui era la vittima, e non l’imputato.
Proprio quando, su sollecitazione del capo gabinetto della regione Lazio, stavano risanando il deficit in materia sanitaria e individuando il luogo dove costruire i due termovalorizzatori per la gestione dei rifiuti della capitale, Marrazzo ricevette una telefonata dal Presidente Silvio Berlusconi, con la quale lo informava che esisteva una video, che lo ritraeva in un momento di intimità, di cui era in possesso una agenzia fotografica, che collabora con la casa editrice Mondadori. Nel corso di una seconda telefonata, il Presidente Berlusconi informò il governatore del Lazio che il video, registrato male, si trovava nelle mani dei carabinieri. Quando lo scandalo si abbatte sul governatore, Bersani e Franceschini, impegnati per le primarie, lo invitarono a fare un passo indietro.
Dopo le dimissioni, e l’uscita di scena dalla vita pubblica, Piero Marrazzo vive un lungo periodo nella Abbazia di Montecassino, dove, aiutato dal silenzio assicurato dalle mura del convento, e dalla lettura dei libri, le Confessioni di Sant’Agostino, le Vite parallele di Plutarco, Moby Dick di Melville, ritrova la serenità e la tranquillità. Manuela, la psicanalista con cui ogni settimana avvengono i dialoghi, per consolarlo, gli fa notare che il tempo ristabilirà la verità, e che il moralismo è stato il metro che hanno usato per colpirti ed estrometterlo dalla vita pubblica, per una vicenda che riguardava la sfera privata ed intima di un uomo politico.
Piero Marrazzo ammette che andare dall’altra parte del mondo avrebbe messo migliaia di chilometri di distanza tra lui e quanto era accaduto in via Gradoli durante un giorno di luglio del 2009. Prima di lasciare il monastero e ritornare alla vita sociale, il bibliotecario dell'Abbazia di Montecassino, padre Michele, esorta Piero a ritrovare il coraggio per rimettersi in piedi, e affrontare con forza di carattere le persone che non gli vogliono bene. Per la volontà del Signore, afferma in questo bellissimo dialogo, Padre Michele, dopo la caduta nell’abisso della colpa, deve esserci il pentimento e la rinascita.
Nella seconda parte di questo bellissimo libro, Piero Marrazzo delinea e traccia un ritratto di suo padre, il grande giornalista Joe Marrazzo, inviato del tg2, e autore del libro Il camorrista. Una mattina, mentre si trovava in cucina con il padre, Piero si accorse che voleva mostrargli una busta, che conteneva una fotografia. Joe Marrazzo da giovane era stato collaboratore della testata giornalistica Il progresso italo-americano. L’ufficio di corrispondenza di questa testata era stato affidato a Roma, dalla famiglia dei ricchi editori italo-americani Pope, ad Eugenio Spina, il nonno di Piero. Fu infatti grazie al lavoro di giornalista che Joe incontrò Gina, la figlia di Eugenio, di cui si innamorò e che sposò. Joe mostra a Piero la fotografia, risalente al 1957, che ritrae l’editore Pope accanto a Joe Bonanno, uno dei capi di maggior rilievo della mafia italo-americana.
Il padre di Piero, aveva ricevuto in regalo da Boris Giuliano la foto, che si riferiva al summit di mafia, avvenuto all’hotel Due palme di Palermo nel 1957, a cui Joe Marrazzo aveva assistito. Piero comprende subito che il padre, un giornalista animato da grande passione civile, aveva una concezione del giornalismo diversa da quella di suo nonno Eugenio, poiché non ammetteva che potessero esserci legami con editori conniventi con la mafia. Eugenio Spina era una sorta di collegamento tra gli editori, i Pope, alcuni esponenti dell'economia italo-americana, e alcuni uomini politici che avevano creato in Italia un argine contro il pericolo comunista.
Bella è la scena che ricorda la sanzione che Joe Marrazzo ricevette dal consiglio di amministrazione della RAI, per avere mostrato a Tg2 dossier la copertina di O.P., la rivista del giornalista Mino Pecorelli, che era stato assassinato, e che nessuno aveva voluto pubblicare. Nella terza parte della narrazione, Piero Marrazzo, durante il 2012, quando il caso che lo riguarda non è più al centro dei media, si reca negli Stati Uniti, con il desiderio di ottenere il passaporto americano. Consultando i documenti, e conversando con i suoi parenti americani, scopre che Gina, sua madre, era stata sposata due volte. Suo fratello Riccardo, che diventerà un medico di successo, porterà il nome di sua madre, poiché il primo matrimonio era stato annullato. Infatti, il padre di Riccardo, Richard j. Luna, era un gay, fatto all’epoca molto grave, che indusse suo nonno Eugenio Spina a costringere sua figlia Gina a separarsi dal marito.
Il secondo matrimonio di Gina sarà un'esperienza dolorosa, e si concluderà con il secondo divorzio. Osservando la fontana che sorge sul luogo dove sono state abbattute le Torri gemelle, Piero Marrazzo ha l’impressione che l’acqua, che scorre incessantemente, evochi il volto di sua nonna Elena, di suo Nonna Eugenio, di suo padre Joe, e di sua madre Gina. Un libro bello e scritto in modo raffinato ed elegante, una prova letteraria di notevole valore culturale.