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Il test sperimentale. Tra fantascienza e umorismo
Il test sperimentale è un avvincente romanzo di fantascienza, che, come tutti i rispettabili testi di questo genere, è un bel pretesto per parlare della società in cui viviamo. Come si può costruttivamente criticare il nostro mondo? Certamente facendo dell’ironia: in questa intrigante storia la critica è mitigata da un fresco umorismo che diletta il lettore per 300 pagine.
Ad un ingegnere spaziale, guarda caso disoccupato, viene proposto di partecipare ad un test sperimentale. Divenuto un mero numero di matricola, cioè A1-022, nome con il quale sarà d’ora in poi appellato, è gettato negli abissi dello spaziotempo, in compagnia del suo cane, per mano di scienziati senza scrupoli intenti a sperimentare il loro nuovo macchinario. Dagli abissi temporali urge risalire, ma ciò non avviene senza imprevisti, né senza cambiamenti importanti di prospettiva.
Lungo questa avventura, narrata con freschezza e molto humour dall’autore, Alan D'Onofrio, il nostro simpatico protagonista incontra Staceppe, un intelligentissimo Neanderthal, e Sparagna, una giovane armena in fuga dalle costrizioni di un rituale di accoppiamento alquanto sconveniente. A1-022 stringe legami con una serie di altri personaggi con cui inevitabilmente viene a contatto, ognuno dei quali focalizza un argomento che preme al nostro vivace autore e alla società attuale. Negli abissi del tempo A1-022 incappa nel potente impero che andava formandosi per mano di Ciro il Grande, personaggio certamente illuminato, ma altrettanto sanguinario. La rocambolesca fuga dai territori in guerra farà dimenticare il dramma della mancanza di lavoro, che viene invece usato come anno zero durante tutta la narrazione. I dialoghi con i vari personaggi vengono sfruttati come pretesti per toccare argomenti di varia natura: investigazioni filosofiche, biologiche e cosmologiche, ecologia e voli pindarici, che sono l’apice in cui lo scrittore si lascia andare a costruttive elucubrazioni personali di come va o potrebbe o dovrebbe andare il nostro mondo.
Non è solo divertente, il libro dà un’apertura mentale, perché coniuga la letteratura con la scienza e crea un ponte tra il passato, il presente e il futuro; spazia in maniera avvincente e spiritosa, mettendoci al corrente delle nuove scoperte e teorie scientifiche con disquisizioni accattivanti e note assolutamente da non saltare. A1-022 ricorda il personaggio Qfwfq delle Cosmicomiche di Italo Calvino: quello era vecchio, ma nelle vicende narrate appare sempre acerbo e sprovveduto. Pure A1-022, giovane, ma invecchiato dalla ricerca del lavoro, è preso regolarmente alla sprovvista dagli eventi che accadono. Anche il nostro autore gioca tra i tempi lunghissimi dell’evoluzione e la banalità della ricerca del cibo quotidiano, al quale spesso lo riporta a bomba il cane che pare più sveglio di lui. Espediente che ci fa amare il personaggio, in balia della vita come tutti noi che pur pretendiamo di essere molto organizzati.
L’autore, Alan D’Onofrio è nato a Roma nel 1980 ed è appassionato di fisica e astronomia fin dalla tenera età. Mentre studia ingegneria aerospaziale, lavora come consulente informatico, disegna fumetti e scrive storie brevi. Nel 2011, dopo la laurea, inizia la sua carriera di ingegnere spaziale, e nel 2013 si trasferisce in Olanda per lavorare nell’Agenzia Spaziale Europea, alla guida della campagna di integrazione e test dei satelliti GPS Europei Galileo. Al termine del progetto, rimane stabilmente in ESA nel settore per la realizzazione di satelliti scientifici (Solar Orbiter, XRISM, MMX, Roman Space Telescope, PLATO). Come si può notare, molte sono le affinità con il protagonista della storia.
Ci sono nel romanzo continui riferimenti a film e attori, a canzoni; gli allusivi nomi dei personaggi già fanno sorridere, come Demenzio, uno dei tanti incontri, che è il più aperto di mente; riferimenti all’archeologia, alla storia, in un miscuglio di contemporaneità e antichità con aggiornamenti sulla realtà astronomica, da vero ingegnere spaziale: si impara divertendosi, la lettura è una piacevole avventura. Insomma, Alan D’Onofrio, con uno spirito sagace, mette in moto, vivifica , elabora e attualizza tutto ciò che ha appreso. La sua cultura non è saccente, verbosa o noiosa: è messa a frutto per la gioia del lettore che si delizia con questi incastri ben riusciti di reminiscenze scolastiche e aggiornamenti sull’oggi specialmente di politica e sociologia, in questo simile allo statunitense Kurt Vonnegut Jr., anch’egli caratterizzato da un'originale mescolanza di elementi fantastici, satira politica, sociale e di costume, humour nero ed espressione di valori umanistici.
A volte, invece, la voluta prosaicità è comica e ci ricorda i fumetti, sicuramente altro spunto creativo dell’autore, che potrebbe disegnare le vicende come un fumetto, avendo nel suo di DNA pure questa capacità. Il libro, così scorrevole, si percepisce già come un film di successo, non solo per la storia avvincente, ma anche per le descrizioni fresche e immediate che stimolano la visione di ciò che stiamo leggendo.
Tutta l’opera è un riuscito tentativo di registrare nero su bianco le dialettiche interiori di una gioventù, quella cresciuta tra gli anni ‘90 e i 2000, cioè quella dello scrittore, che ha visto la guerra diventare “normale” e ha subito la recessione economica e lavorativa – dovendosi i giovani trasferire all’estero per trovare un lavoro di competenza – e la morte degli idealismi. Gli ideali, però, non sono morti nel cuore dei giovani, e non sono morti nello spirito di chi apprezzerà questo spiritoso e coinvolgente romanzo che denuncia i vuoti della società, sprona alla fratellanza e infonde coraggio per ritrovare un comune afflato. Per tutte le età, dai 12 anni in poi, quale libro migliore da regalare ?