Supporta Gothic Network
Siena. La percezione secondo Julio Le Parc
Opera Laboratori ha riaperto al pubblico il Palazzo delle Papesse con la mostra Julio Le Parc. The discovery of perception che sarà aperta fino al 16 marzo 2025. Nell'esposizione curata da Marcella Beccaria, in dialogo con Julio Le Parc e il figlio,- il Direttore artistico del suo studio Yamil Le Parc, - ci sono oltre 80 opere realizzate da Le Parc in oltre 60 anni di attività. L’avvenimento è di rilievo sia per la riapertura del Palazzo sia per la mostra
Il Palazzo delle Papesse è uno e anche il più imponente dei pochi esempi di architettura rinascimentale in una città, Siena, in cui prevalgono costruzioni medioevali. Enea Silvio Piccolomini, papa Pio II, salito al soglio pontificio nel 1458, lo destinò alla sorella Caterina, che dal 1460 seguì i lavori di costruzione dell’edificio in via di Città. Il progetto è stato attribuito a Bernardo Rossellino, l’architetto di Pienza, ma anche ad Antonio Federighi, maestro senese.
Nel 1633 dopo la condanna del Sant’Uffizio, l'arcivescovo Ascanio Piccolomini ospitò nel Palazzo Galileo Galilei, che qui osservò la luna, facendo uso del telescopio e scoprendo che il satellite non era perfetto né sferico, come si riteneva, ma costellato in superficie da montagne e crateri. Il Piccolomini favorì Galileo permettendogli di incontrare personalità della città e di dibattere questioni scientifiche; una denuncia anonima al Sant’Uffizio lo confinò ad Arcetri, luogo scelto dallo stesso Galilei.
Le belle sale che ospitano l’esposizione sono decorate con stucchi e decorazioni pittoriche delle volte eseguite dai protagonisti della scuola purista senese, rimangono anche i pavimenti in legno, marmo o graniglia. Sono decorate anche le volte del bel cortile interno, inoltre il palazzo ha una terrazza al secondo piano e ancora sopra una altana, luoghi da cui si possono ammirare le architetture medievali di Siena.
Dopo aver descritto il contenitore torniamo alla mostra. Opera Laboratori, dopo aver siglato l’accordo di acquisto con Banca d’Italia, riapre con la più importante personale mai realizzata in Italia, di Julio Le Parc, grande artista argentino, che torna con una mostra in Italia, dopo la sua partecipazione alla 33a Biennale di Venezia nel 1966, quando ricevette il prestigioso Gran Premio internazionale alla pittura.
Julio Le Parc è nato il 23 settembre 1928 a Mendoza in Argentina, dal 1942 studia a Buenos Aires, prima alla scuola preparatoria e poi all’Accademia delle Belle Arti. Nel 1958 grazie a una borsa di studio del governo francese arriva a Parigi, dopo la pittura dal 1959 si occupa di scultura, nel 1966 vince alla Biennale di Venezia. Riguardo ai suoi rapporti con l’Italia Le Parc ha ricordato, durante la conferenza stampa di presentazione, l’artista italo argentino Lucio Fontana suo insegnante, che fu per lui fonte di ispirazione.
Nel grande atrio che comunica con il cortile si è accolti da Sphére verte (plexiglass verde, nylon, legno,metallo) del 2016, è un grande corpo sospeso su un grande specchio la sua geometria instabile, formata da una moltitudine di tessere di plexiglass verde che riflettono la luce, modifica lo spazio circostante. L’affascinante opera introduce i temi dell’arte di Julio Le Parc: colore, movimento, luce e rapporto con gli spettatori.
L’esposizione è articolata in un percorso, senza barriere architettoniche, sui due piani, organizzata in sale tematiche: dai lavori geometrici in bianco e nero alle opere cinetico-luminose e alle sculture, fino agli iconici dipinti, che raccontano l’unicità e la vastità di una ricerca tesa a stimolare la percezione e il coinvolgimento degli spettatori. La mostra raccoglie oltre 80 opere realizzate a Parigi, in Francia, dopo gli esordi a Buenos Aires in Argentina, fino a lavori recenti e nuovi, negli oltre 60 anni di attività.
Le Parc sceglie l’utilizzo di forme geometriche esistenti per attivare visivamente la superficie dell’opera e coinvolgere gli osservatori. “La prima necessità – scrive – (è) accrescere la distanza tra l’artista e l’opera, rimuovendo non solo ogni traccia di fabbricazione manuale (‘il tocco pittorico dell’artista’) ma anche tracce di composizione soggettiva”. Le opere realizzate dal 1958 ad oggi, per la maggior parte provengono direttamente dal suo studio a Cachan in Francia e appartengono al suo archivio. La mostra, che evita una rigida cronologia, si basa sulle serie tematiche che scandiscono il lavoro dell’artista.
Precursore dell’arte cinetica e dell’Op Art, dagli esordi Le Parc lavora con la luce, il colore ed il movimento. Nel 1959 Le Parc posiziona luci elettriche in piccole scatole e utilizza prismi o lastre in plexiglas per combinare fasci luminosi colorati. L’artista ha scelto una gamma di 14 colori che utilizza come un suo personale arcobaleno. “Gli esperimenti di luce e movimento – scrive l’artista nel 1971 – facevano parte del mio desiderio di allontanarmi dalla nozione di un’opera fissa, stabile e definitiva”. In mostra sono presenti importanti esemplari storici come: Continuel lumière mobile (1963-2013), Continuel lumière boite n. 3 (1959-1965) e Continuel lumière avec quatre formes en contorsion (1966-2012).
Ciascuna di queste opere indaga in modi differenti la relazione tra luce, colori e movimento che provocano possibili reazioni ed esperienze immersive. Un altro esempio in mostra è Cloison á lames réfléchissantes (1966-2005), in metallo e tela rossa. Il movimento dello spettatore modifica la percezione dell'opera, che modifica forma del rombo rosso dietro le lame metalliche
Dagli anni Settanta, Le Parc usa i suoi 14 colori anche in una serie di sculture, gli Ensemble volume-couleur, di cui una selezione datata 1971-1975 è presente in mostra. Si tratta di opere in legno dipinto nelle quali l’elemento solido si erge su un’asticella in metallo montata su una base. Nonostante le piccole dimensioni, l’insieme di queste opere può evocare un gruppo di modelli architettonici, che potrebbero anche essere sviluppati su scala monumentale. La mostra include anche opere appartenenti alla recente serie Alchimie, dipinte su tele di grandi dimensioni, che illustrano la continua estensione della ricerca di Le Parc. La mostra è un'occasione interessante e affascinante per conoscere il grande artista argentino e il luogo che la ospita.
Il catalogo, edito da Sillabe, è illuminante sull’attività e la ricerca espressiva di Julio Le Parc ed è impreziosito dalle molte fotografie a colori.