68° Settimana Musicale Senese. Silvia Colasanti e l'onirico Faust di Pessoa

Articolo di: 
Giulia Tacchetti
Faust di Colasanti

Uno degli appuntamenti più interessanti della Settimana Musicale Senese, che permette di conoscere le ultime tendenze della musica italiana contemporanea, è l’opera teatrale nuova che l’Accademia Musicale Chigiana commissiona ormai da anni ad artisti nazionali, differenziatisi  per la qualità del loro lavoro. Quest’anno il compito è stato assegnato ad una giovane compositrice, Silvia Colasanti (1975), che si è formata al Conservatorio Santa Cecilia di Roma.

Successivamente si è perfezionata  frequentando vari corsi,  tra cui quello di Composizione tenuto all’Accademia Chigiana da Azio Corghi. Così l’11 luglio 2011 è andato in scena in prima assoluta al Teatro dei Rinnovati di Siena il Faust, "tragedia soggettiva" (secondo la denominazione dello stesso autore) con musica di Silvia Colasanti su testo di Fernando Pessoa, con la direzione di Gabriele Bonolis, regia di Francesco Frongia  ed allestimento della Compagnia Teatro dell’Elfo.

Scritta per attore (Ferdinando Bruni), soprano (Laura Catrani) ed ensemble (Icarus Ensemble), l’opera, suddivisa in 18 scene, rimanda immediatamente al Faust di Johann Wolfgang Goethe (1749-1832). La leggenda medievale dell’alchimista, che vende l’anima al diavolo, diventa in Goethe la storia dell’ansia dell’uomo moderno di fare e di agire, per varcare sempre nuove frontiere, mirando al controllo tecnico scientifico ed al potere per il bene degli uomini.

L’opera di Silvia Colasanti, esempio di una delle più aggiornate esperienze contemporanee, invece, si presenta come una riflessione sul Faust in chiave moderna attraverso il testo di Pessoa. Fatto di lunghi monologhi, poco dialogo, molte ripetizioni, il testo descrive il dramma di un’anima che grida il suo dolore e orrore per l’inconoscibilità dell’esistere.

Pessoa abbandona i versi metrici per quelli liberi e la punteggiatura, perché la sua è un’anima in pena che si dibatte in un profondo tormento:  l’intelligenza vorrebbe andare oltre l’apparenza, ma non sa più se il mondo è quello che vede o altro. Il dubbio che esso sia sogno prende il sopravvento:

“Il mondo/ racchiude un sogno come realtà/ e in ogni frammento  (non capisci?)/ esso vive tutto intero./…….Le figure di sogno non conoscono/ il sogno (…) del quale sono figure,/ perché il mondo non solo è sognato/ ma è all’interno di un sogno un altro sogno/ in cui anche i sognatori sono/ sognati….” (Scena 10- Seduzione).

L’intelligenza, rappresentata da Faust, non può arrendersi, ma si smarrisce in un mondo del quale non coglie le ragioni. Intuisce un perché della vita, ma non riesce a comprenderlo. Da qui nasce lo scontro tra intelligenza e vita: l’intelligenza è imprigionata nell’incapacità di svelare il perché dell’esistenza. Questa incapacità di conoscere il mistero che fa essere le cose toglie realtà al mondo che ci circonda:

“Il mistero supremo dell’Universo,/ ….è che ci sia l’universo, qualcosa,/ è che ci sia l’esserci.” (Scena 4 - Dubbio)

Essa avvicina la vita al sogno, quasi che non ci sia  più distinzione.  Arriva, infine, la morte che spinge Faust  a sancire:

“E così a questo sono giunto: tutto è orrore,/ della verità non c’è che un’idea/ a cui non corrisponde realtà.” (Scena 17 - La morte).

La musica inquietante di Silvia Colasanti interpreta la tragedia con ricercate sonorità attraverso un’alternanza  di crescendo e diminuendo, che comunica l’urlo di dolore di Faust, un urlo incontenibile, a momenti carico di furore e tempesta, a momenti annichilito, come quello di Edvard Munch.

Comunque la vera padrona della scena è la lunga parte parlata resa in maniera magistrale dalla recitazione dell’attore Ferdinando Bruni, considerato l’erede di Carmelo Bene, che si alterna alle apparizioni del soprano Laura Catrani, dalla bella vocalità, non particolarmente incisiva, proprio perché i lunghi monologhi prendono il sopravvento sul resto dello spettacolo.

Di grande effetto la scelta del regista Francesco Frongia, coadiuvato dalle scene e luci di Nando Frigerio, di movimentare il fondo scena con la proiezione di video, che talvolta vanno ad occupare lo spazio in cui circolano i due  personaggi (uno canta, l’altro recita), immergendoli  in un isolamento in cui luci ed ombre creano forti emozioni. La piccola orchestra, di otto elementi, sotto la guida impeccabile di Gabriele Bonolis, offre al pubblico suggestioni attraverso i suoni delicati dell’arpa, che comunicano momenti di tregua al fluire del dolore e della tensione dei violini ed al cupo susseguirsi delle percussioni: nemmeno la morte è l’ultima risposta.

Pubblicato in: 
GN61 Anno III 18 luglio 2011
Scheda
Titolo completo: 

FAUST
Tragedia soggettiva in musica
 su testo di Fernando Pessoa 
commissionata dall’Accademia Musicale Chigiana di Siena
Autrice Silvia Colasanti
Prima rappresentazione assoluta
Lunedì 11 luglio 2011, ore 21.15

68° Settimana Musicale Senese

Ferdinando Bruni, attore;
Laura Catrani, soprano;
Francesco Frongia, regia;
Elfo Puccini, allestimento teatro;
Fernando Frigerio, scene e luci.

Gabriele Bonolis direttore,
Icarus Ensemble,
 Ferdinando Bruni attore, 
Laura Catrani soprano, Francesco Frongia regia

Allestimento Teatro Elfo Puccini

Per informazioni: telefonare al numero 0577 22091 (oppure 333.9385543 nelle ore di biglietteria).

Anno: 
2011