66° Settimana Senese. L'Elias sfolgorante di Mendelssohn

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Philippe Herreweghe

Dopo gli oratori della maturità di Franz Joseph Haydn, nessuno dei grandi musicisti della successiva generazione aveva affrontato questo genere musicale prima di Felix Mendelssohn Bartholdy, di cui quest’anno cade l’anniversario della nascita, il 1809, che è invece l’anno della morte del compositore di La Creazione (1799) e Le Stagioni (1801).

Non è casuale, se si esamina attentamente la sua formazione musicale, che sia stato proprio Mendelssohn a raccogliere l’eredità di Haydn. Nel viaggio in Italia del 1830 aveva conosciuto la tradizione polifonica di Giovanni Pierluigi da Palestrina e composto tra l’altro i tre pezzi sacri op.23 che sono studi sull'uso del coro. Conosceva, grazie al suo maestro Carl Friedrich Zelter, come nessun altro compositore suo contemporaneo, la musica del passato, conoscenza che divenne presto la base per la sua  consapevolezza dell'identità storica della musica tedesca.

Coerentemente con questa sua visione, come direttore d’orchestra, diresse non solo la Passione secondo S. Matteo di Johann Sebastian Bach nel 1829, ma anche molte partiture di oratori di Georg Friederich Händel come Israel in Egypt e Alexander Feast nel 1833, e poi Messiah e Judas Maccabeus nel 1834 e Solomon nel 1835. Mendelssohn conosceva, quindi, sia le origini musicali su cui si era sviluppata la tradizione oratoriale romana, che per prima aveva creato questo nuovo genere musicale, sia la grande scuola di musica sacra tedesca. Infine, la geniale rielaborazione di entrambe, compiuta da Händel nei suoi oratori, utilizza anche l'esperienza maturata, componendo gli Anthems inglesi.

Mendelssohn, inoltre, provenendo da una famiglia di religione ebraica convertita al luteranesimo, ebbe una grande sensibilità verso la religione. Il primo oratorio che compose fu il Paulus che ha come tema fondamentale la conversione, e venne eseguito per la prima volta al Festival del Basso Reno a Düsseldorf nel 1836 e poi, tradotto in inglese, con grande successo a Liverpool l’anno successivo.

Dieci anni separano questo oratorio da Elias, in quanto il compositore pur determinato a comporne uno nuovo, di stampo drammatico come Judas Maccabeus, contattò prima Karl Klingemann, traduttore in inglese del Paulus e poi il suo consulente teologico il pastore Julius Schubring, ma non si arrivò a nulla di concreto. Nel 1845, quando il comitato organizzatore del Festival di Birmingham gli affidò la direzione della manifestazione e l’incarico di comporre un nuovo oratorio, il musicista contattò nuovamente Schubring per il libretto.

Mendelssohn compose, quindi, Elias nel 1846 e la sua esecuzione, in un'edizione tradotta in inglese da William Bartholomew (Elijah), con le necessarie modifiche musicali, ebbe successo, e fu replicato a Londra il 16 aprile 1847 avendo ottenuto un esito trionfale. Purtroppo il 4 novembre il grande musicista morì prematuramente

Elias è diverso da Paulus prima di tutto perchè manca lo storico che racconta, com'era nell’antica tradizione oratoriale, sia italiana sia tedesca, ed in più la narrazione è affidata all’azione drammatica, come avviene in  Händel. Coerentemente con l’impostazione drammatica, viene sviluppata di più la parte solistica delle arie, in modo da delineare i personaggi, seppur non manchino brani di riflessione religiosa.

L’argomento viene esposto in una sequenza di episodi, senza che vi sia una reale continuità drammaturgica. Nella prima parte la maledizione del profeta e la successiva siccità,poi la sua fuga ed il suo rifugiarsi dalla vedova, in seguito il ritorno alla vita del di lei figlio, invocato da Elias ed esaudito da Dio, in ultimo l’incontro dopo tre anni con il re Achab e la sfida vinta contro i sacerdoti di Baal. Nella seconda parte la sua fuga, perché avvisato da Abdia, che la regina Jezabel lo ha condannato a morte, l’incontro con l’angelo che invia al monte Oreb dove Dio si manifesterà, poi Elias continuerà ad annunciare il messaggio di Dio fino alla sua ascesa in cielo.

L’apertura dell’oratorio è originale: Elias scaglia la sua maledizione, con grande impatto drammatico, rinforzato dal timbro scuro delle trombe e subito dopo c’è la splendida ouverture. Il coro, come in Händel, è protagonista. Potentissima nella sua drammaticità la scena in cui Elias sfida i sacerdoti di Baal. Nella seconda parte è molto coinvolgente la narrazione del coro della venuta di Dio, la musica evoca il vento e la tempesta, il terremoto ed il mare; il fuoco ed infine il soffio attraverso cui la divinità si manifesta. Non si può; in pagine come questa, non ricordare la lezione di  Händel dell'Israel in Egypt, rivissuta in modo creativo e  originale da  Mendelssohn, che utilizza diverse forme corali a seconda della necessità, dal corale luterano (n°5 e 15) al doppio quartetto (n°7); e al terzetto a cappella (n° 28).

Philippe Herreweghe ha diretto magistralmente la partitura evidenziandone fortemente la drammaticità, esponendo con grande maestria il fraseggio anche nelle parti più introspettive e meditative, come nell’aria di Elias della seconda parte: “Basta! Dunque prendi pure Signore la mia anima”, in cui lo scoramento del profeta prevale. Herreweghe ha padroneggiato la splendida composizione di Mendelssohn, assecondato perfettamente dall’Orchestre des Champs Élisées e dagli ottimi solisti Simona Saturova soprano, Christiane Stotijn mezzosoprano, Benjamin Hullett tenore, Florian Boesch baritono nella parte di Elias.

Un discorso a parte per il coro Collegium Vocale Gent e Accademia Chigiana Siena, questa formazione, appena costituita, ha cantato meravigliosamente un testo di ardua difficoltà, e si stenta a pensare che fosse al suo debutto visto il risultato. Il concerto ha avuto un esito trionfale con il pubblico entusiasta che ha applaudito a lungo gli interpreti ed è stato il primo avvenuto nell’appena restaurato Teatro dei Rinnovati.

Pubblicato in: 
GN 18/ 21 luglio - 4 agosto 2009
Scheda
Autore: 
Felix Mendelssohn - Bartholdy
Titolo completo: 

Elias
Oratorio per soli, coro e orchestra op.70
su testi di Julius Schubring tratti dal Primo libro dei Re, XVII-XIX

Orchestre des Champs Elysées
Philippe Herreweghe direttore
Collegium Vocale Gent e Accademia Chigiana Siena
Simona Saturova soprano
Christiane Stotijn mezzosoprano
Benjamin Hullett tenore
Florian Boesch baritono

Teatro dei Rinnovati - Siena
Sabato 11 luglio 2009

Voto: 
10