Aftermath. Amburgo 1946: anno zero

Articolo di: 
Teo Orlando
La conseguenza

Amburgo, Germania, 1946, anno zero. La città, assegnata agli inglesi dopo la spartizione del territorio tedesco operata dagli Alleati vincitori, è altrettanto devastata delle vite di chi la abita: sia quelle dei vinti sia quelle dei vincitori. È in questa notte buia dell’anima che il colonnello inglese Lewis Morgan (Jason Clarke), incaricato di gestire la ricostruzione di questa città apparentemente senza speranza, si trova costretto, suo malgrado, a requisire al legittimo proprietario, l’architetto tedesco Stefan Lubert (Alexander Skarsgård), una splendida villa sul fiume Elba. È questo l'incipit del film The Aftermath (La conseguenza), diretto da James Kent, come adattamento cinematografico del romanzo del 2013 The Aftermath scritto da Rhidian Brook, co-sceneggiatore del film. 

Diciamo subito che il contesto storico resta sullo sfondo:  allla fine della Seconda guerra mondiale, il territorio della Germania fu suddiviso tra le forze di occupazione inglesi, americane, russe e francesi – la loro mission combinata era finalizzata alla ricostruzione di una nazione devastata dalla guerra. Amburgo, la seconda città più grande della Germania dopo Berlino, con un porto di vitale importanza sia dal punto di vista commerciale, sia militare, nel 1943 aveva subito un devastante bombardamento durato ben cinque giorni da parte delle forze alleate, che provocò 100.000 vittime e causò la distruzione di 25 kmq di territorio. Milioni di cittadini tedeschi si ritrovarono privi di abitazione e di cibo, carburante o altri beni di prima necessità: solo una volta che gli alleati ebbero consolidate le loro posizioni, cominciarono ad arrivare viveri e altre merci. Dopo la cessazione delle ostilità, alla popolazione locale fu impedito di essere coinvolta nella gestione dei propri affari. Nel film le rovine di Amburgo compaiono solo di sfuggita, ma il panorama post-bellico ci ricorda quello della Berlino nel film Bridge of Spies di Steven Spielberg, caratterizzato da desolanti paesaggi invernali, a un passo dalle atmosfere post-apocalittiche.

Nonostante la diffidenza di sua moglie Rachael (Keira Knightley), Lewis, che pure sta lavorando alla denazificazione, offre a Lubert e Frieda, la figlia adolescente, la possibilità di rimanere a vivere nella villa. Le due famiglie, per quanto non condividano quasi nulla, sono però accomunate dallo stesso dolore causato dalla guerra: Lewis e Rachael hanno perso il figlio maggiore per una bomba nemica, mentre Stefan, per la stessa ragione, ha perso sua moglie Claudia.

I destini delle due famiglie iniziano paradossalmente a intrecciarsi in un avvicendarsi frenetico di emozioni e colpi di scena: solo affrontando le conseguenze del dolore una nuova alba potrà subentrare allla notte delle loro vite, anche se progressivamente l'inimicizia e il dolore lasceranno il posto a sentimenti meno lancinanti ma non meno intensi, quali possono essere solo quelli derivanti da una travolgente passione.

Del resto, la condivisione della residenza con i precedenti proprietari è minata fin dall'inizio da un vulnus psicologico: Stefan Lubert non è semplicemente l'ex padrone della villa, ma è proprio l'architetto che ha progettato la grande casa. Anche se la tenuta tentacolare offre molto spazio sia per la coppia inglese sia per i tedeschi, la disposizione non convenzionale genera tensione e disagio, con Rachael che nutre un fiero risentimento verso gli ospiti che vede come interlocutori scomodi.

Peraltro, il matrimonio di Lewis e Rachael comincia ad avere delle incrinature, dovute anche alle continue missioni di lui, più volte richiamato anche in patria dalle autorità superiori. La svolta nella trama avviene allorché Rachel, che inizialmente si rifiuta perfino di stringere la mano a Stefan a causa del suo odio per i tedeschi, comincia a maturare un sentimento di complicità e di affetto nei confronti dell'architetto, quasi a colmare il vuoto lasciato dal marito sempre più assente. In questa atmosfera opprimente, all'inimicizia e all'ostilità subentrerà un sentimento ancora più forte: la passione. Tutto matura perché Stefan (un Alexander Skarsgård elegante e sicuro di sé anche dopo la sconfitta, costretto ad accettare un lavoro in fabbrica come operatore di presse metalliche) riesce a sintonizzarsi con Rachael, rinchiusa in una prigione di dolore per la morte del giovane figlio in un raid aereo a Londra, con grande empatia, avvertendo il profondo isolamento di cui Rachael è vittima. 

È notevole come la posizione di Rachael nei confronti dei tedeschi cominci ad ammorbidirsi lentamente, con una scansione sottolineata da piccoli gesti quotidiani, come quando invita Freda a esercitarsi al pianoforte negli alloggi principali ogni volta che lo desideri. È così che, quasi impercettibilmente, la tensione si trasforma in passione: Rachael sente un'affinità elettiva con Stefan, considerato un'anima ferita nel profondo come è lei stessa, mentre Lewis, ignaro di tutto ciò perché troppo consumato dai suoi doveri e incapace di prendere atto dell'infedeltà della moglie, si renderà conto solo troppo tardi delle conseguenze dei suoi comportamenti. E anzi anche lui comincerà ad avere un atteggiamento più disteso verso l'architetto tedesco: degna di rilievo è la scena in cui  i due convengono sul fatto che la “Deutsche See” e il “North Sea” sono la stessa cosa e che "it is all the same sea in the end”.

Non riveliamo qui gli ulteriori sviluppi della vicenda e il sorprendente epilogo, preferendo semmai sottolineare come Jason Clarke sappia benissimo immedesimarsi nel colonnello inglese, che alterna, anche nella sua vita professionale, momenti di estrema durezza (come quando fa torturare un ufficiale delle SS) e momenti di debole insicurezza. E non possiamo dimenticare di aver da poco visto lo stesso attore interpretare il gerarca nazista Reinhard Heydrich, generale delle SS, nel film L'uomo dal cuore di ferro: ruoli militari che gli sono particolarmente congeniali, sia quando veste i panni del "cattivo" per eccellenza, sia quando deve indossare la divisa di chi in teoria si dovrebbe trovare dalla parte giusta. E come dice Stefan, “It's Stunde Null, Year Zero, everything can start again”. 

Pubblicato in: 
GN18 Anno XI 25 marzo 2019
Scheda
Titolo completo: 

La conseguenza
Titolo originale:    The Aftermath
Lingua originale:    inglese, tedesco
Paese di produzione:    Stati Uniti d'America, Regno Unito, Germania
Anno:    2019
Genere:    drammatico, sentimentale, guerra
Regia:    James Kent
Soggetto:    dal romanzo di Rhidian Brook
Sceneggiatura:    Joe Shrapnel, Anna Waterhouse, Rhidian Brook
Produttore:    Jack Arbuthnott, Malte Grunert
Produttore esecutivo:    Carlo Dusi, Beth Pattinson, Joe Oppenheimer, Ridley Scott
Casa di produzione:    Scott Free Productions, Amusement Park Films
Distribuzione in italiano:    20th Century Fox
Fotografia:    Franz Lustig
Musiche:    Martin Phipps

Interpreti e personaggi

Keira Knightley: Rachael Morgan
Alexander Skarsgård: Stefan Lubert
Jason Clarke: Lewis Morgan
Martin Compston: sig. Burnham
Kate Phillips: Susan Burnham
Fionn O'Shea: Barker
Alexander Scheer: Siegfried Leitmann
Anna Katharina Schimrigk: Heike
Jack Laskey: Wilkins
Rosa Enskat: Greta
Flora Thiemann: Freda Lubert
Frederick Preston: Michael Morgan
Ned Wills: bambino sul treno
Pandora Colin: donna sul treno

Uscita al cinema 21 marzo 2019

Voto: 
8.5
Vedi anche: