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Festa del Cinema di Roma 2012. Il gioiellino francese e le sperimentazioni britanniche
Tre film alla Festa Internazionale del Cinema di Roma completamente diversi l'uno dall'altro: il prodotto di marca francese, Populaire di Regis Roinsard, è un meccanismo perfetto, mentre completamente agli antipodi la prova di Figgis con Suspension of disbelief, che metterà a dura prova la razionalità dello spettatore e la sua capacità di astrarsi dalle storie che si coagulano in esso. Goltzius and The Pelican Company è invece uno dei film tipici di Greenaway, quindi da osservare con estrema attenzione e concentrazione.
Populaire - Fuori Concorso
Con la grazia eccezionale di Déborah François, e la delicatezza del setting anni ’50, Regis Roinsard giunge al suo esordio nel lungometraggio con una prova ben calibrata, dalla giusta ritmica e dall’uso esperto della telecamera e delle sue poliedriche soluzioni. La delicata storia di una dattilografa che, aiutata dal suo capo – ben interpretato e molto affascinante come Romain Duris, che ha già lavorato con Klapisch, Ivory e Patrice Chéreau – si presenta e vince gara dopo gara di velocità con la macchina da scrivere, ha qualcosa di populaire, per tutti, come dice il titolo e la marca della macchina da scrivere con cui gareggerà. Populaire è Fuori Concorso ma siamo sicuri che non avrà problemi né di distribuzione né di favore del pubblico: un gioiellino da non perdere.
Goltzius and the Pelican Company - CinemaXXI - Fuori Concorso
Il nuovo film di Peter Greenaway sicuramente si fa riconoscere: con un setting e delle riprese che fanno tanto ricordare i Pillow Books (1996) – anche per il tema dell’erotismo ma in Greenaway è “il tema” per antonomasia, quindi il va de soi che sia il topos precipuo – e i Misteri del giardino di Compton House del 1982. Questo racconto su come l’incisore e pittore Hendrick Goltzius e la sua Pelican Company trascorsero un periodo presso la residenza del Margravio di Alsazia per farsi pubblicare un libro d’incisioni sul Vecchio Testamento, è grottescamente composito.
Erotico e gore si mischiano in questa sfilata inconsueta di storie – alcune più conosciute, altre meno – che acquistano un sapore di parabola moderna su come questo dio vendicativo di cui diventa demiurgo il Margravio (nonché libidinoso e corrotto), abbia intessuto la storia, tra l’incesto di Lot con le sue figlie per far proseguire la stirpe, fino a Sansone e Dalila, il tradimento femminile più noto della storia. Un'eccezione è fatta per Salomé e la sua danza, che porterà ad uno degli episodi più cruenti – di cui comunque è intarsiata la pellicola – dato che ognuno di essi viene realmente interpretato dalla compagnia Pelican di Goltzius, per offrire uno spettacolo prelibato e convincere il Margravio a fornire i fondi per la pubblicazione finale. Da notare la presenza fra gli attori del nostro Pippo Delbono e le musiche curatissime di Marco Robino.
Suspension of Disbelief - Cinema XXI
Se si riescono a superare i primi venti minuti di sconcerto, comprensivi di passaggi continui (ma quelli perdureranno per tutto il film) dal bianco e nero al colore e viceversa, cambi di ruolo, flshaback, sogni cristallizzati nella mente che si trasformano in inquadrature di relazioni incestuose, Suspension of disbelief, sempre sconcertandovi, forse vi piacerà. L'ultimo film di Mike Figgis, presentato con la corte del regista e del cast in Sala Petrassi, mette in moto parecchie cellule cerebrali però a mio avviso non centra il bersaglio.
Memore nel titolo del celebre passaggio firmato da Coleridge a fine '700, colui che ha scritto il primo documento poetico romantico in lingua inglese, le Lyrical Ballads (1798) insieme a Wordsworth (che pochi purtroppo ricorderanno), Coleridge ha teorizzato anche quella “sospensione dall'incredulità” che avviene di fronte al prodotto narrativo in quel caso, cinematografico in questo.
Sebastian Koch è nella parte credibile di Martin, scrittore affascinante con una figlia di nome Sarah di cui festeggia il compleanno in casa, con i suoi amici (di lei). Angelique è una delle amiche di Sarah: conturbante, flessuosa, cerca di sedurlo: il film ruota tutto intorno a quello che è successo poi fra di loro, visto che Sarah il giorno dopo viene ritrovata annegata nel fiume. Arriva la sorella gemella (vari rimandi a Twin Peaks nel ritrovamento, le labbra violacee ed un clima piuttosto funereo e patetico), con cui Martin intesse strane conversazioni, e che lo crede colepvole. Attori tutti bravi, regia dinoccolata e altalenante: sembra di stare su una giostra mentre si vede il film, un altro giro?