Melodya. Il Cembalo di Bach nel piano di Richter

Articolo di: 
Piero Barbareschi
Bach

Ogni tanto si ha il desiderio di tornare a vedere la Primavera del Botticelli, seduti, di fronte, in silenzio, oppure la Vergine delle rocce di Leonardo, o Guernica...Ogni tanto si ha il desiderio di rileggere Dante, Cechov, Pirandello...Ogni tanto si ha il desiderio di riascoltare Richter...Le sue interpretazioni fanno parte non solo della storia del pianismo ma anche del patrimonio della cultura del nostro tempo e costituiscono, come avviene solo con i grandi, una ricchezza che appartiene a tutti, come le grandi opere d'arte della letteratura, pittura e poesia.

Quando poi è possibile riascoltare, come nel caso del doppio CD Melodya che ripropone la registrazione live del 1969 alla Sala Grande del Conservatorio di Mosca, il primo volume del Clavicembalo ben temperato di Bach, l'ascolto diventa occasione non solo di godimento estetico, ma momento di riflessione più profonda che coinvolge tutti i nostri sensi e tutto il nostro bagaglio culturale.

Nel 1969 Richter ha 54 anni, è nel pieno della maturità ed è già considerato un punto di riferimento in tutto il mondo, dopo “l'apparizione” in occidente nel 1961 quando già le sue performances sono ammantate da un alone di leggenda grazie al passaparola degli appassionati. Chi scrive, come molti, ha seguito sin dalla giovinezza le sue registrazioni con stupore ed ammirazione, a partire dallo storico Secondo concerto per pianoforte di Johannes Brahms, ancora oggi posseduto nel vinile originale, ed ha avuto la fortuna ed il privilegio di ascoltarlo in concerto poco prima della morte.

Un doppio CD come questo non deve assolutamente mancare nella discoteca personale. Il programma proposto renderebbe necessaria la stesura di un saggio critico e non certo le poche righe di quest'articolo. La registrazione è di ottima qualità per la presa di suono, pur mantenendo la connotazione live con la presenza di rumori di fondo e colpi di tosse, che contribuiscono in ogni caso a dare un sapore e un coinvolgimento particolare all'ascolto, così come l'aspetto grafico, sobrio, ma con la scelta di riprodurre sui CD l'aspetto del vinile originale. Si favoleggia che il giovane Richter avesse  memorizzato in un mese tutti e due i volumi del Clavicembalo ben temperato, e non ci sono motivi per dubitarne. In questa esecuzione, una "due giorni", condivide e trasmette al pubblico la sua visione del primo volume del capolavoro bachiano.

Nel “suo” Bach si manifesta all'ascoltatore, al quale consigliamo di tenere gli occhi chiusi durante l'ascolto, la summa dell'estetica musicale bachiana, che poi contiene in nuce tutto ciò che la storia della musica dirà nei secoli successivi. Il mondo della musica strumentale, vocale, sacra e profana, solistica e cameristica è racchiuso nella successione dei preludi e fughe che vedono nel pretesto di dimostrare la possibilità di costruire ed eseguire brani con il “nuovo” criterio armonico la motivazione più superficiale e forse meno importante.

Sin dall'attacco del primo preludio in do maggiore Richter fa capire che cosa è in grado di fare. La sonorità rarefatta è perfettamente adeguata allo scorrere delle armonie che si dipanano con serenità e leggerezza, così come nel secondo la scrittura, che potrebbe far correre il rischio di essere declassata ad uno studio per l'agilità, trasmette la sua reale tumultuosa drammaticità. La meditazione nel quarto in do diesis minore, la realizzazione del quinto in re maggiore, che ricorda lo scorrere gioioso di acqua spumeggiante. Sotto le dita di Richter la musica assoluta di Bach, in quest'occasione svincolata da qualsiasi e pretestuosa osservazione sulla liceità di eseguire al pianoforte ciò che è scritto per cembalo, svela all'ascoltatore la magia ed il mistero dell'attribuzione ad una tonalità piuttosto che un'altra la rappresentazione di un “affetto”, di un sentimento o di una descrizione della natura.

Solo Bach probabilmente ha posseduto in termini così straordinari questo dono, e solo Richter è probabilmente riuscito meglio di chiunque altro a farsi tramite di questa magia. È difficile fare graduatorie, ma l'esecuzione del preludio ottavo è veramente un momento nel quale la “magia” sopra accennata si svela dando la sensazione di una religiosità e bellezza che è al di fuori del tempo.

Stiamo accennando solamente ad alcuni preludi non per sminuire l'importanza delle fughe ad essi associate, ma perché ogni preludio schiude uno scenario ogni volta diverso mentre le fughe, pur meravigliando per come l'apparente astratta costruzione contrappuntistica raggiunga con Bach livelli assoluti ed ineguagliati, mantengono una connotazione più austera e sotto certi punti di vista prevedibile. Tocco di grande classe e raffinatezza da parte di Richter collegare l'inizio di ogni fuga un attimo prima che il suono dell'accordo conclusivo del preludio si estingua, creando un  effetto di ripresa e rinascita delle idee musicali, nella stessa tonalità, che rendono indissolubilmente legate le due forme musicali. Ascoltare Bach eseguito in questo modo fa bene all'anima. 

Scheda
Titolo completo: 

Melodiya

JOHANN SEBASTIAN BACH (1685-1750)
Il Clavicembalo ben temperato vol.1
(Mosca, 20/21 aprile 1969)

Svjatoslav Richter, pianoforte
2CD
MEL 1848 – b.c. 4600317118489