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Offenbach a Jesi. Un Sipario più che allegro
Al Teatro Pergolesi si è chiusa in allegria la 43° Stagione Lirica di Tradizione il 18 dicembre 2010 (replica il 19 e anteprima giovani il 17) con la messa in scena di un dittico di operette in un atto di Jacques Offenbach: Pomme d’Api e Monsieur Choufleuri restera chez lui le... ottenendo un grande successo, la recensione si riferisce a questa recita.
Pomme d’Api Opérette en un acte (operetta in un atto) su libretto di Ludovic Halévy et William Busnach debuttò a Parigi il 4 settembre 1873. In questo caso un Offenbach sempre ironico contrappone due visioni della donna legata all'immaginario maschile: quella sentimentale del giovane nipote Gustave innamorato di Catherine ma costretto a lasciarla per volere dello zio, il cinquantenne Rabastens (ma ne dichiara 39) che ha della donna una concezione usa e getta, ancora molto in auge tra gli uomini.
Quando Rabastens conoscerà direttamente Catherine, capitata a casa sua come cameriera per guadagnarsi la vita, capitolerà davanti al fascino della giovane donna e acconsentirà alle nozze con il nipote. La brava Anna Maria Sarra canta e si muove con morbida eleganza, dando vita alla effervescente e spiritosa Catherine, bene anche il sentimentale Gustave di Mert Sungu mentre è un po' troppo macchiettistico il Rabastens di Mattia Campetti. Molto appropriato e coquette il costume per Catherine che con il corto e rosso panier ricorda la mela del titolo; sono state indovinate anche le scene semplici ma funzionali e pertinenti.
Ancora più velenoso e critico il contenuto di Monsieur Choufleuri restera chez lui le... (Il signor Choufleuri sarà in casa il....) Opéra-bouffe en un acte (opera buffa in un atto) su libretto di M. De Saint-Rémy, Ludovic Halévy, Hector-Jonathan Crémieux e Ernest Lépine rappresentata per la prima volta a Parigi, al Palais Bourbon il 31 maggio 1861. Siamo quindi in piena epoca Secondo Impero con Napoleone III regnante; obiettivo della satira di librettisti e del musicista è l'arrivismo per cercare di scalare il Bel Mondo di personaggi diventati ricchi, non si sa come, in quanto in quel periodo, e non solo in quello disgraziatamente, la corruzione regnava incontrastata.
L'idea che concepisce il temerario protagonista per attuare il suo scopo è di invitare le pop star dell'epoca: la Henriette Sontag (soprano), Antonio Tamburini (baritono) e Giovanni Battista Rubini (tenore). Dichiara alla figlia Ernestine che gli chiede se è contento:“Contento? No io proteggo le arti e proteggere le arti quando non si capisce niente è sublime. Fare musica in casa propria quando si ama la musica non è un merito. A me la musica mi dà fastidio o mi addormenta....”
I cantanti all'ultimo momento si troveranno di comune accordo indisposti e l'Onore di Choufleuri verrà salvato da Chrysodule Babylas, giovane musicista innamorato della figlia. Babylas si fingerà Rubini, Ernestine la Sontag e Choufleuri Tamburini. Arrivano gli invitati e comincia l'esibizione: un'occasione ghiotta per la parodia dell'opera italiana, nessuno viene risparmiato e ci sono tutti, Rossini, Bellini, Donizetti e Verdi. Con il ricatto di svelare agli ospiti l'inganno, Babylas ed Ernestine strapperanno il consenso per il matrimonio e tutto finirà in allegria.
La regia di regia Stefania Panighini è stata ironica ed efficace, bene anche in questo caso le scene sempre di Giada Tiana Claudia Abiendi e Lucia Ceccoli e i costumi di Massimo Carlotto e Manuel Pedretti. Brava e disinvolta Anna Corvino nel ruolo di Ernestine e così Francisco Brito in quello di Chrysodule Babylas e Mattia Olivieri come Monsieur Choufleuri. Salvatore Percacciolo ha diretto l'Orchestra Progetto Sipario con brio evidenziando le parti sentimentali e ironiche, bene anche il Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini” diretto da David Crescenzi.
Gli orchestrali partecipano al Progetto Sipario formato da una rete interregionale/transnazionale europea di organismi di produzione/formazione di spettacolo dal vivo con l'obiettivo di preparare le necessarie figure professionali; è anche in questo ambito il primo intervento nella Regione Marche realizzato dalla Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi e finanziato dal Fondo Sociale Europeo. La Fondazione Pergolesi Spontini ha, inoltre, sottoscritto una convenzione per la realizzazione di iniziative congiunte con la Scuola dell’Opera Italiana del Teatro Comunale di Bologna. All'ottima gestione del Festival e della Stagione lirica di Tradizione si aggiunge quindi una visione lungimirante e propositiva per continuare a far vivere e prosperare, speriamo in un futuro non lontano il melodramma.