Sin di Alessandro Vizzino. Se il Grande Fratello ti uccide

Articolo di: 
Massimo Onesti
Sin

Il Grande Fratello, l'eccezionale novità televisiva di questi ultimi anni, è andato già in naftalina, poco performante ormai riguardo ai gusti di un pubblico che vuole  essere sorpreso e inchiodato al teleschermo da estremizzazioni del reale sempre più astruse e complesse. E allora che cosa dobbiamo aspettarci per poter essere ancora di più insidiati dalla spettacolarità mediatica nel prossimo futuro? Quello che in Sin, questo thriller psicoclaustrofobico ci suggerisce Alessandro Vizzino, già vincitore di alcuni premi culturali fra cui il Premio Letterario internazionale Città di Eboli, è una specie di Grande Fratello ambientato in un futuro appena dietro l'angolo (2050 circa), dove l'esclusione dalla scena è l'estrema dipartita finale.

E' solamente con la morte che si può sperare di uscire dalla Casa, blindatissima e da dove è impossibile fuggire, piena di congegni elettronici e di trappole sofisticate che possono essere innescate da un momento all'altro da mani invisibili e spietate, con dietro qualcuno capace di controllare, oltreché i movimenti dei poveri malcapitati, anche le loro menti attraverso una sofisticata invenzione fantascientifica.

I dieci personaggi (cinque uomini e cinque donne), a loro insaputa rinchiusi in questa casa-bunker composta di una stanza-loculo per dormire, un ampio salotto, una cucina, un bagno, una camera rossa, una specie di sala mortuaria, perfino una palestra, sono stati catapultati lì senza nessuna corrispondenza percettibile, sconosciuti fra di loro, ma che, a mano a mano che la storia incalza e va avanti, rivelano legami sottili e inestricabili fra ognuno di loro, dove ogni persona reca con sé un colpo di scena o un'apparente ragione del perché sia finita lì.

Comincia così il calvario e lo stress del confronto fra i reclusi, del sospettarsi a vicenda, del raccontarsi le proprie vite, del costringersi a una solidarietà forzata, dell'allacciare rapporti fra coloro che sono più affini e alla fine dell'essere tutti complici nella ricerca di una via di fuga, che sembra impossibile possa esistere.

Nel corso del romanzo viene naturale assumere più simpatia verso l'uno o l'altro personaggio, partecipare e soffrire con loro, spaventarsi di fronte alle trappole impreviste, intenerirsi alle loro intimità amorose, inorridire davanti alle morti più efferate. Il ritmo è incalzante, la narrativa sciolta e frizzante, quasi cinematografica anche se, secondo il mio punto di vista, presenta alcuni sbilanciamenti, come il fatto che anche in un futuro che, almeno si spera, potrebbe essere più evoluto dal punto di vista sociale, in cucina fra i fornelli e i piatti da lavare sono sempre le donne a ritrovarsi pur se in una situazione così difficile e coatta: tuttavia, certe italiche abitudini sembrano impossibili da lasciare, come quella di  pranzare o di cenare in modo conviviale come in una bella compagnia di amici del sabato sera per una scampagnata urbana.

Notevole anche il rimando, fin troppo esplicito anche nella grafica di copertina, al film The Experiment, ispirato a un vero esperimento sugli effetti della vita in prigione, o anche all'horror-fantascentifico di The Cube, basato sulla reclusione anche qui di un gruppo di persone in una stanza cubica, o alla saga di Saw-L'Enigmista e anche agli intrighi e ai misteri vaticani di Dan Brown con il suo Codice  da Vinci e con il successivo Angeli e Demoni.

Ma come sempre succede nel genere thriller in cui le ispirazioni e gli intrecci  delle similitudini si susseguono all'infinito, come scatole cinesi, facendoci trovare sempre mille sfumature sul già percepito e che fanno sì che chi ama questo genere alla fine voglia sempre ritrovare quelle atmosfere e quelle sensazioni che lo attanagliano e lo bloccano, alla lettura o alla visione, le pagine, pur corpose, come in questo caso del libro di Vizzino, si divorano ad una ad una, in un crescendo di tensione e adrenalina fino al finale districamento dela matassa. 

Voglio segnalare infine il bellissimo booktrailer a promozione del libro con le musiche ambient del gruppo degli Arte Povera, con Emiliano De Angelis come bassista e compositore del pezzo, Max Rossi alle chitarre elettriche, Luka Fiorentini alle  tastiere, Vincenzo Bruno chitarra acustica, Simone Atzeni alla voce e Luca Giacobbe alla batteria.

Pubblicato in: 
GN18 Anno V 12 marzo 2013
Scheda
Autore: 
Alessandro Vizzino
Titolo completo: 

Sin, Meda,  Mjm Editore  (collana Thriller), 2012.  € 14,00, 654 p.