Torino Teatro Stabile. Pinter e la complicità della menzogna

Articolo di: 
Gianni Maria Saracco
Tradimenti

A Torino ritornano i Tradimenti. Quelli di Harold Pinter, per intenderci. Tornano dopo un anno e, per paradosso, sono sempre i medesimi. Come sempre. Come in ogni dove. Dall'8 al 13 febbraio per la Stagione del Teatro Stabile al Gobetti.

Tornano, ovviamente, anche Nicoletta Braschi, Enrico Ianniello e Tony Laudadio, ancora insieme ad oltre un anno di distanza dall’esordio, diretti da uno dei più interessanti interpreti della nostra scena, Andrea Renzi ed affiancati da un quarto interprete, Nicola Marchitiello. Le scene e i costumi sono sempre quelli a cura di Lino Fiorito, le luci di Pasquale Mari, il suono di Daghi Rondanini.

Tradimenti (Betrayal), commedia che Harold Pinter scrisse nel 1978 parte dal ritrovarsi di due (ex amanti): è la più recente delle due "commedie della memoria", e lo stesso Pinter curò la sceneggiatura del film di David Jones (1983) da essa tratto.

Con una scrittura sottile, penetrante asciutta e spesso addirittura  scarnificata, Pinter racconta, attraverso i dialoghi rapidi e concisi, quasi sempre due a due, la vicenda di tre protagonisti, che compongono un particolare triangolo amoroso.

La pièce comincia con l’appuntamento tra i due ex che, anni dopo la fine del loro affaire, s’incontrano nuovamente in un pub. In nove rapide scene si riavvolge il nastro della storia clandestina dei due, fino al bacio che sigla l’inizio della relazione tra Emma, sposata con Robert, e Jerry, migliore amico proprio di Robert.

Si compone cosi’ il racconto a ritroso di anni di menzogne, doppiogiochismo e omissioni: partendo dalla fine del matrimonio di Emma e Robert, fino a tornare all’inizio della relazione sentimentale tra la donna e Jerry, amico del marito, che dà il via a quelli che, nell’ottica dello spettatore - ridotta a brevi stralci, ma plurima nei punti di vista – appaiono, alla fine, più relazioni plurime di falsità stratificata, piuttosto che non un semplice e banale tradimento.

Ed e’ proprio questo, probabilmente (come anche sostenuto da piu’ parti), che consente a quest’opera di Pinter di stagliarsi nettamente rispetto al canone consolidato del dramma borghese.

In Pinter, infatti, il triangolo ha un gioco di forze stravolto, non c’è una forma normale di conflitto, ma al contrario viene portata all’estremo la falsità del gioco delle parti. Parti che a loro volta sono false per definizione, menzognere per default, verrebbe da scrivere.

Cosi come, d’altra parte, e’ irrimediabilmente falso il gioco, e la vita stessa.
La complessità dei messaggi e delle interpretazioni possibili non soltanto viene arricchita dall’ordine delle sequenze di un intreccio che capovolge il modo classico di affrontare e ricevere le informazioni narrative, ma è soprattutto l’accorto uso di termini e l’accavallarsi delle versioni dei vari personaggi su determinati eventi a creare lo spessore del testo.

E questo perché i personaggi entrano in scena a storia finita, ed il fulcro della storia stessa non può dunque che essere rappresentato dal tradimento, consumato, non dimenticato, con tutto il suo perimetro contorto e contraddittorio, mentre i tre protagonisti, in questo alla fine perverso svolgimento a ritroso, trovano anche lo spunto per ricordare quel che sono stati, come se la memoria rappresentasse l'elemento fondante nel definire i contorni della loro propria immagine, astratta e labile ad un tempo.

La civile accettazione dei rispettivi tradimenti insinua nello spettatore il dubbio sottile (?) che tutti e tre i protagonisti siano, consapevolmente, complici nel loro labirinto di menzogna.

Pubblicato in: 
GN40 Anno III 21 febbraio 2011
Scheda
Titolo completo: 

Tradimenti
TEATRO GOBETTI – TORINO
dal 08/02/2011 al 13/02/2011
di Harold Pinter
con Nicoletta Braschi,
Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Nicola Marchitiello
regia Andrea Renzi
suono Daghi Rondanini
scene e costumi Lino Fiorito
luci Pasquale Mari
Fondazione del Teatro Stabile di Torino
OTC Onorevole Teatro Casertano

Stagione del Teatro Stabile di Torino