Gordiano Lupi. Se io fossi Baricco

Per capire le tematiche affrontate da Se io fossi Baricco, sarebbe interessante leggere Quasi quasi faccio anch’io un corso di scrittura (Stampa Alternativa, 2004) e Nemici miei (Stampa Alternativa, 2005), due libri che hanno fatto arrabbiare tanta gente permalosa, ma al tempo stesso sono serviti a far aprire gli occhi a molte persone che si avvicinavano al mondo dell’editoria. Credo che li trovate ancora in qualche libreria che non venda solo Faletti, Dan Brown, vampiri adolescenti, gialli scandinavi, marescialli ciccioni di provincia e camillerate varie. Se non li trovate, ordinateli. Al limite mi scrivete una mail e ve li mando io con poca spesa.

E poi dal 2004 a oggi non è cambiato mica molto, un tempo lo Strega lo vinceva Veronesi, adesso Scarpa. Per dirla con mio nonno: al peggio non c’è mai fine. Prima o poi faranno Ministro della Cultura Baricco, oppure Aldo Nove, consiglieri speciali Tullio Avoledo e Giulio Mozzi, delega per teatro e cinema ad Alberto Bevilacqua. Michela Miti prenderà il posto della Cavagna, anche se non è più la stessa di Vieni avanti cretino e dei film di Pierino…

Intendiamoci, non è obbligatorio, potete leggere questo libro anche da solo, non ci sono antefatti da scoprire, assassini da indagare, storie da sapere, ma il clima di fondo di quei due vecchi libri era parecchio genuino, venivano fuori da solenni incazzature alla Bianciardi.

Adesso sono un vecchio scrittore di provincia, imbiancato nell’underground, rassegnato al mio ruolo, forse meno incazzato di prima, di sicuro molto più disilluso e meno sicuro di poter cambiare il mondo. Ma riesco ancora a parlare e non è mica una cosa da poco, se penso a quel che deve fare Yoani Sánchez da Cuba per far trapelare le sue opinioni.  Io vivo in un mondo corrotto e consumistico, pieno di mafie e poteri occulti, amicizie che si danno la mano, furboni che ti fregano e via col tango, ma sono libero di scrivere quel che mi pare.

Ultimo avvertimento. Non mi date dell’analfabeta come ha fatto qualcuno che non ha capito i libri precedenti. Il libro è scritto in uno stile che rispecchia il toscano parlato dalla gente di strada, quella che pontifica al bar sulle rovesciate di Totti e sulle sconfitte della Fiorentina. Ecco, io ho preso a prestito quella lingua sgrammaticata per dire quattro cazzate sulla letteratura e sul mondo dell’editoria. Se volete libri scritti in italiano perfetto ne ho pubblicati molti, basta scegliere a caso dalla nota bibliografica finale. Ma quando m’incazzo non posso stare attento alle virgole agli a me mi. Per le incazzature serve uno stile viscerale, qualcosa che vomiti rabbia e disprezzo sulle pagine bianche. Adesso vi lascio al libro. In fondo questa doveva essere solo un’introduzione, mica un racconto.

Gordiano Lupi

e-mail: lupi@infol.it- Il Foglio Letterario