Roma. Archivio centrale dello Stato: Nuove importanti acquisizioni per donazione

L’Archivio centrale dello Stato ha ricevuto in donazione gli archivi dell’ingegnere Pasquale Fazio e degli architetti Annibale Vitellozzi e Giancarlo Busiri Vici.I tre nuclei documentali si aggiungono ai 55 archivi di architetti già presenti nei depositi. L'istituto si conferma l’ente con il maggior numero di fonti per lo studio dell’architettura italiana del Novecento.

L’Archivio centrale dello Stato ha arricchito ulteriormente la sua ricca collezione di archivi di architetti ed ingegneri: sono recentemente arrivati in donazione gli archivi dell’ingegnere Pasquale Fazio (Alvito, 1929 – Roma, 2018) e degli architetti Annibale Vitellozzi (Anghiari, 1902 – Roma, 1990) e Giancarlo Busiri Vici (Roma, 1933). I tre nuovi aggregati documentali rappresentano una significativa aggiunta ai 55 archivi di architetti già custoditi dall’Archivio centrale dello Stato. Un numero che rende l’istituto l’ente con il maggior numero di fonti sulla storia dell’architettura italiana del Novecento e, di conseguenza, il più consultato dagli studiosi della materia.

Dopo gli studi di alta specializzazione, compiuti tra Napoli e gli Stati Uniti, l’ingegnere Pasquale Fazio ha svolto, tra la fine degli anni Cinquanta e il 2000, un’intensa attività quale progettista e strutturista di numerosi edifici, realizzati sia in Italia che all’estero. La documentazione, donata all’Archivio centrale dalle eredi dell’ingegnere, è costituita da circa 43 metri lineari di rotoli di disegni, pacchi e faldoni contenenti allegati ai progetti (relazioni tecniche, corrispondenza), stampe fotografiche. Tra i più significativi interventi progettuali ci sono gli edifici per la nuova Università di Baghdad in Iraq, gli edifici universitari a Lagos in Nigeria (1964-72), lo Sheraton Hotel di Dubai (1975-78), l’ampliamento dell’Hotel Cala di Volpe (1970) e il Pevero Golf Club in Costa Smeralda (1974-90).

L’Archivio dell’architetto Giancarlo Busiri Vici è invece costituito da 3000 elaborati grafici, carteggi e altro materiale relativi ad oltre 140 progetti. La documentazione va ad integrare il fondo Michele Busiri Vici, padre di Giancarlo, conservato dall’Istituto. Frutto della collaborazione professionale tra i due sono le celebri architetture realizzate in Costa Smeralda negli anni ‘60-‘70: gli hotel Romazzino di Arzachena (1968-76) e Luci di la Muntagna a Porto Cervo (1965-78), il Condominio Sa Conca (1964-65), vari complessi residenziali a Porto Cervo (1971-76) e Arzachena (1977-80). Giancarlo Busiri Vici ha in seguito progettato numerosi interventi per strutture ricettive, residenziali e religiose, sia in Italia che all’estero, inoltre è stato presidente emerito dell’Ordine degli Architetti di Roma e del Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

L’Archivio dell’architetto Annibale Vitellozzi (Anghiari, 1902 – Roma, 1990) ha una consistenza di 78 pacchi e 21 tubi contenenti elaborati grafici progettuali, 41 faldoni di documenti allegati ai progetti, oltre a fotografie e riviste di architettura. All’interno della sua vasta produzione, di particolare interesse sono la facciata della Stazione di Roma Termini (1950, in collaborazione con Leo Calini ed Eugenio Montuori), le strutture realizzate per i Giochi della XVII Olimpiade del 1960 (lo Stadio del Nuoto, in collaborazione con Enrico Del Debbio e gli ingegneri Sergio Musmeci e Riccardo Morandi, e il Palazzetto dello Sport con l'ingegner Pier Luigi Nervi), la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, a Castro Pretorio, (1975, in collaborazione con gli architetti Massimo Castellazzi e Tullio Dell'Anese), gli interventi relativi allo Stadio Olimpico (prima il completamento della struttura, nel 1953, poi la radicale ristrutturazione e la copertura dell’impianto per i Mondiali di Calcio del 1990).

L’Archivio centrale dello Stato
L’origine dell’Archivio centrale dello Stato risale al 1875 quando, con il Regio Decreto del 25 maggio n. 2552, fu istituito l’Archivio del Regno con la finalità di conservare, oltre agli originali delle leggi e decreti, allo stato civile di Casa Savoia e al registro araldico, anche gli atti dei dicasteri centrali non più occorrenti “ai bisogni ordinari del servizio”. L’Archivio centrale dello Stato è tra i più grandi archivi del mondo ed è il depositario della memoria documentaria dello Stato a partire dall’Unità d’Italia. Attualmente la documentazione conservata presso l’Istituto ha una consistenza di circa 160 chilometri lineari.

A partire dalla Costituzione, atto fondante della Repubblica di cui è conservato uno dei tre originali, l’Istituto conserva gli atti prodotti dagli organi legislativi, giudiziari e amministrativi dello Stato centrale, in particolare dei ministeri e della Presidenza del Consiglio. A questi si aggiungono circa 50 archivi di enti pubblici e privati di rilievo nazionale, come quelli dell’Opera Nazionale Combattenti (ONC), dell’Ente Autonomo per l’Esposizione Universale di Roma del 1942 (E-42), del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), della Società generale immobiliare (SGIS) e dell’Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI).

Estremamente interessanti anche i circa 250 archivi personali di esponenti della politica (tra cui Agostino Depretis, Francesco Crispi, Giovanni Giolitti, Vittorio Emanuele Orlando, Ferruccio Parri, Ugo La Malfa, Pietro Nenni) e della cultura, in particolare di architetti, (come Luigi Moretti, Mario Paniconi, Giulio Pediconi, Riccardo Morandi, Plinio Marconi, Gaetano Minnucci, Giuliana Genta). L’Istituto conserva inoltre un ricchissimo patrimonio fotografico e un nucleo consistente di archivi su supporto non cartaceo: la documentazione della Commissione Alleata di Controllo e del Governo Militare Alleato, su microfilm; quella dell’Internazionale Comunista, su CD-ROM, la Collezione italiana delle interviste della University of Southern California Shoah Foundation Institute for Visual History and Education, in DVD e video-cassette, i filmati dell’United States Information Service (USIS).
Nel corso degli anni l’Istituto ha acquisito i versamenti della Direttiva Prodi (2008) relativa al rapimento e all’uccisione di Aldo Moro, della Direttiva Renzi (2014) sulle stragi da Piazza Fontana al rapido 904 e della Direttiva Draghi (2021) su Organizzazione Gladio e Loggia P2. Per la ricchezza della documentazione conservata, l’Archivio centrale dello Stato rappresenta un indispensabile luogo per ogni tipo di ricerca, non solo di carattere storiografico.

Archivio centrale dello Stato
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