Frida al Teatro dei Documenti. Garofani rossi per il suo Messico

Articolo di: 
Livia Bidoli
Frida Kahlo Le due Frida 1939

La pièce su Frida Kahlo al Teatro dei Documenti di Roma dall’11 al 13 marzo 2011 diretta ed interpretata da Enrica Rosso, atto unico di Valeria Moretti, espone il cuore dell’artista: quell’organo intessuto di fili che vediamo esposto nel suo quadro Le due Frida del 1939, dove forbici lo ricuciono, lasciando cadere alcune gocce di sangue sul vestito candido. Il cuore aperto di Frida fa coppia col cuore chiuso di Frida, nondimeno esposto alla visione di tutti.

Una donna, Frida Kahlo (1907-1954) che non avuto requie nella sua vita d’artista e sposa di Diego Rivera, (1886-1957), il pittore messicano con cui ha formulato un sodalizio che tuttora viene mantenuto nella loro Casa Museo di Frida Khalo, la Casa Azul di Città del Messico dove vissero insieme con scimmiette, pappagalli, cani, tutti animali che Frida amava.

I colori di Frida, riflessi dalle parole di Enrica Rosso in un monologo dirompente e sussultante, come la vita di questa pittrice intrisa di vita fin dentro quelle vertebre sottoposte ad innumerevoli operazioni chirugiche, per la spina bifida di cui era malata e per il tragico incidente su un autobus nel 1924 a 17 anni, dove un un corrimano le trapassò il fianco fino alla vagina, rendendole impossibile più tardi di sopportare una gestazione.

Nonostante questa vita martoriata e dal dolore incessante agli arti, alla schiena, al busto dal quale é stata ossessionata per anni anche nei quadri, come dalle sue visioni “organicisitiche” del suo corpo come una serie di elementi separati, che esplodono nella sua prima tela su metallo, l’Henry Ford Hospital del 1932, dove fu ricoverata per un aborto spontaneo e dove le salvarono la vita. Qualche anno dopo, nel 1935, in seguito al tradimento del marito Diego Rivera (sposato nel 1929) con la sorella Cristina, dipinge Qualche piccolo colpo di pugnale (la scritta appare nel quadro), dove lei, esangue sul letto, è macchiata di sangue ed ha accanto un uomo in piedi, rappresentativo del colpevole Rivera che l’ha pugnalata nell’intimo.

Gli amanti che ebbe poi furono molti, per fare il paio con quelli di Rivera, uomini e donne, come esposto in molte sue tele, come lei diceva: “il mio sesso è un immobile sale segreto”. Fra questi Breton ed il rivoluzionario russo Leon Trotsky, testimone il suo Autoritratto dedicato a lui (1937), che ricorda inoltre la caratura politica di lei che dal 1928 la vede iscritta al Partito Comunista e che le fece conoscere e proteggere Trotsky a casa sua.

Possiamo solo salutarla con la stessa intensità che ha usato Enrica Rosso su quella sedia che ha costretto Frida all’immobilità, lanciando dal vaso i garofani rossi per l’aria che respira di Messico e della sua Rivoluzione del 1910, anno in cui affermava essere nata per omaggiare la sua patria, e le parole “Que viva la vida, que viva Mexico!

Pubblicato in: 
GN44 Anno III 21 marzo 2011
Scheda
Titolo completo: 

FRIDA K.
atto unico di Valeria Moretti
diretto ed interpretato da Enrica Rosso
11 e 12 marzo ore 21, 13 marzo, ore 18, al Teatro di Documenti

Associazione culturale CAMALEONTIERRANTI in collaborazione con TEATRO DI DOCUMENTI
Teatro di Documenti Via Nicola Zabaglia, 42  tel. 06 5744034 ore 10-18 oppure 347 0403728