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Kataklò. Love Machines in girandola cromo-acrobatica
Una girandola acrobatica quella dei Kataklò Athletic Dance Theare con Love Machines al Teatro Vittoria Attori&Tecnici fino al 9 gennaio 2011. Ispirati a Leonardo Da Vinci, i Kataklò hanno dato vita alle creazioni di Leonardo attraverso i corpi atletici di otto ballerini, rivestiti di strane mappature sul corpo, lembi di costumi che ne delineavano ed attraversavano i corpi, creando essi stessi una progettazione cromatica.
Lo spettacolo si apre in una caverna dove si proiettano dall’alto, attaccati ad una corda, i due primi performer, che si distinguono sia per abiti sia per movimenti, dagli altri che seguiranno dopo. Si tratta di una sorta di salto nel buio dove si trovano macchine di forma equilatera in continuo movimento. I ballerini le bloccano e cominciano ad osservarle con il loro semiocchio di luce a mezzaluna sul volto: una torcia che li fa riverberare di una luce a-umana, e gli stessi movimenti sono come primitivi, impacciati, non garbati. Sono due esseri in dissidio tutti rivestiti di lembi di tessuto verde fosforescente sotto la luce diretta che si sfacccetta tra il fosforescente viola.
Gli altri sei performer entrano poi, con una sorta di parrucca somigliante ai riccioli degli dei e degli eroi provenienti dall’Ellade, un miscuglio tra corpi scultorei e movenze anche femminee, tanto levigate si mostrano nei loro spostamenti nello spazio. Si incontrano con gli altri due ballerini e li seducono, prima lei, poi lui, ad una danza ritmata, veloce, acrobatica: inizia la seconda parte dello spettacolo con una sequela – con poche interruzioni – di balli di gruppo in cui i due primi scopritori si amalgamano ai loro compagni scoperti nell'antro. Siamo nel clou del balletto e le stesse macchine si animano acquisendo forza e potenza dagli stessi ballerini: integrandosi con loro e attraverso di loro. Le coreografie di Giulia Staccioli, coadiuvata da Jessica Gandini, si accendono ora, in questo connubio simbiotico tra i ballerini e le loro Love Machines: i costumi di Sara Costantini emergono con efficacia solo per strutturare e sottolineare il corpo animato dei danzatori che si scioglieranno, nel buio, aprendo la strada di nuovo verso il cielo, attraverso la stessa corda che li aveva fatti scendere giù in questa metaforica grotta.
Dopo il termine della scoperta e la risalita, un abbraccio danzato per il pubblico: tutte le coppie dei Kataklò – che da poco hanno aperto la loro Accademia a Milano-, hanno offerto un’ulteriore brindisi coreografico al pubblico, col sottofondo tensivo delle musiche originali elecktro-ambient di Italo Dorigatti, alias Sabba D.J., che ha saputo sottolineare in particolar modo i momenti più pirotecnici della danza anche accompagnandosi ad un celebre brano barocco.