Rachmaninoff. Concerto 2 e 3. La Russische Qualität dell'adamantino Matsuev

Articolo di: 
Livia Bidoli
Denis Matsuev

Il talento inoppugnabile di Denis Matsuev, pianista russo nato nel 1975 a Irkutsk, ha metaforicamente  inaugurato le festività natalizie per l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia che con il Concerto n.2 ed il Concerto n.3 per pianoforte di Sergej Rachmaninoff (1873-1943), diretto da Daniele Rustioni, che ha debuttato a Santa Cecilia nella serata del 23 dicembre 2011, ha nobilmente dichiarato il tutto esaurito in platea ed in galleria, fregiando il 2012 che  si avvicina con una sigla dorata.

Vincitore  nel 1998 del Concorso internazionale Čajkovskij che si tiene ogni 4 anni,  il più prestigioso per il piano, - l'ultima edizione 2011 se l'è aggiudicata Daniil Trifonov che il 17 dicembre ha suonato alla IUC -, Denis Matusuev, con la sua presenza massiccia, si è dedicato con assoluto fervore alle due prove composite scritte su pentagramma da Rachmaninoff rispettivamente nel 1901 per il Concerto n.2, e nel 1909,  per il Concerto n.3, la famosa Rach3 del film Shine di Scott Hicks del 1996 con David Helfgott nella parte principale di un pianista frustrato ed ossessionato da questo brano di così impavida scrittura.

In effetti la Rach3 (seconda parte del concerto) per lo stesso Rachmaninoff rappresentò una sfida, prima di tutto al mercato per cui lavorava e che necessitava di qualcosa di sconvolgente al momento essendo lui in difficoltà, in secondo luogo per sé stesso e rappresentò per lo stesso Prokofiev un confronto cui oppose il suo Secondo Concerto per pianoforte e Orchestra. Io debbo dire che nella seconda parte del Concerto sia l'Orchestra sia il Direttore Rustioni erano in completa simbiosi col pianista il cui ritmo e velocità è veramente arduo da seguire e cui sincronizzarsi. La leggerezza con cui Matsuev si destreggia sulla tastiera (a specchio sul coperchio del piano per mostrarci ogni singolo “tambureggiare”) è rapida ed il Concerto n.3 il cui décor è in continua evoluzione, esalta le sue caratteristiche di eccellenza e padronanza, ed anche quella “Russische Qualität” (qualità russa) che fra conterranei emerge in tutto il suo splendore carico di gioielli adamantini.

I tre movimenti che compongono il Rach3 - Allegro ma non tanto, Intermezzo: Adagio e Finale: Alla breve – sono un tutt'uno come premonimento della fine: la réunion che agirà al termine sarà intercalata da una serie di arpeggi raffinatissimi sempre in accelerando mentre il tocco caldo di Matsuev non perde una nota e le variazioni con gli oboe ed altri legni coinvolgono nel romantico approccio conducendo al roboante finale.

Il Concerto n.2 (prima parte del concerto) è un altro episodio di grande successo per Rachmaninoff dopo il fiasco della Prima Sinfonia (no comment:: meravigliosa la versione di Pletnev - altro premio Čajkovskij nel 1978  - con la Russian National Orchestra per Deutsche Grammophon che consiglio di ascoltare) e non di minore difficoltà. L'entrata diu Matsuev è clamorosa: ha il tocco agguerrito ma non anarchico (meno spartano ma lo richiede anche la partitura) di Fazil Say con la stessa inarrestabile potenza e lo stesso Rustioni con l'Orchestra lo segue a stretto giro sopratutto nel primo movimento, mentre nei seguenti vine “allentata” la lettura. Grande successo di pubblico e ben due bis di Matsuev, tra cui la Danse Macabre di Saint-Saëns, concludono il concerto scrosciante di applausi.

Pubblicato in: 
GN8 Anno IV 2 gennaio 2012
Scheda
Titolo completo: 

Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Stagione Sinfonica 2011 - 2012
Auditorium Parco della Musica - Sala Santa Cecilia
Concerto fuori abbonamento
Venerdì 23 dicembre 2011 alle ore 21
Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Daniele Rustioni direttore
Denis Matsuev pianoforte

Rachmaninoff  Concerto per pianoforte n. 2
              Concerto per pianoforte n. 3

In collaborazione con la Serge Rachmaninoff Foundation