Gala Rachmaninoff a Santa Cecilia. Lo struggente tintinnare delle campane

Articolo di: 
Livia Bidoli
The Bells

Il Gala Rachmaninoff, dal 19 al 22 dicembre 2009, chiude la prima parte della stagione di Santa Cecilia, dedicandolo interamente al compositore russo che trascrisse la musica per The Bells, poema tratto da Poe, e la superbamente tragica Sinfonia n.2 in mi minore op.27.

La traduzione in russo di The Bells (Le campane), poema postumo (pubblicato ad un mese dalla morte nel novembre 1849) del poeta e scrittore americano Edgar Allan Poe, ad opera del poeta simbolista Kontstantin Balmont, si discosta molto dalla versione originale di Poe, sia per onomatopea sia per assonanze. Nonostante ciò, questa ispirazione, come il dipinto dell’Isola dei morti di Arnold Böcklin, fu per la sensibilità musicale di Sergej Rachmaninoff (1873-1943), uno stimolo fortemente creativo che tuttora l’annovera fra le preferite, sue e del suo pubblico.

Le campane (1913), è una sinfonia corale che si divide in quattro movimenti Allegro, ma non tanto; Lento; Presto; Lento lugubre, seguendo sia la divisione classica di una sinfonia, sia la corrispondente divisione del poema in quattro sezioni. Dalla vita alla morte si procede attraverso i suoni delle quattro campane, d’argento, le Silver Bells dell’inizio; lo scampanellare delle campane d’oro; il bronzo che si rovescia in uno squillare già mesto, per far gemere il freddo ferro della fine. Dedicato all’amico direttore d’orchestra Willem Mengelberg, Le campane presentano un organico al completo oltre alle tre voci di soprano, tenore e baritono, che qui è stato felicemente assunto dal wagneriano basso scuro e grave di Albert Dohmen. Olga Guryakova come soprano e Dmytro Popov, tenore, sono le altre due voci che cantano con il Coro.

Alla direzione di Orchestra e Coro dell'Accademia di Santa Cecilia Antonio Pappano, che ha fatto risaltare immediatamente il coro, con un’entrata leggera e favolistica con in sottofondo il tintinnare delle campane d’argento del primo movimento. Appena suggerito il Dies Irae che s’insinua invece con sicurezza già nel Lento secondo tempo, sebbene il cullare diafano del re maggiore rapisce e conforta. L’apertura del Presto è forte e dal corale intenso, con fiati possenti ed un’atmosfera da chiesa gotica. L’impronta direttoriale è particolarmente potente, con virate alate spezzate di scatto dal Dies Irae tematico. La desolata calma della fine con il Lento lugubre, accorda il lamento delle campane di ferro con le voci delle tenebre e, lode ancora al basso Dohmen, - sebbene Balmont aggiunga una virata consolatoria agli ipnotici incubi di Poe -, permane una commozione lacerante che sarà il leitmotiv principale della tormentata Sinfonia n. 2 in mi minore op.27, composta da Rachmaninoff a soli 33 anni (1908).

In questa Sinfonia, dedicata a Sergej Taneev suo maestro, il lirismo estremo è la figura nel tappeto, direbbe Henry James, - The Figure in the carpet è uno dei suoi racconti più enigmatici e descrittivi della condizione dello scrittore, del 1896 -, di questa composizione. La coinvolgente e tenace vena lirica cattura completamente durante l’ascolto e Pappano regala una delle sue prove migliori di interpretazione. Viene in mente Poe, sebbene non sia il diretto ispiratore, ascoltandola, - Ulalume o To Helen, le sue poesie dedicate alle donne come anche Annabel Lee -, rappresentative di pagine in cui la screziatura romantica viene tradotta in chiave sinfonica, e le riprese sono appassionanti ancor più perché intervallate dai corni del Dies Irae tematico.

Il raffronto con la versione di Lorin Maazel e dei Berliner Philarmonicker (DGG 1999) - della stessa lunghezza della versione di Pappano, ovvero di 55’ (in origine di 65’) -  pacatamente selettiva nel suo orchestrato -, fa emergere il colore e le variazioni tipiche del secondo movimento, Allegro molto, nei velocissimi archi all’unisono da cui Pappano fa erompere le note mentre la sommessa e vibrante ripresa in sordina dei fiati fa da contraltare ai flessuosi archi. A questo punto le percussioni tutte si librano verso l’alto ed i rintocchi dei timpani creano delle suggestioni quasi jazz. Gli accenti antichi sono quasi da chiesa quanto i ritmi che conducono al terzo movimento, Adagio, estremamente sommesso e liricamente incentrato sul tema degli archi, del tutto sentimentale e con reminescenze dalla sua Francesca da Rimini (1904-05). Il quarto movimento, Allegro vivace, desta gli strumenti ad una reviviscenza comune con un ritorno in pompa magna dei temi principali. L’esaltazione dell’intera orchestra evoca un’armonia vorticosamente struggente dall’impianto e dal cuore pienamente romantici.

L’afflato tra Direttore Pappano e l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia era particolarmente evidente in questa seconda parte del programma, e nella prova più interamente dedicata ad una convergenza del pieno acme lirico su tutte le parti orchestrali, la cui confidenza testimonia l’intima affinità con la direzione.

Riportiamo per conoscenza le prime strofe, ciascuna da ogni sezione, di The Bells di Edgar Allan Poe (1849)

The Bells I

Hear the sledges with the bells-
Silver bells!
What a world of merriment their melody foretells!
How they tinkle, tinkle, tinkle,
In the icy air of night!

The Bells II

Hear the mellow wedding bells,
Golden bells!
What a world of happiness their harmony foretells!
Through the balmy air of night
How they ring out their delight!
 

The Bells III

Hear the loud alarum bells-
Brazen bells!
What a tale of terror, now their turbulency tells!
In the startled ear of night
How they scream out their affright!

The Bells IV

Hear the tolling of the bells
Iron Bells!
What a world of solemn thought their monody compels!
In the silence of the night,
How we shiver with affright
At the melancholy menace of their tone!

Pubblicato in: 
GN5 Anno II 3 gennaio 2010
Scheda
Titolo completo: 

Gala Rachmaninoff

Orchestra e Coro dell'Accademia di Santa Cecilia
Antonio Pappano direttore
Olga Guryakova soprano
Dmytro Popov tenore
Albert Dohmen basso
dal 19 al 22 dicembre 2009

Concerto del 22 dicembre 2009

Sergej Rachmaninoff
Le Campane 
Cantata per soprano, tenore e baritono, coro e orchestra op. 35
Traduzione in russo di Balmont (su testo di Edgar Allan Poe)
Allegro, ma non tanto
Lento
Presto
Lento lugubre
(prima esecuzione nei concerti dell’Accademia)

Nota: la versione ascoltata è quella in russo di Konstantin Balmont, mentre il video di supporto - a titolo soltanto esemplificativo - con lo sfondo ad opera di Edmund Dulac, che illustrò The Bells and Other Poems di Poe nel 1912, è nella traduzione dal russo in inglese di Fanny S. Copeland.

Qui la versione al completo
Sinfonia n. 2 in mi minore op.27
Largo. Allegro moderato
Allegro molto
Adagio
Allegro vivace

Voto: 
10