Edgar Allan Poe. Al Aaraaf

Articolo di: 
Livia Bidoli
Al Aaraaf

Per celebrare il Bicentenario della nascita di Edgar Allan Poe (1809-1849) pubblichiamo la traduzione di un estratto dalla seconda parte di Al Aaraaf.

Pubblicata nel 1829 nel libro Al Aaraaf, Tamerlane, and Minor Poems, la poesia prende il nome da una stella scoperta nel 1572 da Tycho Brahe, che apparve improvvisamente nel cielo, e per pochi giorni lo illuminò di una brillantezza superiore a quella di Giove poi, improvvisamente come era apparsa, scomparve, e non è mai più stata avvistata da allora.

Al Aaraaf. Estratto dalla seconda parte

Al di sotto dei petali ondeggianti delle campanule -
o dei ciuffi selvaggiamente vaporosi
celando al sognatore,
i raggi lunari -
    Splendidi esseri! Voi che meditate
    con gli occhi socchiusi
    su stelle che la vostra meraviglia
    ai cieli ha sottratto,
affinché brillino tra l’ombre, e
sulle vostre ciglia si depongano
come gli occhi della fanciulla
che ora vi convoca -
    Levatevi! Dal vostro onirico percorso
    fra i pergolati violacei,
    doviziosamente ossequiate
    queste ore dalle stelle incendiate -
e dalle chiome loro sussultate
di rugiada colmate
e di quei baci respirate
anche da loro caricate -
           (Oh! Come, in assenza di te, Amore!
            possono mai esser beati gli angeli?)
Quei baci d’amore sincero affrancati
che vi cullano e al riposo vi conducono!
Su! Dalle vostre ali scrollate:
ogni cosa che le ha ingombrate
          La rugiada notturna –
             vi graverebbe sul volo
e le sincere carezze d’amore -
Oh, tenetele lontane!
          Leggere sulle chiome,
          E pesanti come piombo sul cuore.
 
           Ligeia! Ligeia!
           Mio unico splendore!
           Il cui più aspro pensare
           come una melodia saprà suonare.
Oh! È la tua volontà
che i venticelli fa agitare?
     Oppure, in silenzioso capricciare
     come il solitario Albatros sa fare,
    nella notte incombere
    (come lei nell’aere)
           continuando con delizia ad osservare
           l’armonia che laggiù si va a formare?
 
            Ligeia! Ovunque
           la tua immagine approdi,
           nessuna magia ti disgiunga
           dal tuo dolce melodiare.
Hai stregato molti occhi
in un sonno pregno di sogno -
eppur la melodia ancora sorgerà
ché la tua cautela sa vegliar-
        Il tintinnare della pioggia,
        che sui fiori va a guizzar-
        di nuovo danzando
        al ritmo di ogni scrosciar -
Il mormorio sussultando
dall’erba si leva crescendo
la musica melodiando delle cose -
eppur son copie, ahimé! -
        Allontanati, allora, mia cara,
        Oh! Affrettati a raggiungere
        le sorgenti che si stendono chiare
        presso il raggio lunare -
Al solitario lago che sorride,
nel suo sogno di profondo ristoro,
alle tante isole-stelle
che ne adornano il petto-
           dove fiori selvaggi, strisciando,
           si confondono ombreggiando,
           col sonno confinando,
           ove tante fanciulle -
  alcune la fresca radura abbandonando,
  e con le api sonnecchiando -
  destale, mia cara fanciulla,
  su brughiere e su prati -
           vola da loro! Sul loro sonno sofficemente,
           al loro orecchio soffiando,
           il tuo armonioso verso
           sonnecchieranno ascoltando -
           ché soltanto un angelo
  può così presto svegliarle
  da un sonno rapito
  dalla gelida luna tornito,
  come un sortilegio che nessun sonno
  d’incanto possa aver piegato,
          tranne lo stesso melodioso verso
          che al sonno lo ha cullato?

 
Il poema Al Aaraaf è fra i più raffinati ed ardui di Poe e prende il nome dal Corano: Al A'ràf  indica un luogo simile al limbo tra paradiso ed inferno dove "gli uomini non soffrono punizione alcuna ma neanche possiedono quella calma e sempre eguale felicità che si suppone essere caratteristica del gaudio celeste" (Poe). Poe colloca questo limbo nella luminosa stella scoperta dal danese Brahe. La stella, governata da Nesace, giovane dea circonfusa di raggi, invoca Ligeia, che rappresenta la musica più alta di tutte le cose e l'armonia della natura. Ninfa presente nelle Georgiche virgiliane (IV, 336), significa "dalla voce sottile" e nell'omonimo racconto di Poe è "melodia più che mortale".

Heard melodies are sweet, but those unheard are sweeter.
John Keats, Ode on a Grecian Urn (1819)

Traduzione di Livia Bidoli

Cfr. la versione di Tommaso Pisani, Tutte le poesie, Melita, Roma, 1988.

Pubblicato in: 
GN10/ 23 marzo 6 aprile 2009
Scheda
Autore: 
Edgar Allan Poe
Titolo completo: 

Al Aaraaf, 1829
in Al Aaraaf, Tamerlane, and Minor Poems

Voto: 
9