Santa Cecilia. Seducente Boccherini con Biondi ed Europa Galante

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Fabio Biondi

La Stagione di Musica da Camera di Santa Cecilia ha proposto nell'ultimo appuntamento del 6 maggio, un concerto monografico dedicato ad musicista raramente presente nei programmi, Luigi Boccherini (Lucca, 19 febbraio 1743 – Madrid 28 maggio 1805). L'entusiasmante esecuzione ha avuto protagonisti Europa Galante e Fabio Biondi, come violinista.

La produzione di questo grande musicista fu condizionata dalla sua vita vissuta soprattutto all'estero, particolarmente in Spagna, al servizio di facoltosi e nobili protettori, per questo motivo la gran parte delle sue composizioni sono di musica strumentale da camera, in controtendenza rispetto agli altri musicisti italiani suoi contemporanei, che si dedicarono soprattutto al melodramma e alla musica vocale. Non per questo è da sottovalutare il suo contributo alla storia della musica nello sviluppo di diverse forme di musica da camera: Trio, Quartetto e soprattutto il Quintetto. All'epoca le sue composizioni furono apprezzate come quelle di Haydn, che le conosceva e le stimava,  e Mozart. Pur vivendo nell'epoca della forma sonata la sua perfetta padronanza dell'armonia, l'uso insolito della modulazione e l'inesauribile invenzione ritmica e melodica gli fecero percorrere soluzioni diverse, in alcuni casi anticipatrici dell'epoca successiva con echi che si ritrovano in Beethoven e Schubert.

Il  Trio n. 22, op. 14 n. 4 G 98 (1772) ha aperto il concerto, l'intera opera 14  fu dedicata a Don Luis Antonio Jaime di Borbone, fratello del re Carlo III, al cui servizio era entrato due anni prima Boccherini. L'opera 14 è importante per l'innovazione in essa contenuta, i Trii, infatti, sono tutti per violino, viola e violoncello, la viola più grave, sostituisce il secondo violino eliminando così l'impiego delle parti che servivano da ripieno. Il violoncello strumento di cui Boccherini era virtuoso assume anche un ruolo di solista con il risultato di un dialogo serrato e seducente tra i tre strumenti, l'uso della tonalità do minore nel secondo movimento, Andantino, è uno di quei casi in cui si affaccia quella sensibilità tipica dell'epoca successiva.

Nell'ambito della musica da camera Boccherini diede la sua preferenza ai Quintetti, meno frequentati dagli altri musicisti per problemi di stesura della partitura e di sperimentazione delle diverse combinazioni strumentali, quella prediletta dal musicista lucchese fu quella con due violoncelli, a cui amò affidare parti molto virtuosistiche. Il  Quintetto per due violoncelli n. 104 in re min, op. 49 n. 4 G368 “Opera grande”, definizione scritta dal musicista nella partitura autografa sviluppa in maniera mirabilmente articolata il dialogo strumentale. Nel movimento Moderato assai i due temi, uno pacato, l'altro vivace si contrappongono ma non c'è lo sviluppo come nella forma sonata, piuttosto una ciclica riproposizione giocata sul dialogo strumentale. La grande seduzione della sua musica è nella imprevedibilità creativa, non forme prestabilite a cui attenersi, ma soluzioni tanto inattese quanto sorprendenti e affascinanti: melodiche, armoniche, ritmiche, timbriche.

Tra le diverse combinazioni dei Quintetti ci sono quelli con la chitarra, che si aggiunge al quartetto d'archi, sono trascrizioni o rielaborazioni di opere precedenti realizzate negli ultimi anni di vita e dedicate al marchese di Benavente, eccellente dilettante e ammiratore di Boccherini. Il Quintetto con chitarra IV "Fandango"in re mag. G 448 , non è indicato nel catalogo autografo ma è una trascrizione dello stesso musicista lucchese di due precedenti Quintetti per due violoncelli, è in tre movimenti, infatti un'altra sua peculiarità è di non attenersi a una regola precisa nel numero dei movimenti. La chitarra ha un ruolo sia di solista che di sostegno armonico per gli altri strumenti, il nome del Quintetto è anche quello dell'ultimo movimento. Il tempo, Grave, introduce l'ascoltatore in una fascinosa atmosfera notturna, preludio alla danza, il Fandango, con il suo  ritmo vorticoso e sensuale, in cui i virtuosismi della chitarra sono accentuati dal ritmo scandito dal violoncello, con l'ossessiva percussione dell'archetto sulle corde.

Conclusione con il Quintetto n. 91in do min., op. 45 n. 1 G 355  ”Opera grande” in quattro movimenti, l'iniziale Adagio ha un carattere espressivo, meditativo, mentre nell'Allegro assai la cantabilità e il ritmo impetuoso si intrecciano. Nel Finale. Presto melodia e ritmo incalzante evocano, ancora una volta,  l'atmosfera della musica popolare della Spagna. Scroscianti applausi hanno accompagnato tutti gli eccellenti interpreti; riascoltare Fabio Biondi al violino è stato un evento prezioso, la sua bravura come strumentista è ovunque ben conosciuta, ma da tempo si dedica con altrettanta abilità alla direzione d'orchestra e così è diventato più raro ascoltarlo mentre suona il suo strumento d'elezione. Alla fine Biondi ha preso la parola auspicando che la splendida e imprevedibile creatività della musica di Boccherini trovi spazio nei programmi dei concerti e come bis ha proposto il celebre Minuetto, nella sua versione originale in cui il tema raffinato e soave del Tempo di Minuetto è accompagnato dal pizzicato della viola e dei violoncelli.

Pubblicato in: 
GN26 Anno VIII 12 maggio 2016
Scheda
Titolo completo: 

Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Stagione 2015-2016
Stagione di Musica da Camera
Auditorium Parco della Musica - Sala Sinopoli
Venerdì 6 maggio 2016 ore 20,30

Europa Galante
Fabio Biondi violino

Andrea Rognoni violino
Ernesto Braucher viola
Alessandro Andriani,
Perikli Pite violoncelli
Giangiacomo Pinardi chitarra

Boccherini Trio per violino, viola e violoncello n. 22inre min, op. 14 n. 4 G 98
Boccherini Quintetto per due violoncelli n. 104 in re min, op. 49 n. 4 G368 “Opera grande”
Boccherini Quintetto con chitarra IV "Fandango"in re mag. G 448
Boccherini Quintetto n. 91 in do min., op. 45 n. 1 G 355 “Opera grande”